Lecco, Teatro: piace a tutti l'idea della 'fondazione'
L’idea che sia una fondazione l’ente che gestirà il “nuovo” Teatro della società sembra convincere tutti a Palazzo Bovara. È l’impressione emersa dalla commissione IV di giovedì sera durante la quale Ciro D’Aries, dell’omonimo studio di consulenza che sta accompagnando il Comune nel percorso di individuazione del modello gestionale adatto al caso lecchese, ha illustrato come funzionano le fondazioni di partecipazione, dei modelli già sperimentati in Lombardia da istituti culturali importanti quali La Scala o la Triennale di Milano, ma anche per teatri più piccoli come accade a Bergamo o Vigevano.
Il consulente ha spiegato che “la fondazione di partecipazione è un modello giuridico in cui c’è un patrimonio destinato a uno scopo al quale l’ordinamento attribuisce la qualità di soggetto di diritto”. Il Comune in questo caso non gestirebbe direttamente, ma lo farebbe tramite la fondazione insieme ai soci che man mano vorranno entrare a farne parte visto il carattere sempre “aperto” di questo modello. Dunque pur non essendo coinvolto in prima persona Palazzo Bovara sarebbe comunque strettamente connesso alle attività del teatro e con un ruolo di indirizzo ben marcato. “La fondazione di partecipazione ha l’elemento personale tipico delle associazioni e l’elemento patrimoniale caratteristico delle fondazioni - ha aggiunto D’Aries - Molto importante è poi in questo caso l’aspetto patrimoniale perché l’ente giuridico sorge solo se sussiste il fondo di dotazione”. Fondo che può essere alimentato da una pluralità di soci fondatori e da un azionariato diffuso tra soggetti pubblici, enti privati e cittadini che possono dare il proprio contributo per far andare avanti la fondazione, la quale però chiaramente non avrà fini speculativi e quindi si configura come soggetto senza scopo di lucro che ha come obiettivo il raggiungimento del pareggio di bilancio.
Anche i soci potranno essere di diverse tipologie: i soci “fondatori” e “partecipanti” ossia i soggetti che vengono ammessi successivamente a fronte del versamento di una quota, gli “aderenti” sono le perone fisiche o giuridiche che contribuiscono una tantum e i “sostenitori” sono quelli che scelgono di sostenere la fondazione con contributi di tipo non finanziario. Normalmente questo tipo di enti ha una serie di organi come l’assemblea, il consiglio di amministrazione, il presidente e il collegio dei revisori dei conti o un revisore unico. Il consulente ha sottolineato un aspetto importante: “L’ente sorge solo se sussiste un fondo di dotazione costituito dai conferimenti dei soci al momento della costituzione. Il patrimonio della fondazione sarà costituito da un fondo patrimoniale intangibile e da un fondo di gestione per le attività correnti e la gestione della fondazione”.
I vantaggi di questo modello sarebbero numerosi sotto il profilo dell’efficienza e sotto quello dell’economicità perché presenterebbe "una elasticità e una duttilità che consentono di adeguarne la struttura allo scopo”. In particolare la fondazione di partecipazione sarebbe una modalità che permette una proficua collaborazione tra pubblico e privato, garantendo al nuovo ente un’autonomia giuridica e patrimoniale (tutelando in questo modo anche il Comune) con infine anche dei vantaggi fiscale potendo usufruire di un regime agevolato. “Quella della fondazione mi sembra la formula più moderna - ha commentato Corrado Valsecchi di Appello per Lecco - Gli altri teatri che sono gestiti in questa forma sono gestiti bene. Oggi che stiamo per riaprire, il teatro deve diventare patrimonio di tutti e questa formula garantisce la più ampia partecipazione della comunità”. Anche la maggioranza ha concordato su questo aspetto sottolineando come sarà importante ricevere contributi molteplici “non solo a livello economico ma anche culturale”, ha precisato il consigliere Villa di Ambientalmente. Peppino Ciresa, dall’opposizione, ha evidenziato come sia un ente “snello” che non rischia di rimanere impantanato nella burocrazia.
Il consulente ha spiegato che “la fondazione di partecipazione è un modello giuridico in cui c’è un patrimonio destinato a uno scopo al quale l’ordinamento attribuisce la qualità di soggetto di diritto”. Il Comune in questo caso non gestirebbe direttamente, ma lo farebbe tramite la fondazione insieme ai soci che man mano vorranno entrare a farne parte visto il carattere sempre “aperto” di questo modello. Dunque pur non essendo coinvolto in prima persona Palazzo Bovara sarebbe comunque strettamente connesso alle attività del teatro e con un ruolo di indirizzo ben marcato. “La fondazione di partecipazione ha l’elemento personale tipico delle associazioni e l’elemento patrimoniale caratteristico delle fondazioni - ha aggiunto D’Aries - Molto importante è poi in questo caso l’aspetto patrimoniale perché l’ente giuridico sorge solo se sussiste il fondo di dotazione”. Fondo che può essere alimentato da una pluralità di soci fondatori e da un azionariato diffuso tra soggetti pubblici, enti privati e cittadini che possono dare il proprio contributo per far andare avanti la fondazione, la quale però chiaramente non avrà fini speculativi e quindi si configura come soggetto senza scopo di lucro che ha come obiettivo il raggiungimento del pareggio di bilancio.
Anche i soci potranno essere di diverse tipologie: i soci “fondatori” e “partecipanti” ossia i soggetti che vengono ammessi successivamente a fronte del versamento di una quota, gli “aderenti” sono le perone fisiche o giuridiche che contribuiscono una tantum e i “sostenitori” sono quelli che scelgono di sostenere la fondazione con contributi di tipo non finanziario. Normalmente questo tipo di enti ha una serie di organi come l’assemblea, il consiglio di amministrazione, il presidente e il collegio dei revisori dei conti o un revisore unico. Il consulente ha sottolineato un aspetto importante: “L’ente sorge solo se sussiste un fondo di dotazione costituito dai conferimenti dei soci al momento della costituzione. Il patrimonio della fondazione sarà costituito da un fondo patrimoniale intangibile e da un fondo di gestione per le attività correnti e la gestione della fondazione”.
I vantaggi di questo modello sarebbero numerosi sotto il profilo dell’efficienza e sotto quello dell’economicità perché presenterebbe "una elasticità e una duttilità che consentono di adeguarne la struttura allo scopo”. In particolare la fondazione di partecipazione sarebbe una modalità che permette una proficua collaborazione tra pubblico e privato, garantendo al nuovo ente un’autonomia giuridica e patrimoniale (tutelando in questo modo anche il Comune) con infine anche dei vantaggi fiscale potendo usufruire di un regime agevolato. “Quella della fondazione mi sembra la formula più moderna - ha commentato Corrado Valsecchi di Appello per Lecco - Gli altri teatri che sono gestiti in questa forma sono gestiti bene. Oggi che stiamo per riaprire, il teatro deve diventare patrimonio di tutti e questa formula garantisce la più ampia partecipazione della comunità”. Anche la maggioranza ha concordato su questo aspetto sottolineando come sarà importante ricevere contributi molteplici “non solo a livello economico ma anche culturale”, ha precisato il consigliere Villa di Ambientalmente. Peppino Ciresa, dall’opposizione, ha evidenziato come sia un ente “snello” che non rischia di rimanere impantanato nella burocrazia.
M.V.