ICS Premana: una lettera dei genitori mette sul tavolo il tema "settimana corta" alle medie. Valutazioni in corso

Per ora è un'idea, un qualcosa che richiede ancora diverse valutazioni, scambi, incontri. C'è molto di cui discutere insomma e parlarne a voce alta è in qualche modo prematuro in questo momento. Ciò che è certo è che il Consiglio d’Istituto dell’Istituto Comprensivo di Premana valuterà la possibilità di avviare un sondaggio formale avente per oggetto – nel solo plesso della secondaria di primo grado, sita a Premana – il passaggio dalla “settimana lunga” (sei giorni) alla “settimana corta” (cinque giorni).
Come accennato, mancano ancora diversi passaggi – di iter formale e informale – per giungere a questa fase del processo decisionale, tanto che l’unica previsione al momento molto probabile è che per l’anno scolastico venturo nulla cambierà. “Il termine delle iscrizioni all’a.s. 2025/2026 è il 10 febbraio ed è quasi impossibile che entro quella data si saranno organizzati tutti gli incontri e i tavoli necessari e che il Consiglio d’Istituto abbia preso la decisione se procedere o meno a proporre il sondaggio formale” ci spiega Stefano Ambrosioni, presidente del CDI.
Dopo queste prime precisazioni, facciamo un passo indietro. Innanzitutto, cerchiamo di capire come è nata la questione. “Qualche settimana fa abbiamo ricevuto una lettera dei genitori delle classi quarta e quinta delle scuole primarie di Premana e di Casargo, accompagnata da un nutrito numero di firme, in cui si chiedeva di valutare il passaggio alla settimana corta col sabato a casa” ci ha spiegato lo stesso Ambrosioni, aggiungendo che “come Consiglio d’Istituto, abbiamo recepito questa richiesta, decisamente ben sostenuta numericamente, e abbiamo cominciato a pensare a quale scenario potevamo andare incontro”.

PREMANAMEDIE.jpg (129 KB)
Una foto della cerimonia di apertura dell'anno scolastico 2023-2024 organizzata dall'Ufficio scolastico territoriale a Premana

Prima di riportare alcune valutazioni elaborate insieme allo stesso Ambrosioni, alla dirigente dell’ICS Dott.ssa Lorenza Martocchi, ai sindaci di Premana Elide Codega e di Casargo Antonio Pasquini, e al presidente di InterValli APS (l’associazione dei genitori dell’ICS di Premana) Enrico Passoni, è utile fare alcune precisazioni sull’iter da seguire e sulle prerogative dei vari soggetti coinvolti.
Per il momento è stato organizzato un primo incontro, alla presenza del sindaco di Premana Codega, della dirigente, di alcuni membri del CDI e dei genitori delle classi quarte e quinte delle primarie di Premana e di Casargo. “A questo punto, i colloqui andranno estesi obbligatoriamente anche ai genitori delle classi prima, seconda e terza (inizialmente non coinvolti, ma che di fatto saranno interessati da ogni possibile scelta, e dunque “inclusi” nell’eventuale sondaggio formale, ndr), mentre verranno organizzati anche alcuni tavoli di confronto con i sindaci di Premana, Casargo, Margno, Pagnona e Crandola Valsassina per ragionare sul tema dei trasporti e su quello della mensa” ha chiarito Martocchi. Dopodiché, il Consiglio d’Istituto deciderà se procedere o meno alla definizione (in termini di aventi diritto, quorum, maggioranza qualificata, …) e alla somministrazione del sondaggio “settimana corta/settimana lunga”. Va precisato che, da una parte, il CDI non ha nessun “obbligo” di procedere in questo senso, ossia potrebbe semplicemente non proporre alcun sondaggio; dall’altra, Ambrosioni ha garantito che “la scuola è a disposizione dell’utenza, perciò se c’è una richiesta motivata la si prende in considerazione fino in fondo e nessuno farà ostruzionismo”. Una volta che i genitori coinvolti – certamente quelli di tutte le classi della primaria e della classa prima della secondaria, mentre “quando saremo certi che non ci sono i tempi per attuare la settimana corta nel 2025/2026, quelli del secondo anno di secondaria non saranno più interessati” – avranno espresso la propria voce, la palla tornerà nelle mani del CDI per la decisione definitiva, con Ambrosioni che ha ancora tenuto a far chiarezza: “premesso che il regolamento prevede che i genitori scelgano il solo tempo scuola (cioè il monte ore settimanale complessivo, ndr) e che il modo in cui erogarlo rimanga invece a insindacabile delibera del Consiglio d’Istituto, qualora il sondaggio avesse luogo e qualora la maggioranza qualificata si esprimesse a favore della settimana corta, il CDI prenderà atto del verdetto espresso”.

