Olginate: al via il ciclo di talk sul design, focus su Elio Fiorucci

È partita a Olginate, nella Sala Conferenze dell’Ex Palazzo Municipale, la quinta edizione di "Un mondo senza oggetti? No!", il ciclo di talk dedicati al design in vista del Salone del Mobile di Milano 2025, organizzato dal Comune.
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Prasanth Cattaneo e Fabio Cherstich

Curato da Prashanth Cattaneo, l'evento si conferma un appuntamento fisso della programmazione culturale del territorio lecchese, portando a Olginate professionisti e autori di rilievo nazionale e internazionale. Nel primo incontro Fabio Cherstich, Set ed exhibit designer, incaricato dell'allestimento della mostra "Elio Fiorucci" in Triennale a Milano, visitabile fino al 16 marzo, ha raccontato della scena e del sottotesto dell'esposizione, “con un taglio stravagante ma rispettoso”.
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Sulla sinistra Roberta Valsecchi

L’assessore Roberta Valsecchi, in apertura, si è rivolta alla sala piena con la domanda: "Perché questa serata?" per poi spiegare: "Anche se il paese di Olginate è piccolo non dobbiamo fare necessariamente cose piccole. Grazie a Prashanth abbiamo ospiti di eccellenza ogni anno”.
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Sulla destra Pamela Maggi

Pamela Maggi ha invece portato i saluti e i ringraziamenti a nome dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Lecco; per la prima volta, l’evento ha avuto anche il patrocinio della Delegazione Lombardia di ADI - Associazione per il Disegno Industriale.
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A curare la mostra è stato un regista teatrale, Fabio Cherstich. Sì, perché l’opera di Fiorucci (1935-2015) è stata scenica, e in questo modo si è creata in Triennale un'esposizione in grado di rendergli giustizia, dedicata alla moda, ma anche a design, architettura e grafica. Cherstich ha dato vita a un allestimento con diversi gradi di lettura. Telefono, video e musica: questi alcuni degli elementi fondamentali della narrazione di una mostra, per vedere la quale sono necessarie più di due ore piene. 
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Fiorucci, che credeva nel talento degli altri e voleva usarlo, farlo emergere, ha aperto e chiuso negozi, rivoluzionato il design, abbracciato il multiculturalismo, “rifiutato il binarismo da sempre” e creato la non-pubblicità. La mostra si apre in modo simbolico: varcando un sipario con il suo volto stampato, si entra letteralmente nella sua testa. 
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Vi si legge anche un tema che Fiorucci scrisse da ragazzino: "Come desidero e come immagino il mio avvenire". Molto particolare la scena, che ricrea una vecchia aula scolastica, dove però al posto della lavagna nera c’è una finestra aperta sul mondo. Perché la moda, secondo Fiorucci, non era mai solo apparenza. “Da lui andavano gli intellettuali di Lotta Continua nutriti di letteratura e filosofia, persone in grado di arricchire il reale", è stato raccontato. "E le immagini sono sia contenitore, che contenuto, da leggere in profondità, fino a farle diventare tridimensionali".
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Ma Elio Fiorucci, attivo dagli anni ’60, non era solo un designer: era un visionario, un provocatore. La mostra a lui dedicata, curata da Judith Clark, con occhio britannico distaccato, quasi analitico, ben combinato con lo sguardo dell’allestitore Fabio Cherstich, è molto più di una semplice retrospettiva. È un viaggio nel mondo di un uomo che ha rivoluzionato il modo di vivere il presente e di pensare la moda, discotecaro notturno. A Milano tutti conoscono Fiorucci, ma questa esposizione ne svela il lato più intimo e sperimentale, quello di un innovatore nato, capace di incatenarsi per protestare contro le pellicce, che vestiva borghese ma rifiutava l’omologazione, che credeva nella moda come spazio di creatività assoluta e ha sempre cercato l’unicità, mai la convenzionalità. I suoi negozi erano veri e propri spettacoli, ambienti scenografici che mescolavano design, arte e cultura pop. 
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L’allestimento della mostra gli rende omaggio proprio con questa dimensione teatrale con pareti sospese, grazie ad affissioni al neon e riferimenti ai colori e alle luci dell’America nonché alle gallerie di Torino, grandi fonti d’ispirazione. "Se un’inaugurazione è qualcosa di finito, allora è solo un invito". Con questa filosofia prende forma un’esposizione che non è solo celebrazione, ma una vera e propria esperienza immersiva, che coinvolge tutti i sensi.
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Il prossimo Talk si terrà mercoledì 12 marzo alle 21.00 e sarà incentrato su design e allestimenti. L'ospite principale sarà Fosbury Architecture, il collettivo che ha curato il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2023.
M.Bo.
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