Lecco, viabilità sui ponti: Comune e Provincia si parlano, ma le domande aperte sono più dei chiarimenti
Provincia e Comune di Lecco si sono parlati. L'incontro in tema viabilità c'è stato ma, andando oltre le dichiarazioni di circostanza, ha evidentemente confermato la necessità di fare sintesi a livello territoriale. Come del resto sostenuto da chi quel “tavolo” lo ha voluto e dunque da Villa Locatelli, che ha chiesto al sindaco Mauro Gattinoni di scoprire le sue carte per avere certezza di fare “primiera” giocando il sette bello o fuor di metafora di ottenere un doppio beneficio dal far dichiarare la seconda corsia sul quarto ponte opera prioritaria per il lecchese, senza vanificare gli effetti della sua eventuale costruzione con mosse unilaterali, sicuramente legittime ma, magari, non funzionali - se non addirittura controproducenti a livello generale - nel quadro d'insieme.
Senza dimenticare che c'è chi, ancora, la corsia Lecco-Pescate non la vuole. O almeno, non alle condizioni ipotizzate. Ed è, neanche a dirlo, Dante De Capitani, mente e anima dell'opera monodirezionale in fase di realizzazione. “L'unico punto fermo è che ANAS, per il dicembre 2025, deve consegnare la corsia Pescate-Lecco completa di pista ciclabile. E' dal 2013 che ci battiamo per questo e non ci accontenteremo poi di un progetto raffazzonato come appare quello presentato per creare la corsia Lecco-Pescate” dichiara il sindaco della “piccola Svizzera” nostrana, ritenendo impraticabile la soluzione prospettata da ANAS per arrivare a completare il quarto ponte salvando lo svincolo d'innesto in SS36.
“Prevedono di abbattere e ricostruire la rampa a una quota diversa. Ciò comporterà mesi di chiusura della stessa, costringendo chi vorrà andare in Valtellina o anche semplicemente al centro commerciale Le Meridiane a imboccare il “quarto ponte”, arrivare al Bione poi risalire in SS36 e riprendere l'itinerario. Un giro dell'oca senza senso, a cui non acconsentirò” afferma in maniera perentoria, arrivando a ritirare fuori un'idea già bisbigliata in passato, ovvero quella di immaginare un ulteriore infrastruttura in un altro punto.
“Se si devono spendere 18 milioni, che poi diventeranno magari oltre 20, per la corsia Lecco-Pescate, perché non creare un altro ponte, completo, altrove?” chiede De Capitani, in maniera non provocatoria ma, come sempre, con la lancia in resta a difesa degli interessi dei suoi concittadini. Ed a tal proposito, non manca di dire la sua anche in riferimento alla ventilata ipotesi, da inserire nel pacchetto “risistemazione viabilità sui ponti”, di metter mano ai sensi di marcia sul Kennedy, trasformando “in uscita” una delle due corsie ora in entrata. “La soluzione attuale era stata studiata con l'allora assessore Corrado Valsecchi e con il sindaco Polano di Malgrate. Se ora tolgono una corsia in ingresso, finiranno per ingolfarmi nuovamente il paese” sostiene lo “sceriffo”, intenzionato dunque a vederci chiaro anche su quella situazione che sta toccando sul vivo anche Michele Peccati, alle prese – forse – con il nodo più grosso dal giorno della sua elezione, nel giugno scorso. Rivoluzionare il Kennedy significa infatti rivedere anche il relativo rondò.
L'altro giorno Mattia Micheli ha insistito con Gattinoni affinché Lecco acceleri sul presentare lo studio che l'amministrazione si è impegnata a produrre contemplando anche la messa in sicurezza di quella rotonda, crocevia anche di competenze tra la Provincia stessa, ANAS e i due comuni, la cui pericolosità è ben evidente. Difficilmente si arriverà a una soluzione “safe” con il mantenimento della svolta a sinistra in uscita dal lungolago di Malgrate. Sul tavolo, dunque, anche l'ipotesi di creare una rotatoria “di servizio” in cima alla salita, all'altezza dell'ex distributore. I malgratesi la accetteranno?
Ed in tutto questo, tolta dal quarto ponte per fare spazio alla tratta Lecco-Pescate, la ciclopedonale ottenuta da De Capitani, dove finirà? Sul ponte Vecchio? Sul Kennedy come previsto dal mega progetto dell'ingegner Arturo Montanelli? Chi e come realizza i raccordi? Una questione minore, ma che dovrà essere affrontata. Non che sia qualcun altro a chiedere chiarimenti, prima di aprire il borsino per scucire la bellezza di 18 milioni di euro.
