Colico: il Carnevale di Laghetto con la 'firma' (storica) della famiglia Gilardoni
Un Carnevale sempre speciale quello che ogni anno vede protagonista a Laghetto di Colico la famiglia Gilardoni, che da oltre quattro decenni partecipa ai festeggiamenti organizzati dalla Parrocchia - in scena ieri, per questo 2025 - che in questa zona segue il rito romano e termina dunque con il martedì grasso che precede il mercoledì delle ceneri.


Nonno Angelo, infatti, nel 1984 ha iniziato quella che è diventata una vera e propria passione per la costruzione dei carri allegorici per la sfilata della propria frazione, non sapendo ancora che l'avrebbe trasmessa prima ai figli e poi ai nipoti.

Una quarantina, oggi, le persone che contribuiscono: i "veicoli", realizzati su un pianale trainato da un trattore, rappresentano scene, persone, fatti storici o mitologici, e insieme ad altri, provenienti anche da fuori paese, si “sfidano” in quella che è la giornata più "pazza" e colorata dell’anno, che offre grande divertimento a chi assiste alla sfilata con il lancio di coriandoli e tanta musica.


Divertimento che le quattro generazioni dei Gilardoni - con i genitori, sette figli, sedici nipoti e quattro pronipoti, più alcuni cugini - hanno assicurato anche durante la preparazione e ideazione dei carri, realizzati non con largo anticipo, bensì a pochi giorni dalla data fissata per il corteo. Una volta pensato a cosa costruire, l’allegra "combriccola" è solita ritrovarsi a casa dei nonni, dove a ciascuno viene assegnato un compito: ai più piccoli, "armati" di pennello e colori, tocca infatti dipingere i vari componenti di rivestimento, ai giovani invece spetta l’assemblamento delle parti più leggere, mentre agli uomini va l'onere delle basi che faranno da sostegno a tutto il resto.
Solitamente sono due (ma in alcuni anni sono stati anche tre) i carri che la famiglia allestisce per la kermesse carnevalesca, con temi diversi che spaziano da veicoli a motore come aerei, navi e treni, oppure ispirati a personaggi dei cartoni animati e addirittura alla satira della politica, fino a toccare argomenti più importanti come il rispetto per l’ambiente. Per questa edizione la scelta è caduta sul castello delle fiabe di Walt Disney e sulla tradizione contadina locale con i “Marzirö", ovvero l’antico rito propiziatorio di fine febbraio, in cui, attraverso il forte rumore generato da campanacci portati sui pascoli, si scacciava l’inverno, accogliendo così la primavera e la nuova stagione.


Una volta creata e addobbata la struttura, lo step successivo è stato dedicato ai costumi per i partecipanti: all’interno della casa paterna, un intero locale è stato quindi adibito a guardaroba, così da raccogliere i diversi travestimenti utilizzati negli anni da cui puntualmente vengono attinti i diversi abiti che, accuratamente modificati, a seconda della taglia di chi li indossa e del soggetto di riferimento, vengono poi cuciti e modificati secondo il bisogno.

Una bella tradizione, questa della famiglia Gilardoni, che di anno in anno trasmette la sua passione a tutti i suoi membri, fin da piccoli, in modo da poterla sempre portare avanti.

La famiglia Gilardoni durante i preparativi

Nonno Angelo, infatti, nel 1984 ha iniziato quella che è diventata una vera e propria passione per la costruzione dei carri allegorici per la sfilata della propria frazione, non sapendo ancora che l'avrebbe trasmessa prima ai figli e poi ai nipoti.

Una foto d'epoca del Carnevale targato Gilardoni
Una quarantina, oggi, le persone che contribuiscono: i "veicoli", realizzati su un pianale trainato da un trattore, rappresentano scene, persone, fatti storici o mitologici, e insieme ad altri, provenienti anche da fuori paese, si “sfidano” in quella che è la giornata più "pazza" e colorata dell’anno, che offre grande divertimento a chi assiste alla sfilata con il lancio di coriandoli e tanta musica.


Divertimento che le quattro generazioni dei Gilardoni - con i genitori, sette figli, sedici nipoti e quattro pronipoti, più alcuni cugini - hanno assicurato anche durante la preparazione e ideazione dei carri, realizzati non con largo anticipo, bensì a pochi giorni dalla data fissata per il corteo. Una volta pensato a cosa costruire, l’allegra "combriccola" è solita ritrovarsi a casa dei nonni, dove a ciascuno viene assegnato un compito: ai più piccoli, "armati" di pennello e colori, tocca infatti dipingere i vari componenti di rivestimento, ai giovani invece spetta l’assemblamento delle parti più leggere, mentre agli uomini va l'onere delle basi che faranno da sostegno a tutto il resto.


Una volta creata e addobbata la struttura, lo step successivo è stato dedicato ai costumi per i partecipanti: all’interno della casa paterna, un intero locale è stato quindi adibito a guardaroba, così da raccogliere i diversi travestimenti utilizzati negli anni da cui puntualmente vengono attinti i diversi abiti che, accuratamente modificati, a seconda della taglia di chi li indossa e del soggetto di riferimento, vengono poi cuciti e modificati secondo il bisogno.

Una bella tradizione, questa della famiglia Gilardoni, che di anno in anno trasmette la sua passione a tutti i suoi membri, fin da piccoli, in modo da poterla sempre portare avanti.
M.A.