In viaggio a tempo indeterminato/370: gomme da masticare vietate
E in quel momento ho realizzato che sono anni che non mastico un chewing gum. L'ultima volta ero forse su un aereo che atterrava e la usavo per evitare quel fastidioso fenomeno delle orecchie tappate.
Ammetto che non è per niente elegante vedere qualcuno che parla con in bocca una gomma da masticare, ma da qui a vietarla completamente, con tanto di multa in caso di utilizzo, ce ne passa.
Che infanzia triste però non poter fare i palloncini con le Bigbuble.
Vabbè, questo è sicuramente uno dei divieti più bizzarri del mondo, ma non è l'unico che viene imposto ormai da anni a Singapore.
Dal 1992, in questa città-stato è vietata la vendita e l'importazione di gomme da masticare, ad eccezione di quelle a scopo terapeutico.
Il motivo? Mantenere le strade pulite e prevenire atti di vandalismo.
Che in linea di massima direi che sono motivazioni molto valide ma la multa di 700€, che diventa di 1000€ in caso di reiterazione, mi sembra un pochino esagerata.
Sbarcare a Singapore, dopo tre mesi nel deserto australiano devo ammettere che mi ha dato una carica inaspettata. Mi è sembrato per un giorno di essere in un enorme luna park a tema Asia.
China Town con le lanterne e lo street food.
Little India con gli incensi e i templi indù.
Il quartiere malese con la moschea e i negozi di stoffe.
Tante culture che si mescolano all'ombra di alti grattacieli e alberi artificiali.
Questa città sembra un riassunto dell'Oriente, ma con una spinta verso il business e la tecnologia.
Una città che qualcuno definirebbe moderna e qualcuno tradizionale.
A un primo impatto pulita e ordinata, a un secondo sguardo controllata e disparitaria.
Per qualcuno una chimera per qualcuno una prigione.
"Singapore, vado a Singapore..." recitava una canzone degli anni '70.
E così eccoci qui a Singapore per 12 ore, complice uno scalo lungo, biglietti aerei economici e mezzi di trasporto efficienti che in pochi minuti e pochi euro ti portano in centro.

Le città con troppe regole mi mettono sempre in soggezione. Mi danno l'idea che ci sia un "grande fratello" invisibile pronto a multarti se fai qualcosa di sbagliato. In genere il pensiero mi infastidisce per le prime ore, ma poi me ne dimentico e non noto nemmeno più tutte quelle telecamere agli incroci.
Per Singapore credo di essermi fatta un po' influenzare dalla guida che mi sono letta nelle 4 ore di volo da Perth.
Dopo le attrazioni, i simboli della città, i piatti da assaggiare, un bel capitolo era dedicato alle regole da seguire.
"VIETATO MANGIARE E BERE SUI MEZZI PUBBLICI".
"Anche bere solo acqua può portare a sanzioni" specificava la guida.
In effetti Singapore non è una città calda e umida. Che bisogno c'è di idratarsi mentre si è sull'autobus?
E poi divieto di spogliarsi, che io mi aspettavo volesse dire che non puoi girare nudo per strada. Per carità, posso capire che vedere gente senza vestiti nel quartiere degli affari sia decisamente fuori luogo.
In realtà, però, questo divieto si applica anche a comportamenti più innocenti come cambiarsi i vestiti in luoghi pubblici. Le conseguenze possono essere gravi, con sanzioni che includono multe e l’arresto.

