Giornata della memoria: medaglia d'onore a 16 IMI. Consegnata anche una pietra d'inciampo
"Grazie a momenti come questi e alle cerimonie previsto dallo Stato italiano dall'istituzione della Giornata della memoria, facendo storia faremo quotidianità". Lo ha detto quest'oggi il Prefetto di Lecco Sergio Pomponio, per sottolineare come a ottant'anni dall'apertura dei cancelli di Auschwitz, con il numero di sopravvissuti ai campi di sterminio e di internamento ormai ridotto al lumicino dallo scorrere, inesorabile, del tempo, spetti alla società civile e dunque a ciascuno di noi farsi carico della trasmissione di ciò che è stato. Perché non si ripeta, ovviamente.
Una riflessione, quella condivisa da sua Eccellenza, dinnanzi ad una platea particolarmente nutrita, fatta propria e ripresa anche dall'insegnante che ha accompagnato alla celebrazione odierna, ospitata dalla sede della Comunità Montana, a Barzio, una classe del locale istituto comprensivo, ringraziando la Prefettura per l'invito e dunque per aver dato la possibilità ai suoi giovani alunni di entrare in contatto diretto che gli orrori della guerra, guardando negli occhi figli, nipoti e pronipoti di chi ha subito sulla propria pelle la privazione della libertà, la fatica del lavoro coatto, la fame e la nostalgia di casa.
Anche quest'anno, infatti, la celebrazione per la Giornata della memoria è stata impreziosita, nel lecchese, dalla consegna, ai famigliari, delle medaglia d'onore attribuite, nello specifico, ad un gruppetto di IMI - internati militari italiani, parte di quel milione di concittadini che, al momento dell'Armistizio, erano sotto le armi, come ricordato dal Prefetto. 200.000 circa, riuscirono a far perdere le loro tracce; 100.000 approssimativamente aderirono alla RSI. Dei rimanenti circa 600.000 finirono per essere deportati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l'economia di guerra.
"Vittime innocenti di eventi più grandi di loro" come sostenuto sempre dal dottor Pomponio, fornendo numeri anche su chi morì in cattività, allargando la riflessione ai loro carnefici, per tornare poi a parlare di "gusto del vivere" in riferimento a quanto traspare dalle lettere recapitate dagli IMI ai chi a casa aspettava il loro ritorno. Quelle stesse missive poi lette dagli alunni intervenuti alla cerimonia.
Prima della consegna delle medaglie, spazio però ad una pietra d'inciampo: l'hanno ritirata i famigliari del partigiano esinese Matteo Adamoli, già insignito del riconoscimento oggi attribuito ad altri 16 commilitoni lo scorso anno.
Classe 1924, venne chiamato alle armi il 17 agosto 1943. Dopo l'armistizio riuscì a raggiungere la propria famiglia e rimase sbandato. Il 17 marzo 1944 vebbe richiamato nel 3^ Reggimento Artiglieria Alpina, Divisione Julia e dopo circa due mesi disertò per aderire alla formazione partigiana 89^ Brigata Poletti, operante sulle Grigne. Venne catturato dalle Brigate Nere a Esino il 2 novembre 1944 mentre si stava recando dal Parroco Don Rocca per consegnargli una importante missiva per conto del Comando partigiano. Portato a Bellano e ferocemente torturato, fu poi trasferito prima a Bolzano e dopo alcuni giorni presso il campo di concentramento di Mauthausen (sottocampo di Melk) dove morì il 12 febbraio 1945. A 21 anni, come rimarcato dalla nipote, sottolineando come il ricordo in famiglia sia sempre rimasto vivo, con la mamma di Matteo mancata poi portando nel cuore il rimorso per non aver potuto stare vicina al figlio, al momento della prematura morte. La pietra sarà collocata fuori dalla sua casa natale.
