Lecco 'a misura di donna': un percorso con il Soroptimist Club, si parte dal parco di via Pizzi
Costruire una Lecco "a misura di donna". Questa l'ambizione che ha spinto il Comune ad aderire al manifesto di Soroptimist "La città che vorrei", frutto di un protocollo d'intesa tra il club e ANCI nazionale che si propone di ascoltare la voce delle donne e favorire la loro partecipazione attiva ai tavoli della (ri)progettazione urbana, per sfruttare "un punto di vista che arricchisce e che, per eccellenza, è il più inclusivo possibile".
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Parole, queste ultime, del sindaco di Lecco Mauro Gattinoni, che oggi durante la conferenza stampa di presentazione del manifesto ha sottolineato come l'iniziativa - che la Giunta ha sposato formalmente nel novembre scorso approvando la delibera di adesione - si integri perfettamente nel percorso della variante generale del PGT, per una città che, grazie anche al contributo delle donne, possa diventare un ecosistema urbano attrattivo, inclusivo, sicuro e davvero sostenibile a livello ambientale, economico, sociale e culturale.
Nel concreto, per iniziare quello che si auspica possa essere un lungo percorso condiviso "che guardi al futuro, a generazioni con esigenze molto diverse da quelle a cui eravamo abituati", il Soroptimist Club di Lecco ha deciso di portare avanti, grazie a un "patto di collaborazione", un progetto che avrà risultati tangibili a beneficio dell'intera cittadinanza, ovvero la riorganizzazione e riqualificazione del parco pubblico in via Pizzi, dove verranno posate anche una panchina rossa, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, e due nuove altalene, di cui una inclusiva: un gesto di concreta applicazione del manifesto, per cui è già stata aperta anche un'apposita raccolta fondi presso la Fondazione Comunitaria del Lecchese.
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"Siamo in una fase storica di grande evoluzione, e noi vogliamo guardare al futuro con la speranza che le donne possano avere un ruolo sempre più centrale, anche e soprattutto quando si tratta di prendere decisioni" ha commentato Silvia Villa, presidente del Soroptimist Club di Lecco che tra l'altro proprio quest'anno festeggerà il proprio 50°. Come ha spiegato quest'ultima, il sodalizio è diffuso a livello internazionale e coinvolge donne impegnate in società, "che credono nelle proprie idee e non hanno paura di esprimerle": i pilastri dell'attività sono l'educazione, l'empowerment, i diritti umani, il contrasto alla violenza e lo sviluppo sostenibile.
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"Il manifesto "La città che vorrei" è nato a seguito di un questionario somministrato a circa 5.000 donne in tutta Italia, da cui sono emersi problemi molto concreti e varie insoddisfazioni per quanto riguarda per esempio l'inquinamento, la mobilità, la sicurezza e il decoro. Gli obiettivi sono ben precisi: indurre i vari club a lavorare sui rispettivi territori per la rigenerazione urbana, mettendo la persona al centro" ha spiegato Marta Airoldi, past president del Soroptimist e responsabile dei progetti di questo tipo. "Nell'ottica di rendere la nostra città più attrattiva, green e resiliente, inclusiva e sicura, abbiamo quindi proposto il manifesto al Comune come strumento per un percorso condiviso, che partirà appunto dal parco di via Pizzi".
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Dopo i lavori di riqualificazione e "restyling", l'area sarà inaugurata il prossimo 7 giugno, in un fine settimana di festeggiamenti per il 50° anniversario del Soroptimist: alla cerimonia, aperta al pubblico, parteciperanno anche i bambini della vicina Scuola Primaria De Amicis, mentre sul medio-lungo termine l'idea è quella di collaborare anche con il Politecnico, che con le competenze dei suoi professionisti può offrire un aiuto concreto ai sottoscrittori del manifesto, per realizzare una serie di iniziative ed eventi più strutturati.
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Ma Lecco, in fin dei conti, è una città "a misura di donna"? "Al momento non abbiamo dati numerici, ma la sensazione che abbiamo durante i nostri interventi agli incontri nazionali è quella di essere più avanti di altri sotto vari punti di vista: qui si sono già create situazioni "diverse", ma c'è ancora tanto da fare" ha commentato ancora Silvia Villa. A esprimere soddisfazione per quella che è stata definita "un'azione per le donne e con le donne" anche la vice sindaco di Lecco Simona Piazza, tra l'altro neo socia del Soroptimist Club, che insieme a Gattinoni ha spiegato come, attraverso l'adesione al manifesto, il Comune si sia impegnato ad adottare progressivamente "una valutazione di impatto di genere per gli interventi di politiche urbane e prassi amministrative", nonché a individuare "forme efficaci di informazione, coinvolgimento e rendicontazione" e a programmare "nuove forme di partecipazione al percorso di realizzazione degli obiettivi dell'Agenda 2030".
