Calolzio: continua l’attività del Coordinamento Lecchese ''Stop al Genocidio'', ponte di solidarietà
La crisi umanitaria a Gaza continua, così come persiste l’impegno del Coordinamento Lecchese Stop al Genocidio, determinato a proseguire con azioni di sensibilizzazione, supporto concreto e boicottaggio.
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Si è tenuta l'altra sera, presso lo spazio condiviso Arci di Calolziocorte, la presentazione delle numerose iniziative che, all’indomani dei tragici eventi del 7 ottobre, il gruppo di cittadini ha iniziato senza sosta a promuovere, con l'obiettivo di denunciare il regime di apartheid e il genocidio che il popolo palestinese subisce da oltre settant'anni.
La loro azione non si limita alla sensibilizzazione: attraverso cortei, manifestazioni, presentazioni di libri e proiezioni di reportage giornalistici, il Coordinamento promuove una solidarietà concreta, fornendo supporto diretto a chi vive l'inferno quotidiano della Striscia.
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Il progetto "Gaza chiama, Lecco risponde” ha permesso di sostenere la creazione di una scuola a Al Nuseirat, nel centro della Striscia, grazie alle donazioni raccolte. Mohammed, ingegnere di Gaza, è il cuore pulsante di questa iniziativa: ha costruito la struttura da zero, partendo da due grandi tende, e oggi circa 200 bambini ricevono un'educazione in arabo, inglese, matematica e arte.
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"L'istruzione è la nostra resistenza non violenta. Senza educazione non c’è nessuna vita, e nessuna libertà, così come senza i bambini'' ha affermato Mohammed in un video trasmesso durante la presentazione, consapevole che senza educazione non vi è futuro. La scuola non offre solo conoscenza, ma anche pasti caldi, un supporto essenziale per i bambini, certamente i più colpiti da questa immensa tragedia, che ancora non accenna ad arrestarsi.
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Le difficoltà economiche continuano ed essere enormi, il prezzo dei beni di prima necessità nella Striscia di Gaza è insostenibile: un chilo di farina costa fino a 7 dollari, il latte in polvere parte da 15 dollari, e una famiglia di quattro persone necessita di almeno 150 dollari a settimana per i bisogni essenziali, cifra che sale a 250 dollari se si considerano carne, frutta e verdura.
"I prezzi sono fuori controllo, reperire materiali scolastici o anche solo cibo è diventato impossibile per la maggior parte delle famiglie" ha denunciato il Coordinamento.
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Il sostegno economico raccolto dal Coordinamento ammonta attualmente a circa 15.900 euro, ai quali si aggiungono altre donazioni private. Inoltre, sono stati donati 3.500 euro al progetto di un'ambulanza per Gaza dell'Associazione Amicizia Bergamo-Palestina e 750 euro all'Associazione Vento di Terra, per un totale complessivo di 20.151 euro.
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"Non possiamo fermarci, ogni contributo è fondamentale per garantire non solo sopravvivenza, ma anche dignità a queste persone" hanno sottolineato.
Oltre al sostegno scolastico, l'assenza di elettricità complica ulteriormente la situazione. La piccola scuola nella striscia ha bisogno di pannelli solari, batterie e inverter, che hanno un costo che si aggira sui 5.000 dollari.
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Tuttavia, questi materiali non vengono inclusi negli aiuti umanitari e non riescono a entrare nella Striscia.
"Senza energia, la vita si ferma: l'elettricità è fondamentale non solo per l'istruzione, ma anche per la sopravvivenza quotidiana" ha spiegato Mohammed.
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La mancanza di energia elettrica impedisce anche la conservazione di alimenti e farmaci essenziali, compromettendo ulteriormente le condizioni di vita già precarie della popolazione. Come hanno evidenziato i membri del Coordinamento, i numeri dell'emergenza umanitaria sono drammatici.
