Giornata della Donna: l'impegno dell'associazione Femminile Presente! per la parità
Nella Giornata Internazionale della Donna, l’associazione lecchese Femminile Presente! si racconta. Lo fa attraverso le parole della sua presidente, Irene Riva: "L’8 marzo è un giorno che merita attenzione, ma dovrebbe essere solo un richiamo a un impegno costante. È una ricorrenza per ricordarci che i diritti, faticosamente raggiunti, possono essere tolti”.
L’associazione opera sul territorio di Lecco dal 2016 con l’obiettivo di promuovere il valore della cura. Un concetto, questo, tradizionalmente ascritto e relegato all’ambito femminile e che, invece, dovrebbe essere riconosciuto e condiviso come patrimonio comune. "La cura della città, attraverso la realizzazione di progetti di conservazione e promozione del verde e dei manufatti, è per noi l’obiettivo visibile, operativo, concreto. La cura è un codice femminile per eccellenza, ma vogliamo estenderlo a tutti: alle donne, per allearci; agli uomini, per convincerli e contagiarli”.

L’azione del sodalizio non si limita, infatti, alle ricorrenze, ma si esprime con interventi costanti e strutturati: la partecipazione alla Commissione per le Pari Opportunità, la collaborazione con il Comitato Servizi alla Persona del territorio e la gestione di progetti educativi per le scuole. L’associazione lavora inoltre per garantire la parità nelle relazioni, nel lavoro e nella formazione, puntando su una rivoluzione culturale - che parta proprio dai più piccoli - che ridefinisca il rapporto tra maschile e femminile sulla base della reciprocità.
“Nella percezione comune, nonostante il valore fondamentale dell’articolo 3 della nostra Costituzione, la diversità – inclusa quella di genere – viene spesso interpretata come una mancanza anziché una ricchezza. Eppure, questa visione è profondamente sbagliata. Ogni individuo, proprio come una moneta che ha due facce ma mantiene sempre il medesimo valore, possiede sfaccettature diverse che non ne diminuiscono l’essenza o l’importanza” ha detto Riva, spiegando che molto spesso, anche tra i piccolissimi, questi preconcetti sembrino già ben saldi. Ma questo non significa che non ci si possa lavorare. “Il concetto di genere non è un elemento statico e innato, come invece lo è il dato biologico: è un costrutto sociale che evolve nel tempo e nello spazio, plasmato dalle esperienze, dalle relazioni e dalla cultura. Ognuno ha il compito di riconoscerne la fluidità, superando le rigidità imposte da tradizioni e stereotipi” ha aggiunto.

“Decidere consapevolmente a quale dimensione di genere appartenere significa prendere coscienza di sé e della propria identità, senza lasciarsi confinare da schemi prestabiliti. Se nella cultura occidentale i colori rosa e azzurro sono stati per secoli simboli distintivi del femminile e del maschile, è ora di riconoscere che tra questi due estremi esiste un’ampia gamma di sfumature, ognuna delle quali merita di essere accolta e rispettata. Solo abbracciando questa complessità potremo costruire una società in cui il maschile e il femminile non siano in opposizione, ma si completino in un equilibrio autentico e paritario”.

Con questo proposito l’associazione ha dato il via a un progetto rivolto alle scuole, l’Alfabeto delle Pari Opportunità, un percorso educativo rivolto ai bambini per abbattere gli stereotipi di genere fin dalla prima infanzia, partendo dai colori – rosa e azzurro – per dimostrare che le attribuzioni tradizionali possono essere messe in discussione. “È importante che le bambine siano educate all’azione, all’indipendenza, alla determinazione, e i bambini allo stesso modo per sviluppare sensibilità, cura ed empatia. Non c’è ombra di alternanza e nemmeno di subalternità".
Un altro pilastro dell’attività di Femminile Presente è il supporto ai centri antiviolenza, un impegno concreto per garantire protezione e ascolto alle donne in difficoltà. Parallelamente, come anticipato, l’associazione si dedica alla cura degli spazi urbani, rendendo tangibile il proprio messaggio attraverso la riqualificazione di angoli della città: aiuole, lavatoi storici, spazi pubblici dimenticati.

