CM Val San Martino e Lario: Garinei e Giovannini per la soluzione anti commissario
Entro domani devono essere depositate le liste. L'8 si vota. Salvo un ulteriore rinvio che, a questo punto, farebbe scattare il commissariamento, come da "bolla" dell'assessore regionale Massimo Sertori. Finalmente, verrebbe da aggiungere, visto i sei mesi di teatrino che il rinnovo degli organismi della Comunità Montana Lario Orientale e Val San Martino ha innescato, restituendo un'immagine poco lusinghiera "della politica" a livello locale, con 26 sindaci che, agli occhi del cittadino medio, hanno rischiato di fare la figura di burattini nelle mani dei partiti, impegnati a loro volta nella consueta distribuzione delle poltrone. Esserci, l'imperativo. Anche quando si è in 6 e gli scranni sono 5. Aggiungi un posto a tavola, dunque, la soluzione. E non è una battuta.
Avevamo interrotto le cronache al momento in cui, fattosalvo Antonio Rusconi presidente (del resto un altro nome spendibile non è saltato fuori), era stato proposto di rispettare gli attuali 4 "quadranti" interni alla CM, affidando agli amministratori di ciascuna area territoriale la scelta del loro rappresentante, con i due della vecchia Lario Orientale ad appannaggio della cordata civico-leghista e i due della Val San Martino dell'asse PD-Fratelli d'Italia. Dem e meloniani, insistevano però sul nome di Riccardo Fasoli (o chi per lui, purché di Mandello e purché vicino alla Fiamma) quale pedina da schierare sul Lago, settore, come detto, a prevalenza rusconiana che ha già individuato quale suo delegato "naturale" il leghista Giovanni Bruno Bussola, neanche a farlo apposta da tempo in contrasto con il collega sindaco a lui opposto, per la gestione dei Resinelli (giusto per impepare ulteriormente la situazione).
Una imposizione inaccettabile per i bianco-verdi, che avevano - provocatoriamente - risposto di "piazzare" Fasoli in Val San Martino, proposta evidentemente non digeribile dal PD che punta a sistemare due suoi uomini (almeno una, in realtà, è una donna) sulle due sponde.
Con il conto che chiude dunque, come detto a 6 (Rusconi, 2 leghisti per il Lario, 2 dem per la Valle e un meloniano perchè... sì) con 5 posti. Non potendo prevedere un assessore in più (sorridiamo nell'immaginare la faccia di Sertori nel ricevere una tale istanza, dopo aver già dovuto cassare la Giunta ricostituita dal presidente uscente Greppi attingendo ai supplenti, come se nulla fosse), ecco l'intuizione: far del buon Riccardo (o chi per lui, serpeggiando il nome di Igor Amadori) il Presidente dell'assemblea, attribuendogli delle deleghe e assicurandogli "l'invito" alle sedute di Giunta. Una soluzione che più democristiana non si può.
Passerà? Manca poco ormai per scoprirlo...
Avevamo interrotto le cronache al momento in cui, fattosalvo Antonio Rusconi presidente (del resto un altro nome spendibile non è saltato fuori), era stato proposto di rispettare gli attuali 4 "quadranti" interni alla CM, affidando agli amministratori di ciascuna area territoriale la scelta del loro rappresentante, con i due della vecchia Lario Orientale ad appannaggio della cordata civico-leghista e i due della Val San Martino dell'asse PD-Fratelli d'Italia. Dem e meloniani, insistevano però sul nome di Riccardo Fasoli (o chi per lui, purché di Mandello e purché vicino alla Fiamma) quale pedina da schierare sul Lago, settore, come detto, a prevalenza rusconiana che ha già individuato quale suo delegato "naturale" il leghista Giovanni Bruno Bussola, neanche a farlo apposta da tempo in contrasto con il collega sindaco a lui opposto, per la gestione dei Resinelli (giusto per impepare ulteriormente la situazione).
Una imposizione inaccettabile per i bianco-verdi, che avevano - provocatoriamente - risposto di "piazzare" Fasoli in Val San Martino, proposta evidentemente non digeribile dal PD che punta a sistemare due suoi uomini (almeno una, in realtà, è una donna) sulle due sponde.
Con il conto che chiude dunque, come detto a 6 (Rusconi, 2 leghisti per il Lario, 2 dem per la Valle e un meloniano perchè... sì) con 5 posti. Non potendo prevedere un assessore in più (sorridiamo nell'immaginare la faccia di Sertori nel ricevere una tale istanza, dopo aver già dovuto cassare la Giunta ricostituita dal presidente uscente Greppi attingendo ai supplenti, come se nulla fosse), ecco l'intuizione: far del buon Riccardo (o chi per lui, serpeggiando il nome di Igor Amadori) il Presidente dell'assemblea, attribuendogli delle deleghe e assicurandogli "l'invito" alle sedute di Giunta. Una soluzione che più democristiana non si può.
Passerà? Manca poco ormai per scoprirlo...
A.M.