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Secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità aggiornati al 4 dicembre, a Gaza si contano 44.580 morti, 105.000 feriti e oltre 10.000 persone ancora sotto le macerie. In Cisgiordania, si registrano 801 morti e 6.642 feriti. Gli ospedali sono al collasso: solo 17 su 36 sono ancora attivi, di cui appena 5 completamente funzionanti, mentre più di 500.000 donne in età fertile non hanno accesso ai servizi assistenziali. Tra queste, 50.000 sono in gravidanza e almeno 1.400 necessitano di un parto cesareo. La malnutrizione colpisce duramente i bambini: 522.700 piccoli tra i 6 e i 56 mesi sono stati sottoposti a screening per malnutrizione, con 394 casi gravi ricoverati in centri di stabilizzazione, che però dispongono di appena 36 letti in tutta la Striscia.
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Le restrizioni imposte da Israele aggravano ulteriormente la crisi: il blocco degli aiuti umanitari include tende, gas da cucina e strumenti per la rimozione delle macerie. "Il numero di camion con aiuti umanitari che entrano è di gran lunga inferiore alle necessità'' hanno spiegato. ''La decisione israeliana di mettere al bando l'UNRWA, l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso ai rifugiati palestinesi, ha reso ancora più difficile l'accesso a cibo, medicine e servizi essenziali''.
Con l'80% delle infrastrutture civili distrutte, Gaza è ormai una terra desolata, coperta da 50 milioni di tonnellate di macerie. "Siamo di fronte a una tragedia umanitaria senza precedenti - hanno affermato gli attivisti - e il nostro dovere è continuare a dare voce a chi non ce l'ha".
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A rendere ancora più drammatica la situazione è la mancanza di acqua potabile, con il 92% delle riserve idriche contaminate e non idonee al consumo umano. La scarsità di risorse e il continuo assedio rendono impossibile la ricostruzione di strutture sanitarie e scolastiche, lasciando la popolazione senza alcuna prospettiva di miglioramento nel breve termine.
"Il nostro impegno continua - ha concluso il Coordinamento - perché nessuna voce venga messa a tacere e la speranza non muoia mai, il nostro impegno continua senza sosta, con iniziative di sensibilizzazione, boicottaggio delle realtà che supportano questo massacro e mandando aiuti concreti''.
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Chiunque volesse unirsi al Coordinamento l’appuntamento è ogni lunedì alle 20.30 presso lo Spazio Condiviso del Circolo Arci in Piazza Regazzoni 7.
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Il Coordinamento riunitosi l'altra sera per la presentazione delle prossime iniziative
Si è tenuta l'altra sera, presso lo spazio condiviso Arci di Calolziocorte, la presentazione delle numerose iniziative che, all’indomani dei tragici eventi del 7 ottobre, il gruppo di cittadini ha iniziato senza sosta a promuovere, con l'obiettivo di denunciare il regime di apartheid e il genocidio che il popolo palestinese subisce da oltre settant'anni.
La loro azione non si limita alla sensibilizzazione: attraverso cortei, manifestazioni, presentazioni di libri e proiezioni di reportage giornalistici, il Coordinamento promuove una solidarietà concreta, fornendo supporto diretto a chi vive l'inferno quotidiano della Striscia.
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Il progetto "Gaza chiama, Lecco risponde” ha permesso di sostenere la creazione di una scuola a Al Nuseirat, nel centro della Striscia, grazie alle donazioni raccolte. Mohammed, ingegnere di Gaza, è il cuore pulsante di questa iniziativa: ha costruito la struttura da zero, partendo da due grandi tende, e oggi circa 200 bambini ricevono un'educazione in arabo, inglese, matematica e arte.
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"L'istruzione è la nostra resistenza non violenta. Senza educazione non c’è nessuna vita, e nessuna libertà, così come senza i bambini'' ha affermato Mohammed in un video trasmesso durante la presentazione, consapevole che senza educazione non vi è futuro. La scuola non offre solo conoscenza, ma anche pasti caldi, un supporto essenziale per i bambini, certamente i più colpiti da questa immensa tragedia, che ancora non accenna ad arrestarsi.
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Le difficoltà economiche continuano ed essere enormi, il prezzo dei beni di prima necessità nella Striscia di Gaza è insostenibile: un chilo di farina costa fino a 7 dollari, il latte in polvere parte da 15 dollari, e una famiglia di quattro persone necessita di almeno 150 dollari a settimana per i bisogni essenziali, cifra che sale a 250 dollari se si considerano carne, frutta e verdura.
