Calolzio: i giovani leghisti se la prendono… con il loro partito
Condanniamo fermamente qualsiasi episodio di violenza come quello avvenuto nei giorni scorsi a Calolzio. Chiunque ne sia l’artefice. Ma c’è una cosa che non comprendiamo: con chi se la prendono i giovani leghisti? Apparentemente con il loro stesso partito.
L’assessore delegato alla sicurezza di Calolziocorte ha la tessera del carroccio in tasca come il Sindaco e insieme hanno scelto di non aderire al patto per la sicurezza “Stazioni sicure” proposto dal Ministero degli Interni.
Lo stesso Ministero che è stato negli ultimi vent’anni la maggior parte del tempo in mano al centrodestra con a capo addirittura tre esponenti leghisti come Maroni, Salvini e Piantedosi. I promotori della legge che regola i flussi migratori iniziano con B ed F ma non sono Bonelli e Fratoianni ma Bossi e Fini. E potremmo andare avanti…
Non voglio banalizzare episodi che vanno affrontati con serietà attraverso politiche pubbliche e sforzi privati. Ma non si può più sopportare questa retorica leghista incapace di assumersi mezza responsabilità e sempre capace di gridare alle colpe degli altri.
Se gli episodi avvengono a Lecco la colpa è del Sindaco. Se invece sono a Calolzio, amministrata dal centrodestra, allora la colpa è di qualcun altro. Sempre con banalizzazioni e mistificazioni. Cosa non si fa per guadagnare qualche voto e soprattutto per cavalcare le paure dei cittadini.
I giovani leghisti nostrani inventano o, meglio, “rubano” all’estrema destra tedesca una parola che non c’è nemmeno sui vocabolari della nostra lingua e che equivarrebbe alla deportazione di massa delle persone straniere. Con questa logica aberrante, nel secolo scorso i milioni di italiani emigrati in mezzo mondo avrebbero dovuto essere “riemigrati” perché tra loro c’erano anche mafiosi e camorristi.
E invece la stragrande maggioranza dei nostri concittadini costretti all’emigrazione per motivi economici hanno dato contributi fondamentali alla crescita dei loro nuovi Paesi, così come la stragrande maggioranza di donne e uomini arrivati nel nostro Paese in cerca di una vita migliore fanno in Italia e in Europa.
Lo ripeto: chi commette un reato, sia esso italiano o straniero, bianco o nero, credente o non credente va perseguito per il reato che compie.
Chi invece ha bisogno di aiuto va supportato come si fa con qualsiasi altro cittadino.
L’assessore delegato alla sicurezza di Calolziocorte ha la tessera del carroccio in tasca come il Sindaco e insieme hanno scelto di non aderire al patto per la sicurezza “Stazioni sicure” proposto dal Ministero degli Interni.
Lo stesso Ministero che è stato negli ultimi vent’anni la maggior parte del tempo in mano al centrodestra con a capo addirittura tre esponenti leghisti come Maroni, Salvini e Piantedosi. I promotori della legge che regola i flussi migratori iniziano con B ed F ma non sono Bonelli e Fratoianni ma Bossi e Fini. E potremmo andare avanti…
Non voglio banalizzare episodi che vanno affrontati con serietà attraverso politiche pubbliche e sforzi privati. Ma non si può più sopportare questa retorica leghista incapace di assumersi mezza responsabilità e sempre capace di gridare alle colpe degli altri.
Se gli episodi avvengono a Lecco la colpa è del Sindaco. Se invece sono a Calolzio, amministrata dal centrodestra, allora la colpa è di qualcun altro. Sempre con banalizzazioni e mistificazioni. Cosa non si fa per guadagnare qualche voto e soprattutto per cavalcare le paure dei cittadini.
I giovani leghisti nostrani inventano o, meglio, “rubano” all’estrema destra tedesca una parola che non c’è nemmeno sui vocabolari della nostra lingua e che equivarrebbe alla deportazione di massa delle persone straniere. Con questa logica aberrante, nel secolo scorso i milioni di italiani emigrati in mezzo mondo avrebbero dovuto essere “riemigrati” perché tra loro c’erano anche mafiosi e camorristi.
E invece la stragrande maggioranza dei nostri concittadini costretti all’emigrazione per motivi economici hanno dato contributi fondamentali alla crescita dei loro nuovi Paesi, così come la stragrande maggioranza di donne e uomini arrivati nel nostro Paese in cerca di una vita migliore fanno in Italia e in Europa.
Lo ripeto: chi commette un reato, sia esso italiano o straniero, bianco o nero, credente o non credente va perseguito per il reato che compie.
Chi invece ha bisogno di aiuto va supportato come si fa con qualsiasi altro cittadino.
Alberto Anghileri Sinistra Italiana Lecco - AVS