In viaggio a tempo indeterminato/362: l'Australia un Paese giovane o no?
"L'Australia è un Paese giovane, nato pochi anni fa."
Ho sentito pronunciare questa frase moltissime volte e spesso per giustificare la mancanza di edifici storici o luoghi antichi da visitare.
E in effetti, se si fa coincidere l'inizio della storia dell'Australia con la colonizzazione inglese, il Paese ha poco più di 200 anni.
La realtà, però, è che su questa enorme isola la storia è iniziata molto molto molto tempo prima.
Gli Aborigeni, cioè i popoli autoctoni dell'Australia, vivono qui da oltre 50.000 anni. Sì esatto, 50.000 anni!
Sono arrivati giusto qualche anno prima degli inglesi.
Quindi no, l'Australia non è sicuramente un Paese giovane, anzi è uno tra i più antichi.
La storia degli Aborigeni australiani inizia con la migrazione dall'Asia sudorientale. Attraversando lo stretto di Torres, cioè quel piccolo tratto di mare che divide l'Australia dalla Papua Nuova Guinea, i primi abitanti sbarcarono in un territorio molto diverso da quello che conosciamo oggi e ricco di flora e fauna che ora sono scomparse.
C'erano persino dei mega marsupiali, cioè una versione gigante e lenta dei canguri.
L'adattamento a questo nuovo ambiente è stata sicuramente la prova più difficile che i primi abitanti dell'Australia hanno dovuto affrontare.
Io non riesco davvero a immaginarmi come deve essere stato sbarcare in un Paese dove la natura, anche secoli e secoli dopo, è ostile e inospitale. Chissà se 50.000 anni fa c'erano già le mosche ovunque!
Nel corso dei secoli, però, gli Aborigeni hanno appreso le tecniche necessarie per sfruttare le risorse naturali presenti e sopravvivere in un luogo così diverso.
Hanno perfezionato le abilità fondamentali per la caccia, la pesca, la raccolta e gestione del fuoco.
E così facendo sono riusciti a sopravvivere e a prosperare in diversi climi e a diverse latitudini, dalle pianure desertiche alle foreste tropicali.
Non si sa moltissimo dello stile di vita degli aborigini del passato, quello che si ipotizza è che il fuoco fosse usato per diversi scopi, dall'incoraggiare la crescita di piante commestibili, al ridurre il rischio di grandi incendi devastanti, al rendere più facili i trasporti, all'eliminare i parassiti, per uso rituale o semplicemente per "tenere pulito".
Quello che però si conosce per certo è che gli Aborigeni avevano uno stretto legame con la terra e la natura e una visione del mondo fortemente spirituale.
Racconti tramandati per via orale, parlano di un "Dreamtime" (tempo del sogno) in cui tutto il mondo si è creato.
Esseri ancestrali, generalmente rappresentati come creature gigantesche con forma di animali, camminando, cacciando, danzando o semplicemente sedendosi per terra hanno dato vita alla terra, agli esseri viventi e alle leggi naturali.
Le montagne, il mare, le rocce, i laghi sarebbero tutti segni del passaggio di queste creature mitologiche e manterrebbero uno speciale potere chiamato dagli Aborigeni il "sogno".
Il Dreamtime non è legato solo al passato storico del mondo ma è accessibile anche oggi proprio attraverso il sogno.
I sogni per gli aborigeni sono infatti uno strumento fondamentale per comunicare con gli antenati, per fare previsioni o capire le cause dietro a eventi negativi.
Finora ho parlato genericamente di Aborigeni ma in realtà in Australia vivevano diversi gruppi, ognuno con una propria cultura, religione e lingua.
Al momento del contatto con gli europei si contavano circa 400 lingue diverse parlate in questa enorme isola.
Devo ammettere che queste informazioni sulla cultura e le credenze aborigene, seppur scarse e riduttive, mi affascinano parecchio.
E non riesco a smettere di pensare a come sarebbe stata l'Australia se nessuno l'avesse colonizzata.
Oggi probabilmente sapremmo molto di più di una cultura così antica e affascinante.
Magari conosceremmo più leggende o potremmo farci raccontare le tecniche che gli hanno permesso di vivere sapientemente in queste terre.
O forse non ne sapremmo assolutamente nulla perché vivrebbero, come hanno fatto per secoli, al sicuro su questa isola.
E sarebbe un Paese diverso, originale, unico e non una copia soleggiata e sabbiosa dell'isola britannica.
Ma con i se e con i ma non si fa la storia e oggi siamo in Australia a spulciare nei musei delle città per cercare informazioni su queste popolazioni che sembrano essere state solo un bel sogno che la colonizzazione ha spazzato via.
