Varenna - Lecco: il figlio è stroncato da un infarto mentre il padre si sta spegnendo, martedì l'addio a Francesco e Renato Porcu
Il papà è stato velocemente consumato da un “brutto male” che si chiama “tumore”, riuscito a portarsi via un uomo ancora in forze nell'arco di pochi mesi. Il figlio è mancato improvvisamente, non risvegliatosi dopo essersi coricato: è stato trovato esanime nel letto, a Varenna, mentre in ospedale erano in corso le procedure per l'attestazione di morte del padre.
Se ne sono andati così, insieme, Renato Porcu, 88 anni e il suo Francesco che di anni ne aveva appena 61 e dall'agosto del 2023 si godeva la meritata pensione dopo una vita di lavoro in banca, iniziata da ragazzo sotto l'insegna della “vecchia” Popolare di Lecco e finita, dopo aver girato più filiali sul territorio e aver maturato esperienza e capacità, presso la sede centrale meneghina di quella che nel frattempo è diventata la Deutsche Bank. A Varenna era approdato tre lustri fa, abitando dapprima a Fiumelatte e poi in centro. Era cresciuto però a Lecco, nel cuore della città, con casa in via Cairoli, dove ora mamma Rosanna è rimasta sola. Il destino – o chi per lui – l'ha privata nel giro di poche ore anche del compagno di sempre.
Renato Porcu, chiare origini sarde, aveva lasciato la sua terra nei primi anni '60 – lo stesso Francesco era nato a Milano nel '63, dove i genitori aveva trovato un appoggio da parenti prima di sistemarsi all'ombra del Resegone – venendo poi assunto dalla Leuci di Lecco, timbrando il cartellino nella storica fabbrica di lampadine del Caleotto fino all'ultimo giorno della sua carriera lavorativa, appendendo così la tuta blu al chiodo ormai una trentina d'anni fa.
“Papà – racconta l'altro figlio, Enrico – ha sempre suonato in diversi gruppi musicali. Il suo strumento era la fisarmonica. Negli anni d'oro era praticamente sempre in giro, tanto in inverno quanto, soprattutto, in estate. Anche Francesco aveva la stessa passione per la musica: aveva iniziato a suonare negli anni '80, in più band”.
“Ciao Francesco, nella sala prove dell'altra dimensione c'è già Ivano che ti aspetta e Massimo è già al mixer. Tu comincia ad accordare i tamburi, che prima o poi rifacciamo un po' di casino insieme”, scrivono oggi, gli Axton, gruppo metal lecchese, che ha annoverato Porcu nella propria formazione, come batterista, tra il 1986 e il 1987, trasformando la cantina della famiglia nel proprio quartier generale.
“A Lecco, da ragazzi, avevamo un gruppo di amici davvero affiatati, tra via Cairoli e via Carlo Cattaneo” conferma Enrico, tornando agli anni spensierati della gioventù, ricordati anche con le tante persone che già quest'oggi lo hanno contattato per esprimere vicinanza una volta saputo della doppia, incredibile, perdita. “Papà era in ospedale. Il tumore lo ha “mangiato” in tre mesi. Stavo assistendo alla procedura di dichiarazione di morte, quando mi è stato detto di mio fratello. Francesco ha avuto probabilmente un infarto nella notte tra l'1 e il 2. Lo abbiamo desunto dal suo telefono, perché giovedì poi non ha più risposto alle chiamate nostre e dell'ospedale”.
E' stato trovato venerdì, mentre anche il papà si spegneva.
I funerali di Renato e Francesco Porcu saranno ora celebrati martedì 7 gennaio nella Basilica di San Nicolò a Lecco, alle 14.30. Congiuntamente.
Renato Porcu, chiare origini sarde, aveva lasciato la sua terra nei primi anni '60 – lo stesso Francesco era nato a Milano nel '63, dove i genitori aveva trovato un appoggio da parenti prima di sistemarsi all'ombra del Resegone – venendo poi assunto dalla Leuci di Lecco, timbrando il cartellino nella storica fabbrica di lampadine del Caleotto fino all'ultimo giorno della sua carriera lavorativa, appendendo così la tuta blu al chiodo ormai una trentina d'anni fa.
“Papà – racconta l'altro figlio, Enrico – ha sempre suonato in diversi gruppi musicali. Il suo strumento era la fisarmonica. Negli anni d'oro era praticamente sempre in giro, tanto in inverno quanto, soprattutto, in estate. Anche Francesco aveva la stessa passione per la musica: aveva iniziato a suonare negli anni '80, in più band”.
“Ciao Francesco, nella sala prove dell'altra dimensione c'è già Ivano che ti aspetta e Massimo è già al mixer. Tu comincia ad accordare i tamburi, che prima o poi rifacciamo un po' di casino insieme”, scrivono oggi, gli Axton, gruppo metal lecchese, che ha annoverato Porcu nella propria formazione, come batterista, tra il 1986 e il 1987, trasformando la cantina della famiglia nel proprio quartier generale.
“A Lecco, da ragazzi, avevamo un gruppo di amici davvero affiatati, tra via Cairoli e via Carlo Cattaneo” conferma Enrico, tornando agli anni spensierati della gioventù, ricordati anche con le tante persone che già quest'oggi lo hanno contattato per esprimere vicinanza una volta saputo della doppia, incredibile, perdita. “Papà era in ospedale. Il tumore lo ha “mangiato” in tre mesi. Stavo assistendo alla procedura di dichiarazione di morte, quando mi è stato detto di mio fratello. Francesco ha avuto probabilmente un infarto nella notte tra l'1 e il 2. Lo abbiamo desunto dal suo telefono, perché giovedì poi non ha più risposto alle chiamate nostre e dell'ospedale”.
E' stato trovato venerdì, mentre anche il papà si spegneva.
I funerali di Renato e Francesco Porcu saranno ora celebrati martedì 7 gennaio nella Basilica di San Nicolò a Lecco, alle 14.30. Congiuntamente.
A.M.