In viaggio a tempo indeterminato/363: sull'isola 'nido di ratti'
Riesco a immaginarmi perfettamente la faccia schifata che deve aver avuto il primo esploratore olandese sbarcato su una minuscola isola di fronte alla costa ovest dell'Australia.
Sarà arrivato con la sua barca dopo giorni di navigazione e tempeste, magari con un po' di mal di mare e infreddolito.
Sicuramente stanco e frastornato avrà pensato di avere le allucinazioni quando, sbarcato su quel pezzettino di terra dalle spiagge bianche e dalle baie cristalline, si è trovato davanti dei giganteschi ratti.
Avrà esclamato l'equivalente olandese di "mamma mia, sta isola è infestata" e se ne sarà tornato sulla sua barca parlando a tutti di quel "nido di ratti".
Seicento e più anni dopo, eccoci qui a chiamare Rottnest quell'isola proprio per colpa di quel marinaio olandese che non sapeva che in realtà quelli non erano roditori ma marsupiali.
Si era imbattuto infatti nei quokka, gli animali più felici del mondo.
Ok, spezzerò una lancia a favore di quell'esploratore. In effetti i quokka a prima vista sembrano dei topi delle dimensioni di gatti. Il pelo marroncino grigiastro e la coda lunga ma sottile e poco pelosa li rendono decisamente più simili a una nutria che a un canguro.
Quindi sì, anche io ho avuto la stessa sensazione di quel navigatore, forse un po' per colpa del mal di mare per la traversata burrascosa.
Ma basta guardarli un attimo per rendersi conto che, in realtà, il loro è solo un trucco.
Ebbene sì, i quokka sono proprio dei furbetti.
Perché se da accovacciati sembrano dei topi che a molti possono fare ribrezzo, quando si alzano su due zampe ti fanno l'incantesimo.
Improvvisamente si trasformano in esserini coccolosi e carini.
Resistere a quegli occhietti teneri e a quel sorriso diventa impossibile.
E, senza rendertene conto, inizi a parlare con quella vocina ebete che si usa anche con i bambini.
Il colpo di grazia però arriva quando dal piccolo marsupio del piccolo quokka vedi sbucare una piccola testolina.
Lì basta, ti sei innamorato di quei quokkini e ti tormenti perché sai che al di fuori di quell'isola minuscola al largo di Perth, non li potrai più vedere.
"Non è un cane, non è un lupo, sa soltanto quello che non è". Era la frase del cartone animato "Balto" e mi è rimasta in mente da quando l'ho sentita per la prima volta da bambina.
Con qualche piccola modifica, queste stesse parole potrebbero calzare a pennello per i quokka.
Non sono canguri, ma hanno il marsupio e per spostarsi saltellano sulle due zampe posteriori.
Non sono koala, ma sanno arrampicarsi sugli alberi per cibarsi delle foglie.
Non sono topi ma vivono in gruppi numerosi.
Non sono canguri, non sono koala, non sono topi... ma se li vedi sembra non gliene importi niente.
Sembrano sorridere, anche se sono a rischio estinzione a causa di predatori introdotti dai colonizzatori, come le volpi o i gatti ferali.
E lo so che in realtà quel sorriso è solo legato alla loro fisionomia e che non sono realmente felici, ma mi piace pensare che siano un po' ribelli e a loro non interessi niente.
Questo loro atteggiamento, consapevole o inconsapevole che sia, gli ha permesso di diventare delle vere e proprie star sui social.
I selfie con i quokka sembrano spopolare su Instagram.
L'ho detto che ti fanno l'incantesimo!
Questo essere così carini e coccolosi, però, ha messo a repentaglio non poco la sopravvivenza di questi marsupiali unici al mondo.
L'interazione con l'uomo ha messo a repentaglio la salute di alcuni esemplari in seguito all'ingestione di cibi inappropriati, come il pane, offertigli dai visitatori sull'Isola di Rottnest.
