Cortabbio: la 'Tridentina' in concerto nel ricordo di Beri

La Chiesa di San Lorenzo a Cortabbio di Primaluna nella serata di ieri è stata animata dai canti del Coro della Brigata Alpina Tridentina, giunta in Valsassina per rendere omaggio a Giovanni Beri, indimenticabile penna nera, per ben 45 anni alla testa del gruppo locale.
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In apertura i ringraziamenti degli alpini sono andati al parroco don William Abbruzzese per aver concesso l’uso della chiesa, al coro stesso, al sindaco Mauro Artusi e ai membri del consiglio direttivo ANA di Lecco presenti, senza dimenticare la famiglia Beri che ha promosso l’iniziativa per Giovanni, scomparso 4 anni orsono.

Proprio quest'ultimo è stato definito "persona buona, generosa e altruista, con impegno costante all’interno del gruppo e della comunità di Primaluna”.

Gelindo Manzoni, per completarne il ricordo, ha citato la frase che Beri, nel 2014, ha usato per congedarsi da capogruppo. Una sorta di testamento, per chi è venuto dopo di lui, con l'invito dunque a “lasciare spazio alla collaborazione sincera, dove l’impegno di ognuno si armonizzi con quello degli altri, diventando ricchezza di tutti”. Un motto che ha contraddistinto sicuramente il suo percorso tra le fila dell'ANA.

Anche il sindaco ha speso parole d'elogio per Beri, ricordandolo come una figura “quasi di casa, veniva a trovarmi spessissimo e arrivava a toccare argomenti che lo portavano alla commozione, forse perché con il proseguire degli anni capiva che gli mancavano le forze per fare quello che ha sempre fatto per lungo tempo, apportando benefici alla comunità”. Nel concludere il suo intervento Artusi ha espresso l'auspicio che Giovanni “possa essere stato di esempio per tutti e per le generazioni future”.
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Spazio poi alla Tridentina che ha offerto un concerto improntato sul racconto, attraverso le parole e la musica, narrando la storia degli alpini. Attraverso le loro voci, i cantori, hanno così reso omaggio a quanti “sono andati avanti, più di tutti a quelli caduti in servizio, in tempo di guerra e in tempo di ‘pace’”.

Hanno così, ancora una volta, mantenuto la promessa fatta ad un reduce della campagna di Russia ovvero all’Artigliere Pasquale Corti che chiese al Coro della Brigata di scegliere, ad ogni concerto, una frase emblema del mondo moderno. Per la serata valsassinese ne è stata scelta una sulla pace: “nessuno conosce il valore della pace più di un soldato che ha vissuto l’orrore della guerra”. Il presidente del sodalizio ha poi proposto una carrellata di conflitti che attanagliano il pianeta. 56 quelli in corso. “Il numero più alto dalla fine della seconda guerra mondiale, con ben 92 Paesi coinvolti negli scontri, all’interno o fuori dai propri confini”. "Il nostro canto si alzi come una preghiera e un monito per la pace”.
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Anche Edoardo Balbiani, capogruppo delle penne nere di Casargo ha portato il suo ricordo di Giovanni Beri, evidenziandone la "passione per gli alpini che lo ha portato a realizzare il monumento ai caduti, il restauro delle cappellette votive, l’impianto elettrico del Santuario di Santa Maria Bambina e, per il 50° di fondazione del gruppo, la realizzazione della fontana al parco, per poi posare la prima pietra della costruzione della nuova sede, terminata nel 2003”. Quanto al concerto, Balbiani ha voluto ribadire come nonostante l'intelligenza umana, nel 2025, ancora si vivano le sofferenze narrate nelle canzoni alpine.
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A chiusura della serata, “Signore delle cime” è stato dedicato innanzitutto a Giovanni Beri e “ai cari che ognuno ha nel cuore”.

Dopo il concerto, un momento conviviale nella sede delle penne nere locali, dove il coro ha potuto gustare l’ottima polenta taragna, cucinata dal capogruppo Acqustapace, accompagnata da prodotti locali. E da altri canti, con “Ninna nanna del Contrabbandiere” di Davide Van De Sfroos, quale ultimo pezzo prima di congedarsi.
M.A.
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