"Ci battiamo perché la cura venga riconosciuta come un valore sociale fondamentale. Durante la pandemia di COVID-19 è stato evidente per tutti quanto sia cruciale per la società, eppure, per secoli, le donne hanno svolto questo compito senza che fosse loro riconosciuto alcun merito. Gli eroi della storia sono stati Achille, Ulisse, Agamennone, mentre le donne, che hanno da sempre incarnato il codice della cura, non hanno mai avuto tale riconoscimento”.
La riflessione dell’associazione, poi, si spinge oltre, analizzando il modo in cui il maschile e il femminile vengono percepiti nella società e sottolineando la necessità di un cambiamento culturale profondo: "Non serve un rinnovato femminismo, ma un nuovo, consapevole e condiviso femminile. Dobbiamo scardinare l’idea che il potere sia l’unico obiettivo della società e che l’affermazione passi solo attraverso la competizione. Valorizzare i codici femminili significa rivoluzionare le relazioni umane, basandole sulla reciprocità, sulla cooperazione, sulla democrazia”.

L’impegno di Femminile Presente si traduce anche in altre iniziative concrete, dalla formazione nelle scuole alla promozione di eventi e convegni, fino alla creazione di occasioni di autofinanziamento e scambio conviviale: "Lavoriamo affinché venga introdotta l’educazione di genere, non come materia separata, ma come abito mentale che aiuti i giovani a riflettere sulla propria identità, sulle relazioni, sulla sessualità e sul civismo. È solo attraverso un processo educativo consapevole che possiamo superare gli stereotipi divisivi e costruire una società realmente paritaria”.

La missione dell’associazione si riassume dunque in un manifesto che punta alla costruzione di un nuovo equilibrio tra i generi, basato sulla complementarità e sulla valorizzazione delle differenze. Solo così sarà possibile superare il divario tra le conquiste legislative e la realtà vissuta dalle donne nel quotidiano. Ha quindi aggiunto Irene Riva: "Non è sufficiente che esistano leggi a tutela delle pari opportunità, se poi nella pratica la società continua a considerare la diversità come un limite anziché come un valore. Dobbiamo lavorare per un cambiamento culturale che porti a una vera democrazia paritaria, fondata sulla reciprocità e sul rispetto".
Sabato 15 marzo, presso il Palazzo del Commercio di Piazza Garibaldi a Lecco, si terrà quindi l’incontro “Resistere è femminile? Uno sguardo storico e simbolico”, con la partecipazione di Angelo De Battista, storico, Magda Fontanella, filosofa, e Renata Zuffi, assessore alle pari opportunità del Comune di Lecco.
L’associazione opera sul territorio di Lecco dal 2016 con l’obiettivo di promuovere il valore della cura. Un concetto, questo, tradizionalmente ascritto e relegato all’ambito femminile e che, invece, dovrebbe essere riconosciuto e condiviso come patrimonio comune. "La cura della città, attraverso la realizzazione di progetti di conservazione e promozione del verde e dei manufatti, è per noi l’obiettivo visibile, operativo, concreto. La cura è un codice femminile per eccellenza, ma vogliamo estenderlo a tutti: alle donne, per allearci; agli uomini, per convincerli e contagiarli”.

Prima a destra la presidente Irene Riva
L’azione del sodalizio non si limita, infatti, alle ricorrenze, ma si esprime con interventi costanti e strutturati: la partecipazione alla Commissione per le Pari Opportunità, la collaborazione con il Comitato Servizi alla Persona del territorio e la gestione di progetti educativi per le scuole. L’associazione lavora inoltre per garantire la parità nelle relazioni, nel lavoro e nella formazione, puntando su una rivoluzione culturale - che parta proprio dai più piccoli - che ridefinisca il rapporto tra maschile e femminile sulla base della reciprocità.
“Nella percezione comune, nonostante il valore fondamentale dell’articolo 3 della nostra Costituzione, la diversità – inclusa quella di genere – viene spesso interpretata come una mancanza anziché una ricchezza. Eppure, questa visione è profondamente sbagliata. Ogni individuo, proprio come una moneta che ha due facce ma mantiene sempre il medesimo valore, possiede sfaccettature diverse che non ne diminuiscono l’essenza o l’importanza” ha detto Riva, spiegando che molto spesso, anche tra i piccolissimi, questi preconcetti sembrino già ben saldi. Ma questo non significa che non ci si possa lavorare. “Il concetto di genere non è un elemento statico e innato, come invece lo è il dato biologico: è un costrutto sociale che evolve nel tempo e nello spazio, plasmato dalle esperienze, dalle relazioni e dalla cultura. Ognuno ha il compito di riconoscerne la fluidità, superando le rigidità imposte da tradizioni e stereotipi” ha aggiunto.

