Giornata delle zone umide: una visita al Pian di Spagna
Domenica 2 febbraio il Pian di Spagna, cinto dalla corona di Lepontine, Orobie e Retiche, è uscito piano piano dalle nebbie diradate dal sole del mattino per mostrarsi, con tutto il suo fascino, ai viandanti invitati da "Occhi sul Pian di Spagna" (Legambiente, WWF, CROS Varenna, ORMA) per celebrare la Giornata Mondiale delle zone umide, in collaborazione con il progetto Life Climax Po.
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L’intero territorio della Riserva Naturale è riportato infatti al primo posto nell’elenco delle 66 aree umide italiane d’importanza internazionale entrate nella lista della Convenzione di Ramsar, unico trattato per la tutela degli ecosistemi di paludi, acquitrini, torbiere, bacini naturali e artificiali con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata sottoscritto in Iran da un gruppo di governi, istituzioni scientifiche e organizzazioni il 2 febbraio 1971. Oggi sono 172 i Paesi che vi hanno aderito e 2.400 sono i siti designati, per una superficie di 250 milioni di ettari.
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Nel limite di 25, previsto per ogni gruppo di visitatori dal Piano di gestione, i partecipanti hanno attraversato da ovest a est la parte meridionale, godendo della vista degli spazi aperti e dei prati delimitati da filari di alberi lungo i fossi.
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Fossi che sono ora oggetto di manutenzione per garantire la loro funzione di drenaggio delle acque, lavoro che potrebbe essere più attento alle piante sulla riva, tagliando solo ciò che è strettamente necessario ed eventualmente provvedendo a rimpiazzare sul posto o altrove. Non è mancato l’affaccio dei camminatori sull’Adda, per scongiurare, ancora una volta, la costruzione di un nuovo ponte ciclopedonale.
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"Da tempo chiediamo che si faccia, come al Ponte del Passo, un percorso sicuro per pedoni e ciclisti, accostato al viadotto stradale esistente, senza moltiplicare i ponti in prossimità della foce del fiume, come consigliato dalla Soprintendenza e dalla Provincia di Sondrio, con minor spesa, impatto paesaggistico e disturbo per i volatili" ricordano i promotori dell'iniziativa di ieri. "Quest’area, infatti, costituisce un unicum paesaggistico in riva al Lario ed è di vitale importanza per un gran numero di specie di uccelli che la utilizzano durante le migrazioni, oltre che per la nidificazione e lo svernamento".
La passeggiata si è conclusa con un buon pranzo conviviale all’agriturismo La Grangia.
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L’intero territorio della Riserva Naturale è riportato infatti al primo posto nell’elenco delle 66 aree umide italiane d’importanza internazionale entrate nella lista della Convenzione di Ramsar, unico trattato per la tutela degli ecosistemi di paludi, acquitrini, torbiere, bacini naturali e artificiali con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata sottoscritto in Iran da un gruppo di governi, istituzioni scientifiche e organizzazioni il 2 febbraio 1971. Oggi sono 172 i Paesi che vi hanno aderito e 2.400 sono i siti designati, per una superficie di 250 milioni di ettari.
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Nel limite di 25, previsto per ogni gruppo di visitatori dal Piano di gestione, i partecipanti hanno attraversato da ovest a est la parte meridionale, godendo della vista degli spazi aperti e dei prati delimitati da filari di alberi lungo i fossi.
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Fossi che sono ora oggetto di manutenzione per garantire la loro funzione di drenaggio delle acque, lavoro che potrebbe essere più attento alle piante sulla riva, tagliando solo ciò che è strettamente necessario ed eventualmente provvedendo a rimpiazzare sul posto o altrove. Non è mancato l’affaccio dei camminatori sull’Adda, per scongiurare, ancora una volta, la costruzione di un nuovo ponte ciclopedonale.
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La passeggiata si è conclusa con un buon pranzo conviviale all’agriturismo La Grangia.
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