"I prezzi sono fuori controllo, reperire materiali scolastici o anche solo cibo è diventato impossibile per la maggior parte delle famiglie" ha denunciato il Coordinamento.
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Il sostegno economico raccolto dal Coordinamento ammonta attualmente a circa 15.900 euro, ai quali si aggiungono altre donazioni private. Inoltre, sono stati donati 3.500 euro al progetto di un'ambulanza per Gaza dell'Associazione Amicizia Bergamo-Palestina e 750 euro all'Associazione Vento di Terra, per un totale complessivo di 20.151 euro.
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"Non possiamo fermarci, ogni contributo è fondamentale per garantire non solo sopravvivenza, ma anche dignità a queste persone" hanno sottolineato.
Oltre al sostegno scolastico, l'assenza di elettricità complica ulteriormente la situazione. La piccola scuola nella striscia ha bisogno di pannelli solari, batterie e inverter, che hanno un costo che si aggira sui 5.000 dollari.
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Tuttavia, questi materiali non vengono inclusi negli aiuti umanitari e non riescono a entrare nella Striscia.
"Senza energia, la vita si ferma: l'elettricità è fondamentale non solo per l'istruzione, ma anche per la sopravvivenza quotidiana" ha spiegato Mohammed.
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La mancanza di energia elettrica impedisce anche la conservazione di alimenti e farmaci essenziali, compromettendo ulteriormente le condizioni di vita già precarie della popolazione. Come hanno evidenziato i membri del Coordinamento, i numeri dell'emergenza umanitaria sono drammatici.
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Secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità aggiornati al 4 dicembre, a Gaza si contano 44.580 morti, 105.000 feriti e oltre 10.000 persone ancora sotto le macerie. In Cisgiordania, si registrano 801 morti e 6.642 feriti. Gli ospedali sono al collasso: solo 17 su 36 sono ancora attivi, di cui appena 5 completamente funzionanti, mentre più di 500.000 donne in età fertile non hanno accesso ai servizi assistenziali. Tra queste, 50.000 sono in gravidanza e almeno 1.400 necessitano di un parto cesareo. La malnutrizione colpisce duramente i bambini: 522.700 piccoli tra i 6 e i 56 mesi sono stati sottoposti a screening per malnutrizione, con 394 casi gravi ricoverati in centri di stabilizzazione, che però dispongono di appena 36 letti in tutta la Striscia.
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Le restrizioni imposte da Israele aggravano ulteriormente la crisi: il blocco degli aiuti umanitari include tende, gas da cucina e strumenti per la rimozione delle macerie. "Il numero di camion con aiuti umanitari che entrano è di gran lunga inferiore alle necessità'' hanno spiegato. ''La decisione israeliana di mettere al bando l'UNRWA, l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso ai rifugiati palestinesi, ha reso ancora più difficile l'accesso a cibo, medicine e servizi essenziali''.
Con l'80% delle infrastrutture civili distrutte, Gaza è ormai una terra desolata, coperta da 50 milioni di tonnellate di macerie. "Siamo di fronte a una tragedia umanitaria senza precedenti - hanno affermato gli attivisti - e il nostro dovere è continuare a dare voce a chi non ce l'ha".
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A rendere ancora più drammatica la situazione è la mancanza di acqua potabile, con il 92% delle riserve idriche contaminate e non idonee al consumo umano. La scarsità di risorse e il continuo assedio rendono impossibile la ricostruzione di strutture sanitarie e scolastiche, lasciando la popolazione senza alcuna prospettiva di miglioramento nel breve termine.
"Il nostro impegno continua - ha concluso il Coordinamento - perché nessuna voce venga messa a tacere e la speranza non muoia mai, il nostro impegno continua senza sosta, con iniziative di sensibilizzazione, boicottaggio delle realtà che supportano questo massacro e mandando aiuti concreti''.
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Chiunque volesse unirsi al Coordinamento l’appuntamento è ogni lunedì alle 20.30 presso lo Spazio Condiviso del Circolo Arci in Piazza Regazzoni 7.
Sa.A.