C'è qualcosa che però mi ha scioccato ancora di più di questi divieti e di altri come non fumare nei luoghi pubblici, non sputare, non spargere rifiuti, non cercare di adescare clienti urlando ecc...
E sono le frustate.
Lo so, ci sono grattacieli con finte barche sopra e foreste alimentate con pannelli solari, ma se imbratti un muro rischi di essere frustato.
Sì esatto, una punizione corporale degna delle peggiori dittature, ma applicata con classe ed eleganza.
È riservata ai criminali di sesso maschile di età inferiore ai cinquant'anni, previo parere medico.
La legge di Singapore prevede la fustigazione per oltre 30 tipi di reato, inclusi il prendere qualcuno in ostaggio, rapina, uso di droga, vandalismo e insurrezione. La fustigazione è anche una punizione obbligatoria in caso di stupro, traffico di droga, usura e per il supporto a stranieri che permangono nel Paese oltre i 90 giorni di visto.
Anche attraversare la strada fuori dalle strisce pedonali è reato, ma per fortuna quello è punito solo con una multa, altrimenti credo che almeno la metà dei pedoni che abbiamo incrociato, camminando nei diversi quartieri, verrebbero considerati criminali incalliti.
Modernità, ricchezza e sicurezza ma a discapito di libertà e privacy. È davvero questa la via migliore possibile per vivere in una città "del futuro"?
Ammetto che non è per niente elegante vedere qualcuno che parla con in bocca una gomma da masticare, ma da qui a vietarla completamente, con tanto di multa in caso di utilizzo, ce ne passa.
Che infanzia triste però non poter fare i palloncini con le Bigbuble.
Vabbè, questo è sicuramente uno dei divieti più bizzarri del mondo, ma non è l'unico che viene imposto ormai da anni a Singapore.
Dal 1992, in questa città-stato è vietata la vendita e l'importazione di gomme da masticare, ad eccezione di quelle a scopo terapeutico.
Il motivo? Mantenere le strade pulite e prevenire atti di vandalismo.
Che in linea di massima direi che sono motivazioni molto valide ma la multa di 700€, che diventa di 1000€ in caso di reiterazione, mi sembra un pochino esagerata.
Sbarcare a Singapore, dopo tre mesi nel deserto australiano devo ammettere che mi ha dato una carica inaspettata. Mi è sembrato per un giorno di essere in un enorme luna park a tema Asia.
China Town con le lanterne e lo street food.
Little India con gli incensi e i templi indù.
Il quartiere malese con la moschea e i negozi di stoffe.
Tante culture che si mescolano all'ombra di alti grattacieli e alberi artificiali.
Questa città sembra un riassunto dell'Oriente, ma con una spinta verso il business e la tecnologia.
Una città che qualcuno definirebbe moderna e qualcuno tradizionale.
A un primo impatto pulita e ordinata, a un secondo sguardo controllata e disparitaria.
Per qualcuno una chimera per qualcuno una prigione.
"Singapore, vado a Singapore..." recitava una canzone degli anni '70.
E così eccoci qui a Singapore per 12 ore, complice uno scalo lungo, biglietti aerei economici e mezzi di trasporto efficienti che in pochi minuti e pochi euro ti portano in centro.

Le città con troppe regole mi mettono sempre in soggezione. Mi danno l'idea che ci sia un "grande fratello" invisibile pronto a multarti se fai qualcosa di sbagliato. In genere il pensiero mi infastidisce per le prime ore, ma poi me ne dimentico e non noto nemmeno più tutte quelle telecamere agli incroci.
Per Singapore credo di essermi fatta un po' influenzare dalla guida che mi sono letta nelle 4 ore di volo da Perth.
Dopo le attrazioni, i simboli della città, i piatti da assaggiare, un bel capitolo era dedicato alle regole da seguire.
"VIETATO MANGIARE E BERE SUI MEZZI PUBBLICI".
"Anche bere solo acqua può portare a sanzioni" specificava la guida.
In effetti Singapore non è una città calda e umida. Che bisogno c'è di idratarsi mentre si è sull'autobus?
E poi divieto di spogliarsi, che io mi aspettavo volesse dire che non puoi girare nudo per strada. Per carità, posso capire che vedere gente senza vestiti nel quartiere degli affari sia decisamente fuori luogo.
In realtà, però, questo divieto si applica anche a comportamenti più innocenti come cambiarsi i vestiti in luoghi pubblici. Le conseguenze possono essere gravi, con sanzioni che includono multe e l’arresto.

C'è qualcosa che però mi ha scioccato ancora di più di questi divieti e di altri come non fumare nei luoghi pubblici, non sputare, non spargere rifiuti, non cercare di adescare clienti urlando ecc...
E sono le frustate.
Lo so, ci sono grattacieli con finte barche sopra e foreste alimentate con pannelli solari, ma se imbratti un muro rischi di essere frustato.
Sì esatto, una punizione corporale degna delle peggiori dittature, ma applicata con classe ed eleganza.
È riservata ai criminali di sesso maschile di età inferiore ai cinquant'anni, previo parere medico.
La legge di Singapore prevede la fustigazione per oltre 30 tipi di reato, inclusi il prendere qualcuno in ostaggio, rapina, uso di droga, vandalismo e insurrezione. La fustigazione è anche una punizione obbligatoria in caso di stupro, traffico di droga, usura e per il supporto a stranieri che permangono nel Paese oltre i 90 giorni di visto.
Anche attraversare la strada fuori dalle strisce pedonali è reato, ma per fortuna quello è punito solo con una multa, altrimenti credo che almeno la metà dei pedoni che abbiamo incrociato, camminando nei diversi quartieri, verrebbero considerati criminali incalliti.
Modernità, ricchezza e sicurezza ma a discapito di libertà e privacy. È davvero questa la via migliore possibile per vivere in una città "del futuro"?
Angela (e Paolo)