Calolzio, Shoah: la mostra dei ragazzi, per non dimenticare
"La memoria è una candela: non farla spegnere", è il titolo della mostra realizzata dal Consiglio Comunale dei Ragazzi di Calolziocorte, in occasione della Giornata della Memoria, inaugurata questa mattina presso le salette espositive del Palazzo Comunale.
Ideata e realizzata proprio dai ragazzi delle scuole secondarie di primo grado di Calolziocorte, sia dell’Istituto Comprensivo che dell’Istituto paritario Caterina Cittadini, l’esposizione è un viaggio nella memoria per riflettere sulla tragedia della Shoah attraverso un duplice approccio: nella prima sala racconti e testimonianze storiche, nella seconda gli inni di speranza realizzati dagli alunni, tra poesie e disegni.
Ad aprire l’inaugurazione, impreziosita dagli interventi musicali curati dal professor Sgro, il sindaco dei ragazzi Marco Antozzi: “Vorrei ringraziare Suor Michela Pagani e l’insegnante Maria Rita Raimondi che ci hanno seguiti in questo progetto. Abbiamo voluto presentare due chiavi di lettura: la prima, più storica, raccoglie testimonianze legate al campo di concentramento di Mauthausen; la seconda, più emotiva, è dedicata ai disegni, alle poesie e ai pensieri realizzati da noi ragazzi, ognuno si è sentito libero di esprimersi come meglio credeva”.
La sezione storica comprende racconti e testimonianze dirette che evocano il dramma vissuto nei campi di concentramento. Tra queste, le parole di Modesto Melis (“Arrivammo la notte del 7 agosto del ’44, quando aprirono i portelloni, abbiamo letto il cartellone Mauthausen… il numero di matricola che mi stamparono sul braccio era 82.441”) e di Aldo Carpi (“Quando siamo entrati al campo, pareva come entrare nella porta dell’inferno”). Affisse sulle pareti della sala espositiva, queste testimonianze offrono uno sguardo profondo sulla brutalità di quei tragici avvenimenti. La seconda sezione della mostra rappresenta invece un invito a guardare al futuro. Disegni, poesie e riflessioni dei giovani alunni, mettono in luce la loro sensibilità. Si legge sui cartelloni tutti colorati: “Non dimenticare significa proteggere l’umanità” e ancora “Un fiore di speranza tra fumo e spari. Nel buio totale un fiore cresceva, piccolo e reale. Il bimbo lo vide tra terra e dolore, un segno di pace in quell’immenso terrore”.
Andrea Pericu, studente di terza media, scrive: “Vorrei poter cancellare il momento dove le persone venivano portate nei campi di concentramento, dei luoghi di prigionia, dove il tempo faticava a passar via. Allora erano in vigore le leggi razziali che punivano quelli non uguali”. Un altro messaggio forte emerge da un colorato elaborato poetico: “Nulla impedirà al sole di sorgere ancora nemmeno la notte più buia, perché oltre la nera cortina della notte c’è un’alba che ci aspetta”. Il sindaco Marco Ghezzi è intervenuto per ribadire l’importanza di mantenere viva la memoria: “Facciamo in modo che queste giornate non siano solo date da celebrare, ma momenti di riflessione che restano per sempre nella nostra mente. La storia della Shoah ci insegna quanto l’animo umano possa essere devastante, e anche oggi ci sono tragedie e stragi che non possiamo ignorare. Dobbiamo usare eventi come questo per ricordare e riflettere su ciò che avviene nel mondo, spesso lontano dai riflettori”.
La mostra sarà visitabile su prenotazione dalle scuole da lunedì 27 a venerdì 31 gennaio dalle 8.30 alle 12.30, mentre sarà aperta al pubblico sabato 25 e domenica 26 gennaio e sabato 1 e domenica 2 febbraio dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00.
Ideata e realizzata proprio dai ragazzi delle scuole secondarie di primo grado di Calolziocorte, sia dell’Istituto Comprensivo che dell’Istituto paritario Caterina Cittadini, l’esposizione è un viaggio nella memoria per riflettere sulla tragedia della Shoah attraverso un duplice approccio: nella prima sala racconti e testimonianze storiche, nella seconda gli inni di speranza realizzati dagli alunni, tra poesie e disegni.
Ad aprire l’inaugurazione, impreziosita dagli interventi musicali curati dal professor Sgro, il sindaco dei ragazzi Marco Antozzi: “Vorrei ringraziare Suor Michela Pagani e l’insegnante Maria Rita Raimondi che ci hanno seguiti in questo progetto. Abbiamo voluto presentare due chiavi di lettura: la prima, più storica, raccoglie testimonianze legate al campo di concentramento di Mauthausen; la seconda, più emotiva, è dedicata ai disegni, alle poesie e ai pensieri realizzati da noi ragazzi, ognuno si è sentito libero di esprimersi come meglio credeva”.
La sezione storica comprende racconti e testimonianze dirette che evocano il dramma vissuto nei campi di concentramento. Tra queste, le parole di Modesto Melis (“Arrivammo la notte del 7 agosto del ’44, quando aprirono i portelloni, abbiamo letto il cartellone Mauthausen… il numero di matricola che mi stamparono sul braccio era 82.441”) e di Aldo Carpi (“Quando siamo entrati al campo, pareva come entrare nella porta dell’inferno”). Affisse sulle pareti della sala espositiva, queste testimonianze offrono uno sguardo profondo sulla brutalità di quei tragici avvenimenti. La seconda sezione della mostra rappresenta invece un invito a guardare al futuro. Disegni, poesie e riflessioni dei giovani alunni, mettono in luce la loro sensibilità. Si legge sui cartelloni tutti colorati: “Non dimenticare significa proteggere l’umanità” e ancora “Un fiore di speranza tra fumo e spari. Nel buio totale un fiore cresceva, piccolo e reale. Il bimbo lo vide tra terra e dolore, un segno di pace in quell’immenso terrore”.
Andrea Pericu, studente di terza media, scrive: “Vorrei poter cancellare il momento dove le persone venivano portate nei campi di concentramento, dei luoghi di prigionia, dove il tempo faticava a passar via. Allora erano in vigore le leggi razziali che punivano quelli non uguali”. Un altro messaggio forte emerge da un colorato elaborato poetico: “Nulla impedirà al sole di sorgere ancora nemmeno la notte più buia, perché oltre la nera cortina della notte c’è un’alba che ci aspetta”. Il sindaco Marco Ghezzi è intervenuto per ribadire l’importanza di mantenere viva la memoria: “Facciamo in modo che queste giornate non siano solo date da celebrare, ma momenti di riflessione che restano per sempre nella nostra mente. La storia della Shoah ci insegna quanto l’animo umano possa essere devastante, e anche oggi ci sono tragedie e stragi che non possiamo ignorare. Dobbiamo usare eventi come questo per ricordare e riflettere su ciò che avviene nel mondo, spesso lontano dai riflettori”.
La mostra sarà visitabile su prenotazione dalle scuole da lunedì 27 a venerdì 31 gennaio dalle 8.30 alle 12.30, mentre sarà aperta al pubblico sabato 25 e domenica 26 gennaio e sabato 1 e domenica 2 febbraio dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00.
Sa.A.