Ambrosioni,_Martocchi,_Passoni__da_sx_.jpg (275 KB)
Stefano Ambrosioni, Lorenza Martocchi e Enrico Passoni

Chiariti questi aspetti formali, cerchiamo di addentrarci nella questione. Punto primo: quali i vantaggi della settimana corta? Be’, i ragazzi avrebbero un giorno libero in più ogni settimana. Un giorno di riposo e da dedicare alla vita in famiglia. Da questo punto di vista, il sindaco di Premana Elide Codega vede la settimana corta come “una risposta decisamente al passo coi tempi, visto che sono sempre più numerose le famiglie dove entrambi i genitori lavorano e dunque faticano a passare del tempo con i figli in settimana. Ciò che ritengo importante è l’esigenza che hanno espresso i genitori, cioè il poter stare di più in famiglia grazie al sabato libero”.
Dello stesso parere il primo cittadino di Casargo Antonio Pasquini, che rimarca anche “l’alto valore educativo dello sport in generale e di quello di squadra in particolare”, spiegando che “fare un’attività sportiva il sabato mattina per un ragazzo è altamente formativo”. Il concetto di fondo, ben espresso dalla stessa Codega, è che “l’istruzione è a trecentosessanta gradi, e questi ragazzi devono sperimentare una vita sociale completa, che garantisca loro l’opportunità di formarsi anche in momenti, luoghi e situazioni al di fuori dell’ambito scolastico”.
Una formazione che va al di là del numero di ore di lezione. Ed ecco che emerge un altro grande tema. La scuola secondaria di secondo grado di Premana al momento è una delle uniche sul territorio che offre una scelta in termini di orario scolastico: 30 ore, oppure 36. “L’eventuale passaggio alla settimana corta renderebbe estremamente problematico ricalibrare la scelta oraria delle 36 ore su cinque giorni, andando a decretare sostanzialmente l’abbandono di questa opzione” ha dichiarato Ambrosioni.
Una prima valutazione riguarda a questo punto il livello dell’offerta didattica. La secondaria di Premana si staglia costantemente ben al di sopra della media nazionale ai test INVALSI e la preoccupazione è quella di perdere “qualità” in caso di abbandono delle 36 ore. Una preoccupazione giustificata? Secondo i docenti, sostanzialmente sì. Secondo il sindaco di Premana, sostanzialmente no. “Innanzitutto, non è in alcun modo vero che gli ottimi risultati dei test INVALSI arrivano solo dai ragazzi che hanno scelto l’orario più lungo” spiega Codega. “In più, come ho già accennato, credo che la formazione di un ragazzo non sia dettata solo dalla quantità di tempo che passa a scuola, ma semmai dalla qualità di docenti e dirigente e dell’offerta educativa in generale, oltre che da altre occasioni formative e di socialità”. A tal proposito, “come comune faremo, e stiamo già facendo, in modo di compensare questa offerta formativa che andrà eventualmente “persa” con laboratori, progetti di formazione e attività extrascolastiche”.
Il possibile “abbandono” dell’opzione di 36 ore potrebbe avere tuttavia anche un altro risvolto, che possiamo definire come “perdita di attrattività” dell’istituto. È in questi termini che il presidente di InterValli Enrico Passoni ha voluto mettere sul tavolo l’importanza di ragionare sul lungo periodo, cioè sul futuro dell’ICS. “Parto col precisare che la lettera che ha dato il via a questo iter preliminare è stata sottoscritta da circa l’80% dei futuri iscritti alla secondaria di Premana, includendo le attuali quinte e quarte di Premana e di Casargo; dunque, quasi l’intero bacino dei prossimi alunni della classe prima tra il 2025/2026 e 2026/2027. Perciò, è bene che la dirigenza scolastica abbia prestato ascolto a un’istanza del territorio” ha esordito Passoni. “Detto questo, chi ci dice che tra due anni non nasca un’esigenza diversa?” ha aggiunto, dichiarando che “occorre farsi alcune domande: è più lungimirante dare ascolto a questo gruppo di genitori e “assecondare” questa specifica esigenza, oppure tenere attiva una doppia opzione per avere un’offerta più sfaccettata, per il bene dell’istituto? Se andiamo a caratterizzare un servizio “monopolistico” di 30 ore, chi ci dice che i genitori di domani che possono pensarla in modo diverso, non vadano in un altro istituto a cercare un servizio che non trovano?”. “A quel punto” ha concluso il suo ragionamento (condiviso anche da Ambrosioni) “quando si verificasse una contrazione delle iscrizioni il rischio che l’Ufficio Scolastico Provinciale decida di non autorizzare più la doppia sezione (non giustificata, vista l’esistenza di un unico tempo scuola) diverrebbe una quasi-certezza. E fare lezione in una classe da ventotto non è la stessa cosa che fare lezione in una classe da quindici: non lo è per gli alunni, non lo è per i docenti. Questo, ben al di là delle prove INVALSI, crediamo sia in fondo il tema più importante, anche se non il più immediato e visibile”.
Passoni ha poi tenuto a precisare che “l’utenza è l’utenza, dunque bene che il Consiglio d’Istituto si sia fermato per instaurare un dialogo con i genitori di oggi” e che “starà poi ai decisori la responsabilità di valutare questi aspetti. InterValli mette sul tavolo un tema, poi non ha volere e/o potere di generare una risposta. In ogni caso, rimaniamo a disposizione”.
Pur riconoscendo che “la decisione dei genitori di oggi avrà un’influenza sugli anni a venire per il nostro ICS” e che “andremmo a togliere un’offerta in un posto dove c’è solo un piccolo istituto”, Codega ha chiarito che “non ci vedo una perdita di attrattività della scuola, in quanto l’offerta formativa non dipende solo dalla quantità di ore passate in classe. In più, credo che proporre altri tipi di servizi e di attività possa rendere più attrattivo vivere sul nostro territorio”.

