CM Val San Martino e Lario Orientale: la Giunta con Rusconi presidente messa a punto da 11 'fasoliani'. 'Proposta priva di ogni pudore istituzionale'

Lo schieramento Fasoli ha fatto la sua mossa, candidando... Rusconi, senza nemmeno avvisarlo (o così sostiene il diretto interessato). Nuova puntata in quella che ormai è diventata la soap opera Comunità Montana Lario Orientale e Val San Martino. A 11 giorni dall'assemblea calendarizzata per il 21 febbraio, a ridosso della "dead line" tracciata dalla Regione, con l'assessore Massimo Sertori pronto a commissariare l'Ente qualora i 26 sindaci coinvolti non riescano a ricostituire la Giunta, 11 primi cittadini hanno - pubblicamente - avanzato una loro proposta "per cercare di uscire dalla situazione di stasi". 10 sono amministratori che, alla prima chiama, sostenevano l'elezione di Riccardo Fasoli quale Presidente: Marco Passoni (Olginate), Luca Pigazzini (Carenno), Giacomo Valsecchi (Suello), Antonella Sesana (Cisano), Eleonora Ninkovic (Torre de' Busi), Luca Tami (Caprino), Roberto Maggi (Vercurago), Davide Cantù (Pontida), Matteo Colombo (Valgreghentino) e Danilo Riva (Ello, vicesindaco). L'undicesimo è lui stesso. Mancano, chissà perché, Paola Colombo (Monte Marenzo, quota PD) e Michele Peccati (Malgrate, di Fratelli d'Italia), la cui esclusione dall'elenco è comprensibile, in considerazione della plateale sfuriata all'ultima assemblea, con espressioni come "smettila di fare il professore" e "è ora di scendere dal piedistallo" proferite all'indirizzo dell'ex parlamentare, che ora viene ufficialmente lanciato come il “Presidente di tutti” - evidentemente in assenza di alternative spendibili - cucendogli attorno le altre figure, con Luca Pigazzini (Carenno) vice, Riccardo Fasoli (Mandello del Lario), Luca Tami (Caprino Bergamasco) e Giovanni Bussola (Ballabio), assessori.
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La Giunta immaginata dai 10 amministratori proponenti: Antonio Rusconi (Presidente), Luca Pigazzini (vice) e sotto gli assessori Giovanni Bruno Bussola, Riccardo Fasoli e Luca Tami

Fuori dalla Giunta Simone Scola, fin da subito invece inserito nell'esecutivo ipotizzato dall'alleanza Civici-Lega. A lui viene "riservato" il posto di Presidente dell'Assemblea. Già scelto anche il primo della lista dei supplenti, Danilo Riva. Un modo, chiaro, per cristallizzare la situazione anche dopo le elezioni comunali 2026, quando Fasoli dovrebbe decadere essendo il suo comune chiamato a rinnovare il Consiglio. I mediatori bianco-verdi chiedevano di prevedere invece una alternanza.
"Nei prossimi giorni avvieremo una raccolta firme a sostegno della proposta" la chiosa dello stringatissimo comunicato. E già girano nomi di "rusconiani", nell'alveo dei Civici, pronti a sottoscriverla, per evitare il commissariamento, vissuto come un'onta. 
"Se c'è un accordo condiviso sono disponibile, altrimenti nulla" afferma, contattato, Antonio Rusconi, riferendo di non essere stato avvisato prima della diffusione della nota degli 11 amministratori che da "avversari" sono diventati suoi proponenti. "Oggi, la scelta condivisa non c'è quindi non solo disponibile. Possono usare il mio nome, io non vieto di avere idee ma, come avevo detto già a luglio, o la lista è condivisa o non ci sto. Gli "azionisti" qui sono i sindaci, va bene la proposta ma non deve trasformarsi nella corsa a dire "noi siamo quelli che vogliamo evitare il commissariamento" per poi rinfacciare "se ora c'è il commissario è colpa di altri"".
Furente Giovanni Bruno Bussola, unico dei "rusconiani" inserito nella Giunta ipotizzata dai "fasoliani". "Più che una proposta questa è una provocazione. Se questo è il modus operandi si va dritti al commissariamento. Prima avrebbero dovuto sentire il candidato Presidente, poi avrebbero dovuto chiamare me per chiedere la mia disponibilità. E invece hanno mandato una mail ai sindaci e ai giornali. Il loro obiettivo era "uno tra Bussola e Scola deve essere fatto fuori" e così hanno costruito la loro proposta. Con l'aggravante di aver inserito anche il nome del supplente, per rimarcare l'esclusione di uno dei due. In pratica sono arrivati a pubblicizzare sui giornali la stessa loro proposta di tre mesi, fatta e finita: ci concedono un assessore e ne prendono tre, quando noi abbiamo fatto una serie di proposte per essere davvero rappresentativi di tutti i territori. Lo scopo della loro provocazione è cercare di dare la colpa agli altri dell'eventuale commissariamento, ma se si arriverà a quel punto la responsabilità sarà loro. Una proposta del genere è priva di ogni pudore istituzionale. Non condivido ne' il metodo ne' le finalità. Inserito così il mio nome non ci azzecca nulla. Dovrei essere contento? Non lo sono per nulla, per rispetto dei 13 sindaci che mi onoro di rappresentare". 
Continua, di sicuro.
A.M.
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