Don Bruno Maggioni di nuovo in tv: questa volta su Rete 4, ospite della “Zona Bianca” di Giuseppe Brindisi

L’eccentrico ed energico parroco dell’Alta Valsassina don Bruno Maggioni è apparso in tv per l’ennesima volta. Dopo aver partecipato ad alcune trasmissioni sui canali Rai (da “The Voice Senior” a “I Fatti Vostri”), questa volta il prete canterino è stato ospite di Mediaset, e in particolare del talk show “Zona Bianca”, condotto da Giuseppe Brindisi e in onda ogni domenica sera su Rete 4.
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Don Bruno e Giuseppe Brindisi

Don Bruno è intervenuto nel corso della puntata dello scorso 12 gennaio, chiamato a commentare il presunto “scandalo” dei quattro preti di Aosta che hanno preso parte ad uno spettacolo comico organizzato all’interno del programma “Illumina Aosta”, condotto da Luca Dodaro. I sacerdoti hanno raccontato – spesso senza filtri – alcuni retroscena e aneddoti della loro vita clericale. Il video è stato molto apprezzato dal web (più di 600.000 visualizzazioni su YouTube), mentre ha suscitato anche reazioni avverse. La critica ai religiosi verteva soprattutto sul linguaggio – “colorito e volgare” a detta di alcuni – utilizzato nel corso della gag. Critica sugellata dal messaggio del vescovo di Aosta Franco Lovignana, che ha parlato in questi termini: “Dico subito che credo che i quattro sacerdoti abbiano agito in buona fede e abbiano cercato di mostrare un volto simpatico del prete e anche di dire una parola di Vangelo in un ambiente leggero. In parte, forse, ci sono anche riusciti. Fatta salva, dunque, la loro buona fede, non posso non rimarcare che il modo in cui sono stati affrontati alcuni temi delicati (in primis la morte, i Sacramenti e i Sacramentali), le risate scomposte e in particolare il linguaggio volgare e grossolano, sono effettivamente offensivi verso le persone e verso la sacralità della vita ecclesiale e svilenti il ministero sacerdotale. Al riguardo approfitto per fare pubblicamente ciò che ho fatto in privato con diversi fedeli che sono venuti a parlarmi, cioè chiedere scusa a nome dei miei confratelli se questi modi e queste parole sono stati occasione di scandalo”. 
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I 4 presti di Aosta

Le parole del vescovo riflettono esattamente la diatriba accesasi nello studio di Zona Bianca un paio di sere fa. Da una parte (e in maggioranza) chi sosteneva che il gesto dei preti fosse non solo in buona fede, ma anche non offensivo, e anzi che rappresentasse semmai un modo per avvicinare le persone alla Chiesa con un linguaggio molto più comprensibile ai giovani; dall’altra, chi invece criticava l’utilizzo di espressioni un po’ troppo colorite e la trattazione eccessivamente leggera di temi religiosi anche delicati. Da che parte si sarà schierato don Bruno?
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Con il suo sorriso inconfondibile, il parroco dell’Alta Valle – in collegamento dalla chiesa di San Bartolomeo, a Margno – ha confessato di essersi divertito moltissimo ascoltando lo show dei quattro preti valdostani. “Io sono col cuore stracolmo di gioia perché il mio essere prete è felicità. Io sono cristiano, felice di essere cristiano e di essere prete. E non riesco in altro modo a comunicarlo” ha aggiunto poi don Bruno, riaffermando dunque l’idea che un po’ di eccentricità, di ironia e di autoironia non possono certamente far male a una Chiesa che fatica sempre più ad attrarre fedeli, soprattutto tra i più giovani. “Il giudizio è dei bambini e dei giovani, e quando loro ci vengono dietro, ci seguono e sono entusiasti, allora vuol dire che abbiamo spaccato” ha precisato ancora il parroco dell’Alta Valle. Portando un ulteriore esempio della forza che possono avere l’entusiasmo e la vitalità tra le figure religiose: “tutti e duecentocinquanta i miei alunni della scuola alberghiera fanno religione, anche i musulmani, perché sono felici di passare un’ora con me!”.
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Prima di chiudere il collegamento con gli studi Mediaset, non poteva mancare una battuta delle sue (a proposito di ironia). A una domanda tecnica sui proventi dei sacerdoti rivoltagli dal conduttore, don Bruno ha spiegato che “si chiama sostentamento del clero ed è proporzionale al numero di abitanti”, aggiungendo che “purtroppo qui siamo in pochi, perciò quando muore qualcuno non lo dico!”. 
A.Te.
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