Morte di Jennifer: tracce di stupefacente nel sangue del conducente, 'ma con concentrazione ininfluente sulla guida'

Nel sangue e nelle urine di Massimo F. sono state trovate tracce di sostanza stupefacente ma, nel reperto ematico, la concentrazione sarebbe così limitata da non potersi considerare influente sulla capacità di guida, come attestato dal medico che ha esaminato i campioni. 
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Il Procuratore Ezio Domenico Basso e il Comandante Provinciale dell'Arma dei Carabinieri, colonnello Nicola Melidolis

E' quanto ha spiegato quest'oggi il Procuratore Ezio Domenico Basso in conferenza stampa cercando di fare chiarezza sui passaggi che hanno portato all'applicazione, come da richiesta del suo Ufficio, della misure cautelare a carico del giovanotto - che, solo qualche giorno fa, ha compiuto 23 anni - alla guida della Bmw Serie 1 andata a sbattere contro un muretto lo scorso 10 gennaio ad Abbadia, causando alla minore Jennifer Alcani lesioni poi risultate incompatibili con la vita. La tredicenne è spirata sei giorni dopo in ospedale a Lecco, lo stesso nosocomio dove dopo lo schianto era stato trasferito anche il conducente che, nel sinistro, ha rimeditato traumi di lieve entità, per essere sottoposto alle analisi, volte ad accertare anche se avesse bevuto. Sotto soglia il risultato, con la positività attestata invece in relazione agli stupefacenti. 
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Da qui, il 20 gennaio, a quattro giorni dal decesso di Jenny, con l'ipotesi di reato formulata a carico di Massimo F. mutata da lesioni (procedibili d'ufficio) a omicidio stradale, la richiesta di applicazione della misura cautelare, firmata dal sostituto procurare Chiara Di Francesco, titolare del delicato fascicolo. E sempre conseguentemente, la fissazione dell'udienza preventiva da parte del Giudice per le indagini preliminari sulla cui scrivania è approdata l'istanza, avallata dopo aver aver, per l'appunto, escusso l'indagato che, assistito dall'avvocato Marco Possenti, ha scelto di presentarsi e di rispondere alle domande. 
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Il pericolo di reiterazione del reato è stato posto a fondamento della richiesta firmata dal PM, “sulla base di un ragionamento alquanto semplice: il mero provvedimento amministrativo che nelle more è intervenuto – la sospensione per 2 anni della patente – non impedisce di mettersi alla guida”, ha sottolineato il Procuratore.
E per i domiciliari, come detto, si è espresso anche il giudice. Esclusa però – e questo non era ancora emerso - dal dottor Salvatore Catalano, al momento, l'aggravante della guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, come puntualizzato quest'oggi dal Procuratore, sulla base del già citato certificato acquisito dal laboratorio che si è occupato delle analisi, con il medico sottoscrittore che ha dunque precisato come il dosaggio riscontrato nel sangue di Massimo F., sarebbe tale da non influire sulla sua capacità di guida. 
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Il dottor Basso ha comunque altresì sottolineato come le recentissime modifiche al codice dalla strada, in vigore da metà dicembre, vietino il mettersi al volante dopo l'aver assunto stupefacente “a prescindere da qualsiasi livello di concentrazione”. Un tema, dunque, che il PM titolare potrà, se lo riterrà, riprendere nel momento in cui, chiuse le indagini, deciderà di esercitare l'azione penale e dunque chiedere il rinvio a giudizio del lecchese, denunciato, come noto, anche dalla madre di Jenny per “sottrazione di minore”, con la querela estesa anche al 19enne che, quella notte, ha messo a disposizione l'auto e sedeva a fianco del conducente.
A.M.
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