Di seguito l'elenco dei destinatari delle medaglie alla memoria, consegnate oggi:
–Acerboni Mario di Casargo;
–Arrigoni Enrico di Bellano;
–Artusi Guido di Introbio;
–Barindelli Carlo di Esino Lario;
–Baruffaldi Pacifico di Cortenova;
–Bellani Achille di Ballabio;
–Beri Carlo di Casargo;
-Capinni Felice di Valmadrera;
–Ciresa Luciano di Cortenova;
-Dajelli Antonio di Gallarate (famigliari di Bellano);
-Galbani Ambrogio di Pasturo
–Fazzini Biagio di Premana;
–Locatelli Felice di Ballabio;
–Mascheri Angelo di Cortenova;
–Mascheri Carlo di Cortenova;
-Navetti Alberto di Colico
Una riflessione, quella condivisa da sua Eccellenza, dinnanzi ad una platea particolarmente nutrita, fatta propria e ripresa anche dall'insegnante che ha accompagnato alla celebrazione odierna, ospitata dalla sede della Comunità Montana, a Barzio, una classe del locale istituto comprensivo, ringraziando la Prefettura per l'invito e dunque per aver dato la possibilità ai suoi giovani alunni di entrare in contatto diretto che gli orrori della guerra, guardando negli occhi figli, nipoti e pronipoti di chi ha subito sulla propria pelle la privazione della libertà, la fatica del lavoro coatto, la fame e la nostalgia di casa.
Anche quest'anno, infatti, la celebrazione per la Giornata della memoria è stata impreziosita, nel lecchese, dalla consegna, ai famigliari, delle medaglia d'onore attribuite, nello specifico, ad un gruppetto di IMI - internati militari italiani, parte di quel milione di concittadini che, al momento dell'Armistizio, erano sotto le armi, come ricordato dal Prefetto. 200.000 circa, riuscirono a far perdere le loro tracce; 100.000 approssimativamente aderirono alla RSI. Dei rimanenti circa 600.000 finirono per essere deportati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l'economia di guerra.
"Vittime innocenti di eventi più grandi di loro" come sostenuto sempre dal dottor Pomponio, fornendo numeri anche su chi morì in cattività, allargando la riflessione ai loro carnefici, per tornare poi a parlare di "gusto del vivere" in riferimento a quanto traspare dalle lettere recapitate dagli IMI ai chi a casa aspettava il loro ritorno. Quelle stesse missive poi lette dagli alunni intervenuti alla cerimonia.
Prima della consegna delle medaglie, spazio però ad una pietra d'inciampo: l'hanno ritirata i famigliari del partigiano esinese Matteo Adamoli, già insignito del riconoscimento oggi attribuito ad altri 16 commilitoni lo scorso anno.
Classe 1924, venne chiamato alle armi il 17 agosto 1943. Dopo l'armistizio riuscì a raggiungere la propria famiglia e rimase sbandato. Il 17 marzo 1944 vebbe richiamato nel 3^ Reggimento Artiglieria Alpina, Divisione Julia e dopo circa due mesi disertò per aderire alla formazione partigiana 89^ Brigata Poletti, operante sulle Grigne. Venne catturato dalle Brigate Nere a Esino il 2 novembre 1944 mentre si stava recando dal Parroco Don Rocca per consegnargli una importante missiva per conto del Comando partigiano. Portato a Bellano e ferocemente torturato, fu poi trasferito prima a Bolzano e dopo alcuni giorni presso il campo di concentramento di Mauthausen (sottocampo di Melk) dove morì il 12 febbraio 1945. A 21 anni, come rimarcato dalla nipote, sottolineando come il ricordo in famiglia sia sempre rimasto vivo, con la mamma di Matteo mancata poi portando nel cuore il rimorso per non aver potuto stare vicina al figlio, al momento della prematura morte. La pietra sarà collocata fuori dalla sua casa natale.
–Acerboni Mario di Casargo;
–Arrigoni Enrico di Bellano;
–Artusi Guido di Introbio;
–Barindelli Carlo di Esino Lario;
–Baruffaldi Pacifico di Cortenova;
–Bellani Achille di Ballabio;
–Beri Carlo di Casargo;
-Capinni Felice di Valmadrera;
–Ciresa Luciano di Cortenova;
-Dajelli Antonio di Gallarate (famigliari di Bellano);
-Galbani Ambrogio di Pasturo
–Fazzini Biagio di Premana;
–Locatelli Felice di Ballabio;
–Mascheri Angelo di Cortenova;
–Mascheri Carlo di Cortenova;
-Navetti Alberto di Colico