Il Giro d'Italia e la 'Strada del Cielo' sulla lapide di Fiumelatte

Il prossimo Giro d’Italia 2025, con la prestigiosa maglia rosa, ritroverà nell’edizione a fine maggio la Valtellina, con la tappa di Bormio e poi, il giorno successivo, la partenza per quella di Morbegno. Da quest’ultima località i corridori partiranno verso il Lario, toccando anche Colico, Dervio e Bellano, dove la carovana salirà in Valsassina per poi scendere verso la città di Lecco.
Il tracciato delle tappe di fine maggio è anche un ricordo di quanto avvenne due secoli fa, ovvero i primi lavori per la “immensa Strada del Cielo”, verso il passo dello Stelvio. Alla presentazione avvenuta a Roma del Giro d’Italia 2025 erano presenti il sindaco di Bormio Silvia Cavazzi e l’assessore allo sport Samanta Antonioli. Hanno sottolineato che il passaggio in Valtellina vuole rievocare la grande storia del primo tronco della Strada del Cielo, che aveva inizio al trecentesco ponte di Azzone Visconti a Lecco, dove il Lario termina e l’Adda riprende il suo corso fluviale. Intervenuto a Roma anche il general manager Gigi Negri, che ha centrato l’obiettivo di portare nella sua Valtellina la tappa del Giro, un altro arrivo di quello al femminile ad Aprica, e poi a Piuro, in Valchiavenna, vi sarà il traguardo di una frazione del Tour de Suisse. Un tris veramente formidabile.
Per quanto riguarda la Strada del Cielo, il volume uscito nel 2018 per iniziativa dell’Associazione Culturale Scanagatta di Varenna, dal titolo “La strada stretta tra monti e lago”, dovuto a Giampaolo Brembilla e Marco Denti, dedica un apposito capitolo al primo tronco da Lecco al Sasso di Olcio. Si può leggere: “Nei giorni 2 e 3 maggio del 1825, per l’appalto della costruzione del tronco della strada militare da Lecco al sasso di Olcio… il medesimo fu assunto secondo il progetto redatto dall’Ing. Carlo Donegani”.
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La memoria dell’eccezionale impresa nella strada militare dello Stelvio e dello Spluga è affidata alla lapide commemorativa collocata in località Montagnetta di Fiumelatte, a Varenna, dove in dizione latina si può leggere: “Francesco I Cesare Augusto attraverso le tagliate rupi aprì da Lecco alla sommità del lago e congiunse quella di Milano con quella di Chiavenna e Bormio. Faceva le sue sacre veci l’arciduca Ranieri; erano Fermo Terzo cavaliere dell’imperatore Francesco, curatore provinciale, e Agostino Masetti, addetto alle vie. Per l’architetto Carlo Donegani fu proposto alla conclusione dei lavori l’architetto Siro Leva”.
Direttore del progetto è stato il conte Giulio Strasoldi; l’opera fu terminata nell’anno 1832, essendo governante dell’Insubria il conte Francesco di Hartig. Il tracciato della strada militare indicava dopo il ponte di Azzone Visconti l'attuale via che prende quest'ultimo nome, nonché Piazza Manzoni, Via Roma, Via Cavour, Via Volta, Via Col di Lana (un tempo Via dello Stelvio) e Via dello Stelvio (ora Via Santo Stefano).
A.B.
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