Alcune immagini di iniziative dell'associazione
“Decidere consapevolmente a quale dimensione di genere appartenere significa prendere coscienza di sé e della propria identità, senza lasciarsi confinare da schemi prestabiliti. Se nella cultura occidentale i colori rosa e azzurro sono stati per secoli simboli distintivi del femminile e del maschile, è ora di riconoscere che tra questi due estremi esiste un’ampia gamma di sfumature, ognuna delle quali merita di essere accolta e rispettata. Solo abbracciando questa complessità potremo costruire una società in cui il maschile e il femminile non siano in opposizione, ma si completino in un equilibrio autentico e paritario”.

Con questo proposito l’associazione ha dato il via a un progetto rivolto alle scuole, l’Alfabeto delle Pari Opportunità, un percorso educativo rivolto ai bambini per abbattere gli stereotipi di genere fin dalla prima infanzia, partendo dai colori – rosa e azzurro – per dimostrare che le attribuzioni tradizionali possono essere messe in discussione. “È importante che le bambine siano educate all’azione, all’indipendenza, alla determinazione, e i bambini allo stesso modo per sviluppare sensibilità, cura ed empatia. Non c’è ombra di alternanza e nemmeno di subalternità".
Un altro pilastro dell’attività di Femminile Presente è il supporto ai centri antiviolenza, un impegno concreto per garantire protezione e ascolto alle donne in difficoltà. Parallelamente, come anticipato, l’associazione si dedica alla cura degli spazi urbani, rendendo tangibile il proprio messaggio attraverso la riqualificazione di angoli della città: aiuole, lavatoi storici, spazi pubblici dimenticati.

"Ci battiamo perché la cura venga riconosciuta come un valore sociale fondamentale. Durante la pandemia di COVID-19 è stato evidente per tutti quanto sia cruciale per la società, eppure, per secoli, le donne hanno svolto questo compito senza che fosse loro riconosciuto alcun merito. Gli eroi della storia sono stati Achille, Ulisse, Agamennone, mentre le donne, che hanno da sempre incarnato il codice della cura, non hanno mai avuto tale riconoscimento”.
La riflessione dell’associazione, poi, si spinge oltre, analizzando il modo in cui il maschile e il femminile vengono percepiti nella società e sottolineando la necessità di un cambiamento culturale profondo: "Non serve un rinnovato femminismo, ma un nuovo, consapevole e condiviso femminile. Dobbiamo scardinare l’idea che il potere sia l’unico obiettivo della società e che l’affermazione passi solo attraverso la competizione. Valorizzare i codici femminili significa rivoluzionare le relazioni umane, basandole sulla reciprocità, sulla cooperazione, sulla democrazia”.

L’impegno di Femminile Presente si traduce anche in altre iniziative concrete, dalla formazione nelle scuole alla promozione di eventi e convegni, fino alla creazione di occasioni di autofinanziamento e scambio conviviale: "Lavoriamo affinché venga introdotta l’educazione di genere, non come materia separata, ma come abito mentale che aiuti i giovani a riflettere sulla propria identità, sulle relazioni, sulla sessualità e sul civismo. È solo attraverso un processo educativo consapevole che possiamo superare gli stereotipi divisivi e costruire una società realmente paritaria”.

La missione dell’associazione si riassume dunque in un manifesto che punta alla costruzione di un nuovo equilibrio tra i generi, basato sulla complementarità e sulla valorizzazione delle differenze. Solo così sarà possibile superare il divario tra le conquiste legislative e la realtà vissuta dalle donne nel quotidiano. Ha quindi aggiunto Irene Riva: "Non è sufficiente che esistano leggi a tutela delle pari opportunità, se poi nella pratica la società continua a considerare la diversità come un limite anziché come un valore. Dobbiamo lavorare per un cambiamento culturale che porti a una vera democrazia paritaria, fondata sulla reciprocità e sul rispetto".
Sabato 15 marzo, presso il Palazzo del Commercio di Piazza Garibaldi a Lecco, si terrà quindi l’incontro “Resistere è femminile? Uno sguardo storico e simbolico”, con la partecipazione di Angelo De Battista, storico, Magda Fontanella, filosofa, e Renata Zuffi, assessore alle pari opportunità del Comune di Lecco.
Sa.A.