6 febbraio 1945: gli americani “sbarcano” ai Resinelli
Era la notte del 6 febbraio 1945 quando “spuntò nel cielo” la storica missione USA nella lotta di Librazione, paracadutata ai Piani Resinelli: sono trascorsi 80 anni; il nome in codice della missione era “Dick Ciliegio”. ![8_invito_medaglia.jpg (166 KB)](/public/filemanager/pub_files/2025/Febbraio/8_invito_medaglia.jpg)
La notte sui Resinelli coperti da abbondante neve era limpida. Sette rocciatori lecchesi del CAI e dell’APE attendevano il messaggio-segnale della clandestina Radio Londra che trasmetteva frasi convenzionali per operazioni militari dei combattenti della libertà. Così avvenne nel tardo pomeriggio del 6 febbraio 1945.
Gli uomini disponibili mossero subito da Lecco verso i Piani Resinelli, salendo con fatica la Val Calolden su sentieri innevati e ghiacciati, portando torce a vento per le segnalazioni all’arrivo dell’aereo. Nella zona di Prà Cassina organizzarono i fuochi per perimetrare lo spazio di lancio che doveva essere per due parà, agenti speciali dei servizi segreti e per far scendere contenitori con armi, munizioni e dinamite.
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Ad attendere ai Resinelli il lancio USA vi erano Riccardo Cassin, Oreste Dell’Era, Giovanni Giudici, Mario Dell’Oro, Giovanni Airoldi, Felice Butti e Mario Spreafico.
Gli agenti delle missioni con documenti falsi dovevano costruire una rete di collaborazione con le formazioni combattenti delle Resistenza italiana contro l’occupazione nazista e la repubblica di Salò.
Il gruppo guidato da Riccardo Cassin, già nome noto dell’alpinismo nazionale per imprese ante guerra ‘40, doveva sostenere la missione USA impegnata ad informare i comandi alleati di ogni notizia utile per le operazioni militari. Sull’operazione USA vi era totale copertura e si seppe anni dopo la Liberazione la partecipazione di due agenti speciali dei Servizi Segreti USA, il colonnello Giacinto Lazzarini (Fulvio) ed il sergente marconista Vittorio Mumolo (Ciccio), entrambi italo americani.
Lo stesso Lazzarini rilascerà le prime parziali interviste sulle vicende lecchesi, nel 1974/1975, mentre infuriava in Italia un’accesa campagna anti USA per i pesanti bombardamenti aerei sul Vietnam del nord.![4_casa_galandra.jpg (131 KB)](/public/filemanager/pub_files/2025/Febbraio/4_casa_galandra.jpg)
La mappa degli spostamenti dei due americani rimase a lungo segretissima, con trasferimenti tante volte improvvisati, dividendo i due per impedire un arresto di entrambi. Sicuramente gli americani sono stati a Castello, in via Galandra la residenza più occupata con la radio clandestina, in via Ariosto, alla cantoniera di Abbadia, forse anche a Morterone ed in Erna. Staffette di collegamento tra partigiani fra Morterone e Val Taleggio confermavano di aver incontrato “l’americano”, senza sapere quale fosse dei due, in località. Lazzarini era sicuramente a Lecco centro nelle giornate del 25 aprile e si è scritto anche di un’operazione supersegreta che avrebbe liberato Mussolini già catturato a Dongo per consegnarlo agli americani con un volo aereo di un piccolo ricognitore.
Per quanto riguarda la dinamite paracadutata ai Resinelli, doveva servire per far saltare le arcate del ponte di Azzone Visconti, cancellando un fondamentale passaggio di ripiegamento verso la Valtellina delle truppe di Salò per “l’ultimo ridotto” della RSI. Come noto, si opposero decisamente a tale distruzione Riccardo Cassin ed i suoi rocciatori. Non si poteva assolutamente cancellare da Lecco lo storico ponte al termine del Lario.![6_arcate_pradello.jpg (148 KB)](/public/filemanager/pub_files/2025/Febbraio/6_arcate_pradello.jpg)
Venne, invece usato l’esplosivo per far saltare il viadotto della linea ferroviaria Lecco-Sondrio, in località Gezzima, oggi conosciuta maggiormente come Orsa Maggiore Pradello, sul confine dei Comuni di Lecco ed Abbadia Lariana. L’operazione venne condotta con estremo pericolo da Felice Butti, grande rocciatore, già sergente istruttore delle truppe alpine.
Fra i più coraggiosi partigiani nel coprire “la coppia americana” vi erano Oreste Dell’Era e Roberta Invernizzi, entrambi militanti comunisti. Roberta era nipote di Gabriele Invernizzi (Pietro) di Pescarenico, esponente di primo piano del Partito Comunista, operante in duplice veste e con duplice nome di battaglia nel PCI clandestino di Lecco e di Bergamo. E’ stato parlamentare a Montecitorio dal 1948 al 1968; è sepolto nel cimitero di Ballabio Inferiore. Il suo ruolo importante nella Resistenza è ricordato in apposita pubblicazione, curata da Angelo De Battista e promossa anche dalla CGIL di Lecco, dove era segretario generale Donato Bonati.
