Garlate in festa per il patrono Santo Stefano e il 60° di ordinazione di don Mario
Il 26 dicembre non è mai "solo" il giorno successivo al Natale per la comunità di Garlate. Anche quest'anno, dunque, il paese incastonato tra Olginate e Pescate ha festeggiato il patrono Santo Stefano con la Messa solenne in Chiesa parrocchiale, che è stata anche l'occasione per rivolgere un abbraccio "a distanza" e un pensiero di affettuosa riconoscenza a don Mario Colombini, parroco per più di tre decenni che ha ricordato il proprio 60° di ordinazione.
Classe 1938, tornato nella sua Inveruno nel 2016 dopo aver superato la soglia d'età dei 75 anni, quest'oggi il sacerdote non ha potuto essere presente a Garlate - di cui è cittadino onorario - per motivi di salute; tramite l'attuale Prevosto don Matteo Gignoli, ha comunque voluto inviare alla comunità che ha guidato per metà del suo cammino religioso un messaggio di saluto e ringraziamento, con la gioia di condividere nella preghiera la celebrazione della festa patronale intorno a quell'altare a lui tanto caro.
"Papa Francesco ci ha detto che la testimonianza più convincente della speranza arriva dai martiri, che hanno rinunciato alla vita pur di non tradire il Signore, di affermare la certezza della risurrezione" ha riflettuto don Matteo durante l'omelia, in una funzione particolarmente partecipata essendo l'unica in questo giovedì 26 dicembre nelle tre Parrocchie di Garlate, Olginate e Pescate da lui guidate. "I martiri sono numerosi anche oggi, e noi abbiamo bisogno di custodire la loro testimonianza: sono semi di unità perché esprimono l'ecumenismo nel sangue, e nell'anno giubilare che mette al centro proprio la speranza dobbiamo farci ispirare da loro nell'offrire la nostra vita agli altri".
La Messa, animata dal coro, ha previsto come sempre anche il tradizionale rito della bruciatura del pallone, simbolo dell'esistenza del martire che si consuma per la fede; sull'altare insieme al Prevosto anche il coadiutore don Andrea Mellera e altri sacerdoti nativi del paese tra cui Monsignor Giuseppe Buzzi. Immancabile, poi, il discorso del sindaco Giuseppe Conti, in fascia tricolore, che si è concentrato soprattutto sulla figura dell'amato ex parroco don Mario Colombini con l'augurio che possa continuare a vivere la sua fede ancora a lungo.
"Per tutti noi è stato un grande riferimento: si è identificato in toto nella nostra comunità, se ne è preso cura e ha inciso profondamente nelle nostre vite", le parole del primo cittadino, affiancato dalla sua vice Pierangela Maggi. "Don Mario ci ha aiutati a capire dove c'è Cristo e ci ha insegnato che non c'è bisogno di fare cose straordinarie per vivere il messaggio cristiano: basta stare vicini agli altri, con le relazioni che portano valore e condivisione, operando in silenzio e ascoltando la voce di chi chiede il nostro aiuto".
Da parte del sindaco, poi, un richiamo all'impegno dell'ex parroco anche per quanto riguarda la cultura, la storia e le tradizioni del paese: è anche grazie a lui, infatti, che è stato possibile far riemergere le radici di Garlate e ricostruire che, per esempio, la religione cristiana vi era già praticata 1.800 anni fa, così come tornare sulle tracce di Pierius, l'attendente del re romano Odoacre morto sul nostro territorio nella battaglia dell'Adda del 490 d.C e sepolto proprio nella chiesa di Garlate, la cui lapide è ora conservata nel nuovo portico coperto del Municipio. Non casuale, quindi, l'omaggio scelto dal Comune per don Mario nel suo 60° anniversario di ordinazione, ovvero la riproduzione di una stampa con i possedimenti dello stesso Pierius.
Dopo la tombolata in programma nel pomeriggio odierno, i festeggiamenti per il patrono di Garlate si concluderanno nella serata di domani, venerdì 27 dicembre, con una meditazione in musica sulla Beata Chiara Luce Badano, con don Carlo Josè Seno al pianoforte e le soliste Irene Mannerucci e Sofia Nembrini; l'evento, con immagini, note e parole, avrà inizio in Chiesa parrocchiale alle 21.00. A completare i momenti tradizionali quest'oggi, invece, il lavaggio delle auto sul sagrato, come sempre a scopo benefico, e la consegna delle mele rosse da parte dei volontari della Protezione civile in divisa d'ordinanza.
Classe 1938, tornato nella sua Inveruno nel 2016 dopo aver superato la soglia d'età dei 75 anni, quest'oggi il sacerdote non ha potuto essere presente a Garlate - di cui è cittadino onorario - per motivi di salute; tramite l'attuale Prevosto don Matteo Gignoli, ha comunque voluto inviare alla comunità che ha guidato per metà del suo cammino religioso un messaggio di saluto e ringraziamento, con la gioia di condividere nella preghiera la celebrazione della festa patronale intorno a quell'altare a lui tanto caro.
"Papa Francesco ci ha detto che la testimonianza più convincente della speranza arriva dai martiri, che hanno rinunciato alla vita pur di non tradire il Signore, di affermare la certezza della risurrezione" ha riflettuto don Matteo durante l'omelia, in una funzione particolarmente partecipata essendo l'unica in questo giovedì 26 dicembre nelle tre Parrocchie di Garlate, Olginate e Pescate da lui guidate. "I martiri sono numerosi anche oggi, e noi abbiamo bisogno di custodire la loro testimonianza: sono semi di unità perché esprimono l'ecumenismo nel sangue, e nell'anno giubilare che mette al centro proprio la speranza dobbiamo farci ispirare da loro nell'offrire la nostra vita agli altri".
La Messa, animata dal coro, ha previsto come sempre anche il tradizionale rito della bruciatura del pallone, simbolo dell'esistenza del martire che si consuma per la fede; sull'altare insieme al Prevosto anche il coadiutore don Andrea Mellera e altri sacerdoti nativi del paese tra cui Monsignor Giuseppe Buzzi. Immancabile, poi, il discorso del sindaco Giuseppe Conti, in fascia tricolore, che si è concentrato soprattutto sulla figura dell'amato ex parroco don Mario Colombini con l'augurio che possa continuare a vivere la sua fede ancora a lungo.
"Per tutti noi è stato un grande riferimento: si è identificato in toto nella nostra comunità, se ne è preso cura e ha inciso profondamente nelle nostre vite", le parole del primo cittadino, affiancato dalla sua vice Pierangela Maggi. "Don Mario ci ha aiutati a capire dove c'è Cristo e ci ha insegnato che non c'è bisogno di fare cose straordinarie per vivere il messaggio cristiano: basta stare vicini agli altri, con le relazioni che portano valore e condivisione, operando in silenzio e ascoltando la voce di chi chiede il nostro aiuto".
Dopo la tombolata in programma nel pomeriggio odierno, i festeggiamenti per il patrono di Garlate si concluderanno nella serata di domani, venerdì 27 dicembre, con una meditazione in musica sulla Beata Chiara Luce Badano, con don Carlo Josè Seno al pianoforte e le soliste Irene Mannerucci e Sofia Nembrini; l'evento, con immagini, note e parole, avrà inizio in Chiesa parrocchiale alle 21.00. A completare i momenti tradizionali quest'oggi, invece, il lavaggio delle auto sul sagrato, come sempre a scopo benefico, e la consegna delle mele rosse da parte dei volontari della Protezione civile in divisa d'ordinanza.
B.P.