Lecco perduta/462: il sommergibile C3 di Pietro Vassena

Il 2025, da poco iniziato, sarà quello che consentirà alla stragrande maggioranza dei lecchesi di conoscere la storia e la gloria del sommergibile “tascabile” C3, di Pietro Vassena? E’ affondato nel mare di Capri nell’autunno 1948 per un’incredibile distrazione di un addetto alla navigazione che aveva dimenticato di chiudere un boccaporto.
Da allora il batiscafo C3 è nelle profondità del mare. I tentativi di Vassena di recuperare il sommergibile o di costruirne uno nuovo sono naufragati per mancanza di mezzi finanziari.
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La pagina a colori della Domenica del Corriere dedicata a Pietro Vassena ed al suo C3 nelle acque lariane di Argegno-Nesso
C’è stata la recentissima lodevole iniziativa del gruppo Amici di Vassena presso la Canottieri Lecco, con il presidente Marco Cariboni; ha ricollocato la stele commemorativa dell’inventore Vassena e del suo C3 sul lungo lago, Riva delle Foibe, vicina al monumento ai Caduti. Era stata devastata da incredibile atto vandalico. La stele è collocata davanti allo specchio di lago, nel tratto terminale del Lario, dove Vassena fece le prime prove con il C3 in pomeriggi festivi del 1946/1948, richiamando un’eccezionale presenza popolare. Il sommergibile era ormeggiato nella darsena presso la Canottieri Lecco. Era stato costruito nell’officina di Vassena, situata in un antico cortile della centralissima via Cavour.
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Il C3 emerge dalle acque del Lario, dopo la straordinaria impresa del 1948

La stragrande maggioranza dei lecchesi di oggi, per evidenti ragioni anagrafiche non ha visto il batiscafo C3, anche se ne ha sentito più volte parlare.
L’avv. Arnaldo Ruggiero, decano dei giornalisti lecchesi, ha lasciato scritto nelle sue memorie: “Ricordo quegli esperimenti del C3 che avevano destato molto interesse di tutta Italia e di molti Paesi esteri. In quelle occasioni fui tempestato di telefonate e di telegrammi,anche da parte di agenzie francesi, in collegamento con l’inglese Reuter, agenzia di estensione mondiale, chiedendo ampi servizi”. Ruggiero aggiungeva: “Vassena era raggiante perchè aveva destato l’interesse del mondo sulla sua invenzione. Il celebre francese Piccard lo invitò a Sierre, dove abitava, per avere i particolari del sommergibile che poi venne a vedere in Italia”. Sempre Ruggiero sottolineava che l’insigne scienziato ebbe parole di ammirazione per l’umile inventore lecchese che in una piccola officina di provincia aveva fatto veramente meeraviglie.
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Il C3 durante prove di immersione nelle acque di fronte a Malgrate-Valmadrera

Pietro Vassena era nato a Malgrate il 21 aprile 1897; morì nel Comune natale il 21 maggio 1967, all’età di 70 anni.
Le prove dei pomeriggi festivi nel lago di Lecco erano di preparazione per la straordinaria impresa che il C3 realizzò nelle acque del Lario, di fronte ad Argegno, nel marzo 1948; raggiunse il fondo della “fossa” di Nesso a 412 metri. E’ stato un primato mondiale.
Quel giorno Pietro Vassena ebbe assistenza sulle acque di superficie dei pescatori e dei barcaioli di Argegno e di Nesso; tra loro era presente il nocchiero Lorenzo Barindelli, detto Lorenzin, di Loppia di Bellagio, sempre partecipante alla festa del lago di fine giugno dell’EMA, sulle acque lecchesi con la sua antica gondola Rosina, imbandierata ed illuminata. E’ deceduto nel gennaio 1998.
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Pietro Vassena nelle acque del golfo di Lecco, si può riconoscere il figlio Angelo, che sarà un campione di motonautica con la Canottieri Lecc

La città di Lecco ha onorato la memoria di Pietro Vassena, conferendo il riconoscimento del San Nicolò d’oro nella ricorrenza patronale del dicembre 1997. Era sindaco della città Lorenzo Bodega.
In merito all’impresa straordinaria di Argegno vi sono testimonianze con intervista televisiva registrata anni dopo con due barcaioli, che erano a bordo delle scialuppe di assistenza in superficie. L’intervista è stata registrata presso il porto, dove Pietro Vassena mosse in navigazione verso l’antistante sponda di Nesso. In tale località c’è la profondità maggiore del Lario, con 412 meri; sono paragonabili, per dare un’idea, ad oltre quattro volte l’altissimo campanile della basilica di San Nicolò in Lecco, che raggiunge i 96 metri.
C’è da rammentare che la città di Lecco del dopoguerra non poteva ancora annoverare imprese di rilievo che hanno poi punteggiato gli anni di metà Novecento: non c’erano ancora i famosi Ragni, divenuti celebri per straordinarie imprese sulle vette di tutti i continenti; le “ondine” lecchesi della Canottieri Lecco, con il duo Francoletti-Solari divennero famose a livello nazionale per i successi degli anni ’50. Il Calcio Lecco arriverà in serie A con il campionato 1960; la motonautica della Canottieri Lecco conquisterà negli anni ’70 la “Fiamma Azzurra, che equivale allo scudetto tricolore nel calcio, ed altro ancora. C’era, invece, la popolarità dei pescatori sportivi che a metà Novecento avevano conquistato ben quattro titoli tricolori nei campionati nazionali e che avevano sede nel Caffè Amici di piazza Mazzini. C’era, sopattutto, il grande appuntamento remiero a livello internazionale delle regate di fine stagione che si svolgevano sul campo di gara da Pradello alle Caviate nel dolce autunno dei laghi.
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Il C3 si immerge per prove nelle acque del lago di Lecco, nel tratto antistante piazza Cermenati

Lecco era, invece, già nota a livello nazionale ed internazionale come città del ferro e del piombo per le sue diffuse ed importanti industrie, dalla Badoni alla Fiocchi, dal Caleotto all’Arlenico, dall’Aldè sul lungo Adda verso il ponte Azzone Visconti e dalle tante piccole imprese nella vallata del Gerenzone.
 Nel tempo trascorso dalla straordinaria impresa di Argegno non sono mancati i riferimenti di vita civica e popolare che hanno reso omaggio con iniziative di mercato alla straordinaria impresa del C3, che ebbe la pagina a colori della Domenica del Corriere, “vetrina” di risonanza non solo nazionale.
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Il popolare nocchiere Lorenzino Barindelli, di Loppia di Bellagio, con il C3 dopo l'impresa straordinaria di Nesso

Negli anni successivi non sono mancate iniziative personali, di gruppi, di associazioni, e negozi che si richiamavano al sommergibile C3. C’è stato anche un sommergibile di cioccolato. Venne realizzato come uovo a sorpresa di Pasqua, all’inizio del Duemila, presso la gelateria Trinacria, in quartiere Acquate. Il sommergibile-uovo di cioccolato, si deve al trentenne pasticcere Marco Gennuso. L’autore dichiarò alla stampa “La mia è stata solo una libera interprestazione. Non ho mai visto, per ragioni anagrafiche il sommergibile nel lago di Lecco. So, comunque, che ha rappresentato dal 1946 al 1948 un momento di grande orgoglio, momenti di attenzione internazionale verso Lecco. E, quindi, ho fatto il sommergibile C3 pasquale”.
A.B.
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