Senza dimenticare che c'è chi, ancora, la corsia Lecco-Pescate non la vuole. O almeno, non alle condizioni ipotizzate. Ed è, neanche a dirlo, Dante De Capitani, mente e anima dell'opera monodirezionale in fase di realizzazione. “L'unico punto fermo è che ANAS, per il dicembre 2025, deve consegnare la corsia Pescate-Lecco completa di pista ciclabile. E' dal 2013 che ci battiamo per questo e non ci accontenteremo poi di un progetto raffazzonato come appare quello presentato per creare la corsia Lecco-Pescate” dichiara il sindaco della “piccola Svizzera” nostrana, ritenendo impraticabile la soluzione prospettata da ANAS per arrivare a completare il quarto ponte salvando lo svincolo d'innesto in SS36.
“Prevedono di abbattere e ricostruire la rampa a una quota diversa. Ciò comporterà mesi di chiusura della stessa, costringendo chi vorrà andare in Valtellina o anche semplicemente al centro commerciale Le Meridiane a imboccare il “quarto ponte”, arrivare al Bione poi risalire in SS36 e riprendere l'itinerario. Un giro dell'oca senza senso, a cui non acconsentirò” afferma in maniera perentoria, arrivando a ritirare fuori un'idea già bisbigliata in passato, ovvero quella di immaginare un ulteriore infrastruttura in un altro punto.
“Se si devono spendere 18 milioni, che poi diventeranno magari oltre 20, per la corsia Lecco-Pescate, perché non creare un altro ponte, completo, altrove?” chiede De Capitani, in maniera non provocatoria ma, come sempre, con la lancia in resta a difesa degli interessi dei suoi concittadini. Ed a tal proposito, non manca di dire la sua anche in riferimento alla ventilata ipotesi, da inserire nel pacchetto “risistemazione viabilità sui ponti”, di metter mano ai sensi di marcia sul Kennedy, trasformando “in uscita” una delle due corsie ora in entrata. “La soluzione attuale era stata studiata con l'allora assessore Corrado Valsecchi e con il sindaco Polano di Malgrate. Se ora tolgono una corsia in ingresso, finiranno per ingolfarmi nuovamente il paese” sostiene lo “sceriffo”, intenzionato dunque a vederci chiaro anche su quella situazione che sta toccando sul vivo anche Michele Peccati, alle prese – forse – con il nodo più grosso dal giorno della sua elezione, nel giugno scorso. Rivoluzionare il Kennedy significa infatti rivedere anche il relativo rondò.
L'altro giorno Mattia Micheli ha insistito con Gattinoni affinché Lecco acceleri sul presentare lo studio che l'amministrazione si è impegnata a produrre contemplando anche la messa in sicurezza di quella rotonda, crocevia anche di competenze tra la Provincia stessa, ANAS e i due comuni, la cui pericolosità è ben evidente. Difficilmente si arriverà a una soluzione “safe” con il mantenimento della svolta a sinistra in uscita dal lungolago di Malgrate. Sul tavolo, dunque, anche l'ipotesi di creare una rotatoria “di servizio” in cima alla salita, all'altezza dell'ex distributore. I malgratesi la accetteranno?
Ed in questo scenario, che ne sarà del Ponte Vecchio? Lecco pare essersi impegnato a non chiuderlo, nemmeno qualora dovesse concretizzarsi il quarto ponte a due corsie. Una premessa essenziale per Villa Locatelli, per evidenti ragioni, perché se si spendono soldi per avere uno “sfiato” in più per il capoluogo, il capoluogo stesso non può poi sbarrare una uscita che ha già, riportando il conto finale in pari.
Ed in tutto questo, tolta dal quarto ponte per fare spazio alla tratta Lecco-Pescate, la ciclopedonale ottenuta da De Capitani, dove finirà? Sul ponte Vecchio? Sul Kennedy come previsto dal mega progetto dell'ingegner Arturo Montanelli? Chi e come realizza i raccordi? Una questione minore, ma che dovrà essere affrontata. Non che sia qualcun altro a chiedere chiarimenti, prima di aprire il borsino per scucire la bellezza di 18 milioni di euro.