Giovanni Palatucci: la Polizia di Stato ricorda l'eroe silenzioso a 80 anni dalla sua morte
Moriva oggi, 80 anni fa, Giovanni Palatucci, ex Questore di Fiume, Medaglia d’Oro al Merito Civile e riconosciuto “Giusto tra le Nazioni” per aver salvato migliaia di persone dal genocidio nazista.
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Palatucci, in servizio dal novembre 1937 all’Ufficio Stranieri della Questura di Fiume, si adoperò per proteggere perseguitati politici e razziali, in particolare ebrei, sottraendoli a una morte certa. Il 13 settembre 1944 fu arrestato dalla polizia di sicurezza tedesca e incarcerato al Coroneo di Trieste. Condannato a morte e successivamente graziato, venne deportato nel lager di Dachau il 22 ottobre 1944, dove divenne il detenuto numero 117826. Consumato dalla malattia e dalle privazioni, morì il 10 febbraio 1945.
Nel Giubileo del 2000, venne citato anche da Papa Giovanni Paolo II tra i martiri del XX secolo e, nel 2004, la Chiesa Cattolica avviò il processo di beatificazione, conferendogli il titolo di “Servo di Dio”.
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A ottant’anni dalla sua morte, il ricordo di Giovanni Palatucci rimane un esempio di coraggio e altruismo. Il suo sacrificio viene consegnato alla memoria collettiva anche attraverso le sue stesse parole, pronunciate ai collaboratori prima della deportazione: “La Polizia significa vita, quella vita che serve ad aiutare il prossimo”.
Per commemorare il suo sacrificio, questa mattina si è tenuta a Lecco, in Riva Martiri delle Foibe, una cerimonia in sua memoria presso l’ulivo piantato in suo onore. Alla celebrazione hanno partecipato il Prefetto di Lecco Sergio Pomponio, il Questore Stefania Marrazzo, il Vice Sindaco Simona Piazza, il Presidente della Provincia di Lecco Alessandra Hofmann, il Vice Presidente Provinciale dell’A.N.P.S. Luca Checuz e i Comandanti Provinciali delle Forze dell’Ordine.
Un’iniziativa analoga si è svolta a Malgrate, in Viale Italia Nuovo Lungolago, davanti all’albero dedicato a Palatucci, alla presenza del Sindaco Michele Peccati.
Palatucci, in servizio dal novembre 1937 all’Ufficio Stranieri della Questura di Fiume, si adoperò per proteggere perseguitati politici e razziali, in particolare ebrei, sottraendoli a una morte certa. Il 13 settembre 1944 fu arrestato dalla polizia di sicurezza tedesca e incarcerato al Coroneo di Trieste. Condannato a morte e successivamente graziato, venne deportato nel lager di Dachau il 22 ottobre 1944, dove divenne il detenuto numero 117826. Consumato dalla malattia e dalle privazioni, morì il 10 febbraio 1945.
Nel Giubileo del 2000, venne citato anche da Papa Giovanni Paolo II tra i martiri del XX secolo e, nel 2004, la Chiesa Cattolica avviò il processo di beatificazione, conferendogli il titolo di “Servo di Dio”.
A ottant’anni dalla sua morte, il ricordo di Giovanni Palatucci rimane un esempio di coraggio e altruismo. Il suo sacrificio viene consegnato alla memoria collettiva anche attraverso le sue stesse parole, pronunciate ai collaboratori prima della deportazione: “La Polizia significa vita, quella vita che serve ad aiutare il prossimo”.
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