Anche a Lecco sindacati e lavoratori in piazza per il rinnovo del CCNL
Un centinaio di lavoratori ha partecipato al presidio tenutosi davanti alla sede lecchese di Confindustria, in via Caprera, nell’ambito delle iniziative organizzate dai sindacati confederali (Cgil, Cisl e Uil) in occasione dello sciopero nazionale della categoria per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro, le cui trattative con Federmeccanica (l’organizzazione di categoria degli imprenditori del settore) sono in corso da un anno ma sono ora interrotte. Lo stallo è sulla gran parte delle richieste presentate un anno fa, alla scadenza del precedente contratto, dalle organizzazioni sindacali, a partire dall’aumento in busta paga di 280 euro lordi.
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“Contratto contratto” è stato lo slogan più volte scandito dai partecipanti in un frastuono di trombette e fischietti e qualche canzone d’antan diffusa da un altoparlante.
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Presenti alla manifestazione anche i tre segretari locali dei sindacati di categoria: per la Fiom-Cgil Fabio Anghileri, per la Fim-Cisl Enrico Vacca e per la Uilm Gabriella Trogu.
«Lo sciopero è stato organizzato per sbloccare la contrattazione a livello nazionale – le parole di Anghileri – che è a un punto fermo perché Confindustria non vuole riaprire la discussione. Rivendichiamo la nostra dignità ad avere una retribuzione vera e il rispetto di un milione e 600mila lavoratori che a livello nazionale costituiscono il comparto metalmeccanico. Quella di oggi era unìiniziativa simbolica, ma altre seguiranno se Confindustria resterà sorda alle nistre richieste»
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Vacca ha aggiunto che la trattativa va riaperta subito e su tutti i punti sia salariali che normativi: «Aspettiamo il rinnovo del contratto da un anno. E’ una situazione inaccettabile così come è inaccettabile la contropiattaforma presentata da Federmeccanica che non riconosce nessuna delle richieste avanzate dai sindacati».
Infine, Trogu ha spostato l’attenzione a livello locale: «L’industria lecchese fa da traino a quella lombarda e nazionale, ma nello stesso tempo è la città più cara della Lombardia. Ecco perché per i lavoratori quell’aumento di 280 euro è importante».
“Contratto contratto” è stato lo slogan più volte scandito dai partecipanti in un frastuono di trombette e fischietti e qualche canzone d’antan diffusa da un altoparlante.
I tre segretari: Enrico Vacca, Fabio Anghileri, Gabriella Trogu
Presenti alla manifestazione anche i tre segretari locali dei sindacati di categoria: per la Fiom-Cgil Fabio Anghileri, per la Fim-Cisl Enrico Vacca e per la Uilm Gabriella Trogu.
«Lo sciopero è stato organizzato per sbloccare la contrattazione a livello nazionale – le parole di Anghileri – che è a un punto fermo perché Confindustria non vuole riaprire la discussione. Rivendichiamo la nostra dignità ad avere una retribuzione vera e il rispetto di un milione e 600mila lavoratori che a livello nazionale costituiscono il comparto metalmeccanico. Quella di oggi era unìiniziativa simbolica, ma altre seguiranno se Confindustria resterà sorda alle nistre richieste»
Vacca ha aggiunto che la trattativa va riaperta subito e su tutti i punti sia salariali che normativi: «Aspettiamo il rinnovo del contratto da un anno. E’ una situazione inaccettabile così come è inaccettabile la contropiattaforma presentata da Federmeccanica che non riconosce nessuna delle richieste avanzate dai sindacati».
Infine, Trogu ha spostato l’attenzione a livello locale: «L’industria lecchese fa da traino a quella lombarda e nazionale, ma nello stesso tempo è la città più cara della Lombardia. Ecco perché per i lavoratori quell’aumento di 280 euro è importante».
D.C.