Da Carate Brianza in Valle quasi ogni weekend: l’amore di Cristina e Stefano per Ombrega e le “terre alte”

È nato tutto da “una simpatia reciproca, o qualcosa del genere”. È nato tutto circa nove anni fa, quando Cristina Santambrogio e Stefano Origgi, coppia residente a Carate Brianza (nel monzese), si recavano a pranzo presso il Rifugio Ombrega, nel comune di Casargo. Un feeling spontaneo e vicendevole, un’affinità naturale, o una compagnia gradevole se vogliamo farla più semplice: fin da subito, Cristina e Stefano si sono trovati particolarmente a proprio agio con un altro Stefano, Tantardini di cognome, il gestore del rifugio, per l’appunto. Un sentimento che ben presto si è esteso in generale alla comunità dell’Alta Valle, ai suoi valori, al suo territorio e al suo modo di vivere.
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Stefano e Cristina
Così, da quel giorno d’estate del 2015 i coniugi di Carate Brianza – di professione estetista, lei, e intagliatore di legno, lui - sono diventati frequentatori abituali del Rifugio Ombrega e delle terre alte valsassinesi. “Saliamo in Valsassina almeno una volta alla settimana durante il periodo di apertura del rifugio” ci racconta Cristina. Una passione che, come accennato, non è rivolta soltanto verso un territorio ma anche verso una comunità.
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“Abbiamo conosciuto moltissime persone del luogo, che ci hanno accolto con piacere tra di loro” prosegue Cristina, spiegando che “abbiamo notato fin da subito che la gente della montagna è completamente diversa da noi della città e, semplicemente, io e mio marito preferiamo passare i fine settimana in Alta Valsassina che non in Brianza. Siamo diventati molto amici di diverse persone del luogo e, al di là di Ombrega, partecipiamo frequentemente agli eventi che il territorio propone: penso alla recente Mostra della Capra Orobica, ma anche agli auguri di Natale e ad altre iniziative, piccole o grandi che siano”.
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Stefano con... Stefano Tantardini del Rifugio Ombrega
Per il momento, i due coniugi salgono in Alta Valle in giornata, il sabato o la domenica, mentre “la villeggiatura sarebbe più complicata” ci spiega Cristina “dato che io lavoro spesso anche il mese di agosto”. Nulla, tuttavia, impedisce alla coppia brianzola di passare piacevolissime giornate “in quota”, vivendo una comunità che li ha fatti sentire davvero a casa. 

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“Comunità”, una parola talvolta inflazionata e usata un po’ a vanvera. Un concetto che necessita invece di essere vissuto in prima persona per comprenderlo fino in fondo. “Comunità” significa aiuto reciproco e disinteressato; significa unire le forze per fare qualcosa di bello e di utile; significa condividere luoghi, momenti, tradizioni; significa sentirsi parte di qualcosa, senza essere tutti uguali e senza avere per forza di cose la stessa opinione. Comunità è rispetto reciproco nella valorizzazione delle differenze: una comunità è aperta nei suoi confini e mai definita una volta per tutte. 
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Con lo staff di Ombrega

Non è raro, tra gli abitanti della città, che la “valvola di sfogo” alla frenetica vita della metropoli sia rappresentata da un piccolo angolo di natura incontaminata e di tranquillità. C’è di più però in questi territori, e quel di più sono le persone. Persone che accolgono con i fatti, più che con le parole, persone che sanno far sentire gli altri (chiunque essi siano) a casa, porgendo la mano. Da questo punto di vista, la storia di Cristina e Stefano rappresenta un bellissimo e significativo esempio.
A.Te.
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