elidecodega.jpg (23 KB)
Il sindaco di Premana Elide Codega

Restano da affrontare due questioni più “tecniche”: l’organizzazione dei trasporti, per far fronte a un eventuale nuovo orario “da settimana corta”, e il servizio di mensa.
Partendo da quest’ultimo, il problema è rappresentato dal fatto che al momento la mensa non è prevista per le 30 ore, dunque il comune o il plesso si dovrebbero attivare per finanziare la presenza un educatore esterno, con aggravio di costi per l’ente e per le famiglie. Una criticità cui – fatto salvo che se ne parlerà in maniera approfondita nei tavoli di confronto che verranno organizzati nelle prossime settimane - Codega e Pasquini credono di poter far fronte.

antoniopasquiniscuola.jpg (26 KB)
Il sindaco di Casargo Antonio Pasquini

“Per quanto riguarda il comune di Premana, non trovo nessuna difficoltà a sostenere i costi aggiuntivi per la mensa” ha dichiarato la prima, mentre il primo cittadino di Casargo si è così espresso: “d’accordo con la consigliere delegata Monica Tantardini e l’assessore Marta Bellati, siamo favorevoli alla proposta della settimana corta e ci adopereremo per garantire i servizi necessari, come il trasporto pubblico e il pagamento pro quota dell’assistenza educativa in mensa. In linea generale, rispettiamo l’autonomia scolastica e siamo pronti a supportare per quanto di nostra competenza eventuali scelte”. Sul tema mensa, Passoni ha esortato a “domandarsi la sostenibilità nel tempo di questa scelta, prestando attenzione a non mettere crisi dei servizi nel lungo periodo”.
“Come ente dobbiamo offrire i servizi che le famiglie ci richiedono, anche per contrastare denatalità e spopolamento” ha invece chiosato ancora Codega, spiegando che “tutti gli altri comuni coinvolti – oltre a Pagnona, Casargo, Margno e Crandola Valsassina, ndr – sono favorevoli alla settimana corta e disponibili a garantire il trasporto, qualunque orario venga stabilito, perché è un’esigenza delle famiglie del giorno d’oggi. Questo è quanto”.
Per completare il quadro, un ultimo punto da valutare è che, in caso di passaggio alla settimana corta, l’opzione sarebbe estesa “in automatico” a tutte quante le classi (sei in tutto, strutturare in due sezioni), anche a chi attualmente fa 36 ore settimanali e si vedrebbe “compattare” 36 ore su cinque giornate. Un aspetto, questo, che certamente farà sorgere non poche difficoltà e attriti.
La dirigente dell’ICS di Premana Dott.ssa Lorenza Martocchi ha tenuto a precisare che "la macchina organizzativa si è appena mossa e abbiamo un po' di cose valutare". C'è ancora molto di cui discutere insomma, anche se il tema sembra essere già decisamente caldo.

A.Te.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.