Somasca: nel gennaio 1915 usciva il primo Bollettino, con l'omaggio al padre 'più benemerito' e la grazia della favella

Sono trascorsi esattamente 110 anni. Era infatti il gennaio 1915 quando, per la "fervida intraprendenza" di Padre Carmine Gioia, giunto come Superiore a Somasca nell'ottobre del 1914 dal Collegio Rosi di Spello in Umbria, dove già aveva dato vita ad un analogo Giornalino riportante fatti, aneddoti e pagine di spiritualità della vita del Collegio stesso, iniziò ad essere stampato il Bollettino del Santuario di San Girolamo Emiliani, periodico arrivato, pur cambiando "forma", anche ai giorni nostri, come annotato nel 2010 da padre Maurizio Brioli, rendendo disponibile digitalmente l'intero catalogo delle pubblicazioni. 
Mancano davvero pochissimi numeri - non risultano scansionate, in quanto non reperibili, una manciata di uscite tra il 1950 e il 1970 - oltre ai buchi lasciati, invece, dagli anni della seconda guerra mondiale. Una raccolta, dunque, che rappresenta un piccolo tesoretto alla portata di tutti, uno scrigno che di click in click permette di compiere un viaggio nel tempo, apprezzando anche l'evoluzione del linguaggio e delle modalità di comunicazione, mentre tradizioni e ricorrenze segnano ciclicamente il passare delle stagioni.
Per l'anno in corso, abbiamo deciso di dedicare uno spazio al Bollettino mensilmente, rispettando dunque la stessa cadenza scelta inizialmente da Padre Gioia, selezionando di volta in volta alcuni contenuti da porre in evidenza.
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L'intestazione del Bollettino numero 1

"Il Santuario di San Girolamo Emiliani in Somasca non è inferiore a tanti santuari della nostra Italia" è chiarito fin da subito nel primo articolo del Bollettino numero 1 a titolo "Il nostro programma". "I miracoli che San Girolamo vivente operò in questa sua terra prediletta e i prodigi che numerosi continua a operare, attraggono in questo Santuario moltitudine di persone di ogni ceto e di ogni grado, o per ringraziarlo dei benefici ricevuti o per invocare la sua protezione. Lo scopo del nostro periodico è di essere l'eco viva dei prodigi e dei miracoli che San Girolamo Emiliani opera in Somasca; di lumeggiar quei tratti della via del Santo o mal noti o ignoti; d'illustrare i luoghi da lui santificati con le sue eroiche penitenze", annotano i redattori, dedicando nel primo foglio – 4 facciate in tutto - una colonna alla puntuale descrizione della Val San Martino di allora: "(…) La plaga è popolata, oltre di molti villaggi, da dodici paesotti. Caprino n'è capoluogo, sito in amenissima altura. Una volta l'accesso dal Milanese era ad Olginate per un ponte natante di barche: oggi per uno in cemento armato, costruito nel medesimo luogo ove, è fama, un tempo ne fosse un altro. Piegando a sinistra e oltrepassando un ponte di pietra sul torrente la Galavesa, si arriva alle radici di un altissimo monte detto di Val d'Erve, a piè' del quale è Vercurago, non molto grande, ma molto comodo per villeggiature e per abbondanti alloggi per chi passa dalle valli del milanese alle terre del lago di Como o nella Valtellina. Uno dei più belli prospetti di questa amenissima valle è dal colle di Somasca, villaggio in un pendio del monte, sotto il pizzo del Magnodeno, su di una piccola pianura che guarda di riscontro l'Adda e i monti di Brianza, scoprendo a sinistra la strada, che porta a Bergamo, e le campagne e boschetti dei quali è sparsa. Continuando per l'alta montagna, che sovrasta Somasca, dopo breve e più dolce salita per una stradetta frastagliata di bianche cappellette, si arriva dove il monte scoscende, s'apre e divide, lasciando in mezzo un piccolo piano, quasi una piccola valle detta perciò la “Valletta". Tutta qui la si abbraccia la valle con ciò che più le è di decoro, co' suoi monti ondulati, coll'ampie giogaie più lontane, con poggi emergenti, "in nulla uguali  sempre qualcosa nuovi", secondo che l'occhio corra a quella parete, o piuttosto a questa; o che, cangiando specola, quella parte campeggi, scorci, spunti o sparisca a vicenda(...). E per questa valle San Girolamo Emiliani sentì fervida predilezione; seguiamolo ora nelle sue peregrinazioni" chiosa padre Battaglia, con il racconto, dunque, destinato a continuare sul numero successivo, sul quale è già annunciata anche la prosecuzione dell'elencazione delle grazie ricevute, partendo dal 1980 in poi.
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La vista sulla Val San Martino dalla Valletta

Quattro quelle riportate sull'uscita di gennaio: "Un bambino, figlio di Losa Angela di Pieve” ottenne la “guarigione dei dolori del ventre a cui andava soggetto” e il 29 novembre 1981 andò così a Somasca a ringraziare; stessa sorte per "un certo Lorenzoni Giulio, capostazione di Maggianico" che "ammalatosi di bronchite e di polmonite doppia" il 29 novembre 1982, per intercessione, si salvò; nel 1983 fu la volta, invece, di "Felicita Rossi di Brivio, giovinetta di 14 anni", tornata in salute dopo "tre anni di una grave malattia nervosa". 
Storia diversa l'ultima proposta, datata 1984 quando i "coniugi Perego Spirito e Severina" mandarono un nipote - “Girolamo Mandelli di Cannobio" - al Santuario ad appendere un quadretto per gratitudine per quanto accaduto alla loro figlia "perché a otto anni ancor muta", ottenne la grazia della parola.
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Il Santuario di San Girolamo a Somasca

Tornando alla presentazione del Bollettino, i padri chiarivano altresì: "Daremo in cronaca l'elenco dei devoti visitatori e dei gruppi di pellegrini che dalla Lombardia e dalle diverse regioni d'Italia si portano a Somasca". 5 mila quelli ospitati tra ottobre, novembre e dicembre 1914, tra cui anche mons. Masoni, Vicario Capitolare della Diocesi di Bergamo e padre Abate Generale dei Benedettini insieme all'Abate di Pontida, come riferito. "Daremo ancora qualche cenno biografico dei padri Custodi che per virtù, santità e per benemerenze hanno illustrato il Santuario", concentrandosi sul numeroso d'esordio su Padre Pietro Rottigni, riconoscendo in lui colui il quale si applicò più di tutti per abbellire il complesso. "Fece il camposanto per i religiosi somaschi, fece erigere l'arco di principio della strada della Valletta, rifece la porta della cappella di San Girolamo che arricchì di lampade e di utensili necessari al culto", è riferito in una scheda, con tanto di dati anagrafici e altre virtù.
"Se la generosità dei nostri lettori sarà larga - la chiusura del "programma" - potremo anche illustrare con opportune fotoincisioni i nostri articoli e i luoghi che verranno descritti". Non ve ne sono sul numero 1, dove è riportato però il costo l'abbonamento annuo al Bollettino sottoscrivibile, in Italia, a 2 lire (4 all'Estero). Vedremo nei prossimi.

Continua/2
A.M.
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