A Soroptimist, dunque, il ringraziamento per la "spinta" nella direzione "di un fondamentale sguardo al femminile anche nei campi della progettazione urbana". Via Pizzi, in questo senso, è solo un punto di partenza.
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Parole, queste ultime, del sindaco di Lecco Mauro Gattinoni, che oggi durante la conferenza stampa di presentazione del manifesto ha sottolineato come l'iniziativa - che la Giunta ha sposato formalmente nel novembre scorso approvando la delibera di adesione - si integri perfettamente nel percorso della variante generale del PGT, per una città che, grazie anche al contributo delle donne, possa diventare un ecosistema urbano attrattivo, inclusivo, sicuro e davvero sostenibile a livello ambientale, economico, sociale e culturale.
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Silvia Villa
"Siamo in una fase storica di grande evoluzione, e noi vogliamo guardare al futuro con la speranza che le donne possano avere un ruolo sempre più centrale, anche e soprattutto quando si tratta di prendere decisioni" ha commentato Silvia Villa, presidente del Soroptimist Club di Lecco che tra l'altro proprio quest'anno festeggerà il proprio 50°. Come ha spiegato quest'ultima, il sodalizio è diffuso a livello internazionale e coinvolge donne impegnate in società, "che credono nelle proprie idee e non hanno paura di esprimerle": i pilastri dell'attività sono l'educazione, l'empowerment, i diritti umani, il contrasto alla violenza e lo sviluppo sostenibile.
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Marta Airoldi
"Il manifesto "La città che vorrei" è nato a seguito di un questionario somministrato a circa 5.000 donne in tutta Italia, da cui sono emersi problemi molto concreti e varie insoddisfazioni per quanto riguarda per esempio l'inquinamento, la mobilità, la sicurezza e il decoro. Gli obiettivi sono ben precisi: indurre i vari club a lavorare sui rispettivi territori per la rigenerazione urbana, mettendo la persona al centro" ha spiegato Marta Airoldi, past president del Soroptimist e responsabile dei progetti di questo tipo. "Nell'ottica di rendere la nostra città più attrattiva, green e resiliente, inclusiva e sicura, abbiamo quindi proposto il manifesto al Comune come strumento per un percorso condiviso, che partirà appunto dal parco di via Pizzi".
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Alcune socie del Soroptimist Club di Lecco
Dopo i lavori di riqualificazione e "restyling", l'area sarà inaugurata il prossimo 7 giugno, in un fine settimana di festeggiamenti per il 50° anniversario del Soroptimist: alla cerimonia, aperta al pubblico, parteciperanno anche i bambini della vicina Scuola Primaria De Amicis, mentre sul medio-lungo termine l'idea è quella di collaborare anche con il Politecnico, che con le competenze dei suoi professionisti può offrire un aiuto concreto ai sottoscrittori del manifesto, per realizzare una serie di iniziative ed eventi più strutturati.
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Ma Lecco, in fin dei conti, è una città "a misura di donna"? "Al momento non abbiamo dati numerici, ma la sensazione che abbiamo durante i nostri interventi agli incontri nazionali è quella di essere più avanti di altri sotto vari punti di vista: qui si sono già create situazioni "diverse", ma c'è ancora tanto da fare" ha commentato ancora Silvia Villa. A esprimere soddisfazione per quella che è stata definita "un'azione per le donne e con le donne" anche la vice sindaco di Lecco Simona Piazza, tra l'altro neo socia del Soroptimist Club, che insieme a Gattinoni ha spiegato come, attraverso l'adesione al manifesto, il Comune si sia impegnato ad adottare progressivamente "una valutazione di impatto di genere per gli interventi di politiche urbane e prassi amministrative", nonché a individuare "forme efficaci di informazione, coinvolgimento e rendicontazione" e a programmare "nuove forme di partecipazione al percorso di realizzazione degli obiettivi dell'Agenda 2030".
A Soroptimist, dunque, il ringraziamento per la "spinta" nella direzione "di un fondamentale sguardo al femminile anche nei campi della progettazione urbana". Via Pizzi, in questo senso, è solo un punto di partenza.
B.P.