Alto Lago: altro caso di maltrattamenti in Tribunale

Il suo arrivo a Palazzo di Giustizia è stato segnalato dall'allarme che si è attivato sul dispositivo della ex compagna: a udienza già avviata C.R., sottoposto alla misura del divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico, si è accomodato al banco degli imputati per assistere al procedimento penale in cui è accusato di maltrattamenti in famiglia, violenza privata e violazione di domicilio.
Al suo ingresso in aula, questa mattina, la persona offesa, residente in un comune dell'Alto Lago, stava già rendendo la propria testimonianza al collegio giudicante presieduto dal giudice Paolo Salvatore, a latere le colleghe Martina Beggio e Giulia Barazzetta: diversi sarebbero stati gli episodi che avrebbero spinto la donna a denunciare il padre di sua figlia, tutti apparentemente dovuti all'abuso di sostanze. Se già era stato preso in carico presso il SerT a causa di precedenti problemi con la giustizia, la relazione fra i due si sarebbe interrotta quando l'uomo non avrebbe mostrato segni di miglioramento.
“Mi chiedeva soldi in continuazione per comprarsi la droga e quando non gliene davo, dava in escandescenze. Io cercavo sempre di calmarlo e di tranquillizzarlo” ha spiegato la teste rispondendo alle domande del sostituto procuratore Chiara Stoppioni. “Una volta non avevo soldi da dargli e lui mi ha fatto chiamare i suoi spacciatori pregandoli di dargli qualcosa”.
“Non è una persona pericolosa nei miei confronti” ha ribadito più volte nel corso del proprio esame. “Non farebbe mai del male né a me, né a mia figlia”; nel mentre snocciolava i fatti – più o meno violenti - riportati in querela.
Tra questi quando, la scorsa primavera, alle prime luci dell'alba C.R. si sarebbe messo a lavorare in garage sulla propria bicicletta impugnando un martello: la convivente l'avrebbe raggiunto per chiedergli di far meno rumore e lui, di tutta risposta avrebbe lanciato l'attrezzo (“ma non l'ha fatto per prendere me” ha specificato la donna “volevo chiamare i Carabinieri perché ero un po' agitata ma poi lui si è tranquillizzato”).
L'unica volta in cui le avrebbe messo le mani addosso, sarebbe stato il 17 luglio scorso:  i due si sarebbero messi a discutere per l'ennesima richiesta di denaro da parte di lui, che, al rifiuto della ex, l'avrebbe afferrata con forza per un braccio, provocandole degli evidenti lividi poi refertati in 10 giorni di prognosi.
Sarebbe stata in quell'occasione, con la figlioletta in casa ad assistere al litigio, che la donna, esasperata, si sarebbe decisa a sporgere denuncia: “gli ho detto che l'avrei portato a prelevare dei soldi, poi appena è uscito l'ho chiuso fuori casa”.
Il pomeriggio stesso l'ex compagno l'avrebbe chiamata al telefono, insultandola e intimandole di tornare a casa nel giro di dieci minuti. “Questa me la paghi” le avrebbe detto poi, quando lei si sarebbe presentata a casa scortata dai Carabinieri. Su consiglio dei militari, la donna avrebbe preparato le valige per tutti: lui sarebbe andato via con suo padre, mentre lei sarebbe stata ospitata insieme alla figlia da una persona fidata.
Sebbene l'iniziale scetticismo nel lasciare la propria abitazione insieme alla piccola, questa decisione le avrebbe risparmiato un ulteriore spiacevole episodio: “una mattina intorno alle 6 mi ha chiamato la mia vicina, che abita nella stessa palazzina al piano di sotto, per dirmi che C. mi aveva spaccato la persiana, il vetro della porta finestra ed era entrato in casa. Probabilmente mi stava cercando”.
Dopo una breve sospensione dell'udienza, il pm ha riferito al collegio che appena i giudici si erano ritirati dall'aula l'uomo avrebbe iniziato a parlare con la persona offesa (“hai fatto bene a denunciarmi” le avrebbe detto) e, su richiesta del proprio difensore e del sostituto procuratore di non parlare con la teste, si sarebbe rivolto alla dottoressa Stoppioni proferendo la frase “non mi rompere i coglioni”. L'episodio è stato messo a verbale e si è proseguito (in assenza dell'imputato, che già si era allontanato spontaneamente dal Palazzo) con le brevi deposizioni di due carabinieri, poi il dott. Salvatore ha rinviato per il proseguimento dell'istruttoria dibattimentale al prossimo mese.
F.F.
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