Ho sentito pronunciare questa frase moltissime volte e spesso per giustificare la mancanza di edifici storici o luoghi antichi da visitare.
E in effetti, se si fa coincidere l'inizio della storia dell'Australia con la colonizzazione inglese, il Paese ha poco più di 200 anni.
La realtà, però, è che su questa enorme isola la storia è iniziata molto molto molto tempo prima.
Gli Aborigeni, cioè i popoli autoctoni dell'Australia, vivono qui da oltre 50.000 anni. Sì esatto, 50.000 anni!
Sono arrivati giusto qualche anno prima degli inglesi.
Quindi no, l'Australia non è sicuramente un Paese giovane, anzi è uno tra i più antichi.
La storia degli Aborigeni australiani inizia con la migrazione dall'Asia sudorientale. Attraversando lo stretto di Torres, cioè quel piccolo tratto di mare che divide l'Australia dalla Papua Nuova Guinea, i primi abitanti sbarcarono in un territorio molto diverso da quello che conosciamo oggi e ricco di flora e fauna che ora sono scomparse.
C'erano persino dei mega marsupiali, cioè una versione gigante e lenta dei canguri.
L'adattamento a questo nuovo ambiente è stata sicuramente la prova più difficile che i primi abitanti dell'Australia hanno dovuto affrontare.
Io non riesco davvero a immaginarmi come deve essere stato sbarcare in un Paese dove la natura, anche secoli e secoli dopo, è ostile e inospitale. Chissà se 50.000 anni fa c'erano già le mosche ovunque!
Nel corso dei secoli, però, gli Aborigeni hanno appreso le tecniche necessarie per sfruttare le risorse naturali presenti e sopravvivere in un luogo così diverso.
Hanno perfezionato le abilità fondamentali per la caccia, la pesca, la raccolta e gestione del fuoco.
E così facendo sono riusciti a sopravvivere e a prosperare in diversi climi e a diverse latitudini, dalle pianure desertiche alle foreste tropicali.
Non si sa moltissimo dello stile di vita degli aborigini del passato, quello che si ipotizza è che il fuoco fosse usato per diversi scopi, dall'incoraggiare la crescita di piante commestibili, al ridurre il rischio di grandi incendi devastanti, al rendere più facili i trasporti, all'eliminare i parassiti, per uso rituale o semplicemente per "tenere pulito".
Quello che però si conosce per certo è che gli Aborigeni avevano uno stretto legame con la terra e la natura e una visione del mondo fortemente spirituale.
Racconti tramandati per via orale, parlano di un "Dreamtime" (tempo del sogno) in cui tutto il mondo si è creato.
Esseri ancestrali, generalmente rappresentati come creature gigantesche con forma di animali, camminando, cacciando, danzando o semplicemente sedendosi per terra hanno dato vita alla terra, agli esseri viventi e alle leggi naturali.
Le montagne, il mare, le rocce, i laghi sarebbero tutti segni del passaggio di queste creature mitologiche e manterrebbero uno speciale potere chiamato dagli Aborigeni il "sogno".
Il Dreamtime non è legato solo al passato storico del mondo ma è accessibile anche oggi proprio attraverso il sogno.
I sogni per gli aborigeni sono infatti uno strumento fondamentale per comunicare con gli antenati, per fare previsioni o capire le cause dietro a eventi negativi.
Finora ho parlato genericamente di Aborigeni ma in realtà in Australia vivevano diversi gruppi, ognuno con una propria cultura, religione e lingua.
Al momento del contatto con gli europei si contavano circa 400 lingue diverse parlate in questa enorme isola.
Devo ammettere che queste informazioni sulla cultura e le credenze aborigene, seppur scarse e riduttive, mi affascinano parecchio.
E non riesco a smettere di pensare a come sarebbe stata l'Australia se nessuno l'avesse colonizzata.
Oggi probabilmente sapremmo molto di più di una cultura così antica e affascinante.
Magari conosceremmo più leggende o potremmo farci raccontare le tecniche che gli hanno permesso di vivere sapientemente in queste terre.
O forse non ne sapremmo assolutamente nulla perché vivrebbero, come hanno fatto per secoli, al sicuro su questa isola.
E sarebbe un Paese diverso, originale, unico e non una copia soleggiata e sabbiosa dell'isola britannica.
Ma con i se e con i ma non si fa la storia e oggi siamo in Australia a spulciare nei musei delle città per cercare informazioni su queste popolazioni che sembrano essere state solo un bel sogno che la colonizzazione ha spazzato via.
Angela (e Paolo)