I due coniugi partigiani Oreste e Roberta sono sepolti nel cimitero di Castello, in tomba curata dall’APE di Lecco che ne conserva la memoria e la tradizione garibaldina.
E’ pagina della Resistenza lecchese, profonda nel suo spessore storico politico.
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Cartolina ricordo del conferimento alla città di Lecco della medaglia d'argento al valor militare per la lotta di Liberazione, cerimonia avvenuta il 14 marzo 1976, con l'allora presidente della Camera dei Deputati Sandro Pertini, che sarà poi presidente della Repubblica
La notte sui Resinelli coperti da abbondante neve era limpida. Sette rocciatori lecchesi del CAI e dell’APE attendevano il messaggio-segnale della clandestina Radio Londra che trasmetteva frasi convenzionali per operazioni militari dei combattenti della libertà. Così avvenne nel tardo pomeriggio del 6 febbraio 1945.
Gli uomini disponibili mossero subito da Lecco verso i Piani Resinelli, salendo con fatica la Val Calolden su sentieri innevati e ghiacciati, portando torce a vento per le segnalazioni all’arrivo dell’aereo. Nella zona di Prà Cassina organizzarono i fuochi per perimetrare lo spazio di lancio che doveva essere per due parà, agenti speciali dei servizi segreti e per far scendere contenitori con armi, munizioni e dinamite.
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Il sindaco di Lecco Rodolfo Tirinzoni premia Riccardo Cassin (riconoscibile nella foto il noto Ragno Casimiro Ferrari).
Ad attendere ai Resinelli il lancio USA vi erano Riccardo Cassin, Oreste Dell’Era, Giovanni Giudici, Mario Dell’Oro, Giovanni Airoldi, Felice Butti e Mario Spreafico.
Gli agenti delle missioni con documenti falsi dovevano costruire una rete di collaborazione con le formazioni combattenti delle Resistenza italiana contro l’occupazione nazista e la repubblica di Salò.
Il gruppo guidato da Riccardo Cassin, già nome noto dell’alpinismo nazionale per imprese ante guerra ‘40, doveva sostenere la missione USA impegnata ad informare i comandi alleati di ogni notizia utile per le operazioni militari. Sull’operazione USA vi era totale copertura e si seppe anni dopo la Liberazione la partecipazione di due agenti speciali dei Servizi Segreti USA, il colonnello Giacinto Lazzarini (Fulvio) ed il sergente marconista Vittorio Mumolo (Ciccio), entrambi italo americani.
Lo stesso Lazzarini rilascerà le prime parziali interviste sulle vicende lecchesi, nel 1974/1975, mentre infuriava in Italia un’accesa campagna anti USA per i pesanti bombardamenti aerei sul Vietnam del nord.
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La casa di Via Galandra dove furono nascosti i due agenti USA
La mappa degli spostamenti dei due americani rimase a lungo segretissima, con trasferimenti tante volte improvvisati, dividendo i due per impedire un arresto di entrambi. Sicuramente gli americani sono stati a Castello, in via Galandra la residenza più occupata con la radio clandestina, in via Ariosto, alla cantoniera di Abbadia, forse anche a Morterone ed in Erna. Staffette di collegamento tra partigiani fra Morterone e Val Taleggio confermavano di aver incontrato “l’americano”, senza sapere quale fosse dei due, in località. Lazzarini era sicuramente a Lecco centro nelle giornate del 25 aprile e si è scritto anche di un’operazione supersegreta che avrebbe liberato Mussolini già catturato a Dongo per consegnarlo agli americani con un volo aereo di un piccolo ricognitore.
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Felice Butti
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Le arcate di Pradello che furono fatte saltare per interrompere i collegamenti ferroviari fra Lecco e Sondrio
Venne, invece usato l’esplosivo per far saltare il viadotto della linea ferroviaria Lecco-Sondrio, in località Gezzima, oggi conosciuta maggiormente come Orsa Maggiore Pradello, sul confine dei Comuni di Lecco ed Abbadia Lariana. L’operazione venne condotta con estremo pericolo da Felice Butti, grande rocciatore, già sergente istruttore delle truppe alpine.
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Raduno di partigiani nel dopoguerra anni Sessanta, dove sono riconoscibili Roberta Invernizzi ed Oreste Dell'Era
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La sepoltura di Oreste Dell'Era e Roberta Invernizzi, nel cimitero di Castello
E’ pagina della Resistenza lecchese, profonda nel suo spessore storico politico.
A.B.