Speriamo che riusciremo a fermarci in tempo e che non vedremo scomparire per quel bel sorriso felice dei quokka.
Sarà arrivato con la sua barca dopo giorni di navigazione e tempeste, magari con un po' di mal di mare e infreddolito.
Sicuramente stanco e frastornato avrà pensato di avere le allucinazioni quando, sbarcato su quel pezzettino di terra dalle spiagge bianche e dalle baie cristalline, si è trovato davanti dei giganteschi ratti.
Avrà esclamato l'equivalente olandese di "mamma mia, sta isola è infestata" e se ne sarà tornato sulla sua barca parlando a tutti di quel "nido di ratti".
Seicento e più anni dopo, eccoci qui a chiamare Rottnest quell'isola proprio per colpa di quel marinaio olandese che non sapeva che in realtà quelli non erano roditori ma marsupiali.
Si era imbattuto infatti nei quokka, gli animali più felici del mondo.
Ok, spezzerò una lancia a favore di quell'esploratore. In effetti i quokka a prima vista sembrano dei topi delle dimensioni di gatti. Il pelo marroncino grigiastro e la coda lunga ma sottile e poco pelosa li rendono decisamente più simili a una nutria che a un canguro.
Quindi sì, anche io ho avuto la stessa sensazione di quel navigatore, forse un po' per colpa del mal di mare per la traversata burrascosa.
Ma basta guardarli un attimo per rendersi conto che, in realtà, il loro è solo un trucco.
Ebbene sì, i quokka sono proprio dei furbetti.
Perché se da accovacciati sembrano dei topi che a molti possono fare ribrezzo, quando si alzano su due zampe ti fanno l'incantesimo.
Improvvisamente si trasformano in esserini coccolosi e carini.
Resistere a quegli occhietti teneri e a quel sorriso diventa impossibile.
E, senza rendertene conto, inizi a parlare con quella vocina ebete che si usa anche con i bambini.
Il colpo di grazia però arriva quando dal piccolo marsupio del piccolo quokka vedi sbucare una piccola testolina.
Lì basta, ti sei innamorato di quei quokkini e ti tormenti perché sai che al di fuori di quell'isola minuscola al largo di Perth, non li potrai più vedere.
"Non è un cane, non è un lupo, sa soltanto quello che non è". Era la frase del cartone animato "Balto" e mi è rimasta in mente da quando l'ho sentita per la prima volta da bambina.
Con qualche piccola modifica, queste stesse parole potrebbero calzare a pennello per i quokka.
Non sono canguri, ma hanno il marsupio e per spostarsi saltellano sulle due zampe posteriori.
Non sono koala, ma sanno arrampicarsi sugli alberi per cibarsi delle foglie.
Non sono topi ma vivono in gruppi numerosi.
Non sono canguri, non sono koala, non sono topi... ma se li vedi sembra non gliene importi niente.
Sembrano sorridere, anche se sono a rischio estinzione a causa di predatori introdotti dai colonizzatori, come le volpi o i gatti ferali.
E lo so che in realtà quel sorriso è solo legato alla loro fisionomia e che non sono realmente felici, ma mi piace pensare che siano un po' ribelli e a loro non interessi niente.
Questo loro atteggiamento, consapevole o inconsapevole che sia, gli ha permesso di diventare delle vere e proprie star sui social.
I selfie con i quokka sembrano spopolare su Instagram.
L'ho detto che ti fanno l'incantesimo!
Questo essere così carini e coccolosi, però, ha messo a repentaglio non poco la sopravvivenza di questi marsupiali unici al mondo.
L'interazione con l'uomo ha messo a repentaglio la salute di alcuni esemplari in seguito all'ingestione di cibi inappropriati, come il pane, offertigli dai visitatori sull'Isola di Rottnest.
Speriamo che riusciremo a fermarci in tempo e che non vedremo scomparire per quel bel sorriso felice dei quokka.
Angela (e Paolo)