Lecco: ottant’anni fa le prime bombe aeree sulla città

Ottant’anni or sono, dal 9 al 12 gennaio 1945, Lecco subiva le prime tre incursioni aeree della Seconda Guerra Mondiale. Sino a quei giorni le bombe ed i mitragliamenti avevano colpito il circondario come a Valmadrera e a Civate nel novembre 1944, ma non avevano investito il territorio cittadino. Alle 14.51 del 9 gennaio quattro aerei scendevano, invece, a mitragliare la periferia di Lecco verso Maggianico, mirando alla stazione ed all’Elettrochimica Adda. Si registrarono un ferito leggero e danni al materiale ferroviario. 
Il 10 gennaio quattro aerei arrivavano nel cielo di Lecco alle 14.50. Veniva colpita la stazione ferroviaria del centro cittadino. La terza incursione il 12 gennaio, alle ore 10. Due veivoli passavano sulla città con mitragliamenti colpendo alcune locomotive ed il battello Baradello al pontile della navigazione lariana. Le incursioni nei primi giorni di gennaio erano, purtroppo, l’anticipo dei bombardamenti che si verificarono a fine mese, in particolare nella zona del quartiere lecchese di Pescarenico.
I bersagli maggiori delle incursioni aeree erano il ponte stradale Azzone Visconti, il ponte ferroviario Lecco/Como, in quartiere Pescarenico, lo scalo ferroviario con il vicino deposito di locomotive e vagoni, punto di riferimento operativo per la strada ferrata da Milano a Sondrio.
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Il Bar Sport di Pescarenico colpito dalle bombe

Il primo obiettivo era il maestoso trecentesco ponte di Azzone Visconti. Ma non venne mai colpito, in quanto impossibile da avvicinare dagli aerei perché “protetto” dal Monte Barro. Gli aerei non potevano prendere d’assalto il ponte, arrivando sulla lunghezza per sganciare le bombe. Sul lato era, infatti, impossibile la picchiata; sull’altro era pericolosissima l’impennata di ripresa dopo aver raggiunto bassa quota per scaricare l’esplosivo. L’obiettivo principale fu così mancato e gli ordigni caddero su edifici di Corso Repubblica (oggi Martiri della Liberazione), Via Previati, Via Corti, Via dell’Isola, oltre che nelle acque del lago e del fiume. Bombe dirette ai ponti finirono per colpire alcuni stabili del quartiere Pescarenico, dove praticamente venne distrutto l’edificio sull’angolo di Via Corti con l’attuale Corso Martiri dove c’era il popolare Bar Sport, “tempio” del biliardo e delle boccette, avendo sul fronte stradale opposto il popolare ritrovo detto “delle piante”.
I bombardamenti più devastanti avranno luogo nel mese di marzo con purtroppo delle vittime, come allo scalo ferroviario della Piccola Velocità ed alla fabbrica Fiocchi Munizioni, nel quartiere di Belledo. Le incursioni del gennaio 1945 provocarono in città la ricerca di rifugi contro i bombardamenti aerei. Il Comune di Lecco presso il civico palazzo di Piazza Diaz ne organizzò uno nel sotterraneo sul fronte verso Piazza Salvatori Sassi. Un altro capace rifugio era presso il cortile delle botti e dei sassi di Via Ghislanzoni, sotto la parte di palazzo più alta fronteggiante il vasto cortile.
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Un ricovero sotterraneo nel cortile delle botti e dei sassi di Via Ghislanzoni

Cinque bombe caddero anche nel laminatoio di Arlenico. Le incursioni sul deposito della stazione provocarono gravi danni al materiale rotabile, con un tronco di rotaia pesante quattro quintali che volò sul tetto di una casa di Piazza Salvatore Sassi e di altro materiale ferroviario rinvenuto nei cortili dell’opera del “Don Guanella”, al Caleotto, a causa dello spostamento d’aria.
A.B.
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