Lecco, magistrati in sciopero: un caffè per fermare la riforma

Mancano magistrati (la scopertura di organico è pari al 16.7%). E scarseggia anche il personale amministrativo, in particolare tra i cancellieri esperti, con una carenza del 42%. Tra le fila della Polizia Giudiziaria, ci sono, a livello nazionale, oltre 22.000 caselle da riempire. scioperomagistrati1.jpg (276 KB)Mentre poi ci si riempie la bocca con termini come "processo telematico", nei Palazzi di Giustizia dello Stivale non sempre ci sono PC e programma adeguati, con quasi il 60% tra giudici e pubblici ministeri arrivato a dichiarare, in un recente sondaggio, di non aver ricevuto una adeguata formazione sulle procedure informatiche necessarie per operare.
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In una situazione del genere, a fronte anche - dall'altra parte della "barricata" - di un sovraffollamento carcerario ormai cronico ed un numero di suicidi dietro le sbarre allarmante (83 nel 2024), mentre il "sistema giustizia" invoca dunque risorse (e vengono tagliati fondi per circa 500 milioni di euro), la politica si sta occupando, in via prioritaria, di una riforma che nulla a che vedere con tutto ciò e che, dunque, è stato ribadito quest'oggi, anche da Lecco, non porterà alcun beneficio al cittadino. 
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La coccarda simbolo dello sciopero

Giornata di sciopero, quella odierna, nei Tribunali e nelle Procure: l'Associazione nazionale magistrati ha proclamato una mattinata di astensione - con l'adesione a livello nazionale stimata attorno all'80% - contro il disegno di legge costituzionale n. 1917 presentato alla Camera dei Deputati il 13 giugno 2024 e rubricato “norme in materia di ordinamento giurisdizionale ed istituzione della Corte disciplinare”, composto da otto disposizioni che modificano gli articoli 87, 102, 104, 104, 106, 107, 110 della Costituzione.
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Chiara Stoppioni

"Il D.D.L. muta profondamente l’attuale assetto della magistratura voluto dai Padri Costituenti incidendo su tre aspetti" ha sottolineato, in una nota diffusa nei giorni scorsi, la sottosezione di Lecco, presieduta dal sostituto procuratore Chiara Stoppioni che, questo pomeriggio, in apertura dell'assemblea promossa al primo piano del Palazzo di Giustizia ha dato lettura del testo con cui l'ANM ha motivato la propria presa di posizione.difrancesco.jpg (217 KB)
Chiara Di Francesco

Ciascuno dei tre temi è stato poi snocciolato – dinnanzi a una nutrita platea, con i magistrati lecchesi fianco a fianco di avvocati e personale amministrativo ma anche di esponenti delle forze dell'ordine e di qualche cittadino “impegnato”, da Irene Riva a Virginio Brivio – da un relatore: la Presidente della Sezione penale Bianca Maria Bianchi ha parlato della separazione delle carriere di Giudici e Pubblici Ministeri; il sostituto procuratore Chiara Di Francesco ha introdotto l’istituzione di due diversi organi di autogoverno i cui membri verranno non eletti ma estratti a sorte; l'intervento del Giudice della Sezione Civile Dario Colasanti che ha inquadrato, infine, l’introduzione di un’unica Alta Corte per i procedimenti disciplinari a carico di magistrati che, pertanto, non verranno più decisi dall’organo di autogoverno.
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Dario Colasanti

Il tutto senza risparmiare schiette considerazioni. Per quest'ultimo, per esempio, stiamo assistendo a una delegittimazione, su basi false, della magistratura, mentre la collega Bianchi, dopo aver sostenuto come l'accusa mossa ai giudici di appiattirsi sulle tesi dei pm per “colleganza” sia smentita dall'esito dei processi stessi che nel 40-50% dei casi si chiudono con un'assoluzione e dunque in favore degli imputati, è arrivata a sostenere come, qualora la riforma dovesse essere attuata, sarà una maggioranza politica, tale per il consenso ricevuto, a decidere quali inchieste fare e quali no.
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Bianca Maria Bianchi

“Un processo come quello per i fatti della Diaz di Genova lo potremo fare ancora? Un processo ai potenti?” l'esplicita domanda posta, ricevendo un applauso, riservato poi anche alla dottoressa Di Francesco teorizzando si stia cercando di attuare una “misura punitiva rispetto alla magistratura ordinaria”. 
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Marco Tremolada

“Fortemente contrario” alla riforma si è detto anche il Presidente del Tribunale Marco Tremolada (non presente invece all'assemblea, al contrario di tutti i suoi sostituti, incluso quello in maternità, il Procuratore Capo Ezio Domenico Basso): “questa è una riforma che vuole ridimensionare il Pubblico Ministero. Vedremo come andrà a finire: non è detto che raggiunga l’obiettivo che si prefigge, anzi”, ha sostenuto memore di quanto già avvenuto con la riforma dell'89, “fatta perché il pm prima era considerato troppo potente. In realtà non è mai stato cosi potente come dal 1990...”.
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Gianluca Piantadosi

“Non cerchiamo contrapposizione con il governo, con questo e nessun altro: abbiamo il “privilegio” di essere tecnici e da tecnici diciamo “state attenti”” la chiosa del Giudice Gianluca Piantadosi, segretario della sottosezione locale dell'ANM che, questa mattina, ha partecipato anche alla conferenza organizzata a Milano, con tanto di flash mob. A Lecco, invece, dopo il dibattito aperto al contributo dei presenti, ci si è spostati al bar, per sorseggiare, davvero, tutti insieme, un espresso. “Pausa caffè per farci sentire”, del resto, il titolo dell'iniziativa. 
A.M.
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