ASST Lecco, Soncini (Medicina) in pensione: qui una sanità sana, lascio una buona eredità. Ospedale e territorio collaborino

Ultimo giorno di lavoro, venerdì 21 dicembre, per il dottor Marco Soncini, arrivato – serenamente, senza rimpianti ne' rimorsi – al traguardo della pensione, chiudendo quel cerchio che, dopo la laurea conseguita con lode alla Statale di Milano e le esperienze formative al Sacco e presso la Cardiologia del Niguarda, lo ha portato al Sant'Antonio di Gallarate ed al San Carlo Borromeo, nosocomio lasciato, nel 2019, da primario, per approdare, al Manzoni di Lecco, raccogliendo il testimone del dottor Agostino Colli, quale direttore della Medicina nonché quale Capo Dipartimento di area medica.
soncini.jpg (31 KB)E' arrivato a Lecco da un ospedale meneghino. Con il senno di poi, rifarebbe tale scelta per certi versi controcorrente?
Assolutamente sì. E' stata una scelta, molto, molto, lungimirante. Una bella scelta. Diciamo che rispetto alla sanità metropolitana, la sanità che ho trovato in un grosso ospedale di provincia come lo è il Manzoni è una sanità sicuramente sana, concreta. Una realtà che ha degli ottimi professionisti e che può quindi esprimere una sanità con una S maiuscola, anche in un contesto, per l'appunto, non metropolitano. Questo è stato, non una sorpresa, ma una bella evidenza maturata lungo tutto questo percorso.

Un percorso comunque travagliato: ad un anno dal trasferimento ha dovuto fare i conti con il Covid...
Sì. Sapevo che questa sarebbe stata l'ultima esperienza della mia lunga carriera, l'ho vissuta con molta energia e molto entusiasmo. Sicuramente gran parte di questa energia è stata dedicata alla pandemia. Una pandemia che aveva delle incognite enormi. Mi sono trovato in un ambiente nuovo, in una situazione sicuramente inaspettata e drammatica: ciò ha però permesso poi di concretizzare quei rapporti che, in epoca non pandemia, avrebbero richiesto molto più tempo per essere costruiti. Sicuramente c'è stato un grado di conoscenza dell'ospedale e di tutti i professionisti - medici, infermieri, amministrativi - molto più intensa, possibile solo in contesti di emergenza come quello che abbiamo vissuto.
sonciniarrivo.jpg (60 KB)Qual è il suo primo ricordo legato alla pandemia?
Abbiamo ricevuto subito un primo paziente, con Malattie infettive, che presentava una forma assolutamente lieve. Poi le cose sono cambiate drammaticamente. Anche chi parlava e diffondeva notizie ha dovuto, ahimé, in parte riconoscere, in parte affermare, la gravità della situazione. Sicuramente ricordo le ambulanze, i reparti pieni, di monopatologia, in senso assoluto. Da una parte la pandemia ha creato un ambiente di grande umanità e in questa umanità di grandi drammi. Però ricordo anche i silenzi della strada che percorrevo da Milano a Lecco, lungo la quale mi è capitato di trovare anche una volpe e un riccio. Silenzi ai quali non siamo abituati, pieni di pensieri.

Ha mai pensato che il sistema non avrebbe retto in una situazione del genere?
Sì. Di fatto abbiamo lavorato in maniera continuativa per mesi, sicuramente non si vedeva una risoluzione immediata. L'ostacolo però, alla fine, è stato, per fortuna, superato, pur con tutto ciò che ne è passato. Ora siamo in un'epoca di ripartenza, anche dal punto di vista sanitario. Si generano, a fine anno, risultati, si vanno a valutare, ma, poi, si dovrebbe ricominciare con nuovi stimoli, nuove idee, per sostenere un sistema sanitario che è molto complesso e ha le sue difficoltà.
sonciniepatite.jpg (89 KB)A questo proposito, nel 2019, presentandosi alla stampa aveva detto che riceveva - dal dottor Agostino Colli, primario dal 1999 - una "eredità importante". Adesso, a fine 2024, cosa lascia a sua volta a Lecco?
Credo di lasciare una buona eredità: la Medicina a Lecco si è rafforzata, anche in termini di professionisti. Abbiamo creato alcune circostanze che possono essere, per così dire, di seme per far sorgere delle belle realtà. Uno dei miei mandati, per esempio, era facilitare l'inserimento in ambito diabetologico e endocrinologo: pur non essendo né diabetologo né endocrinologo, ho favorito questo e devo dire che oggi l'utente si trova di fronte una risposta migliore rispetto al passato. L'idea è che nel 2025 si possa ancor più portare questa branca della Medicina ad avere una sua connotazione, partendo dall'adolescenza fino ad arrivare all'età adulta senile, offrendo quindi al cittadino un percorso completo anche in questo ambito. Poi a Lecco stiamo rafforzando la Pneumologia: il mio augurio è che si creino opportunità di intervento. Altre discipline sono solide: la Emostasi e Trombosi è una realtà che la dottoressa De Micheli sta portando avanti ormai da diversi anni; l'Epatologia, con il dottor Pozzoni, ha raggiunto livelli importanti. Ma queste c'erano già, non ho meriti.
sonciniaipa.jpg (127 KB)Sempre alla presentazione, aveva detto di aver trovato al Manzoni una squadra "di livello", con "giovani motivati, preparati e competenti". Ora, in un momento in cui ovunque si fatica a completare gli organici, cosa lascia?
Devo dire la verità: la Medicina di Lecco e complessivamente l'Area medica dell'Azienda non sono in condizioni di criticità da questo punto di vista. Abbiamo cercato e trovato le risposte a livello di personale, sicuramente sì, molti colleghi sono giovani. Però trattandosi di giovani preparati hanno anche quella capacità di organizzarsi per rispondere a quelle che sono le necessità del nostro territorio e dei nostri pazienti. Sono convito sapranno fare bene, anche, mi azzardo a dire, a prescindere dal timoniere che è pure importante, quindi è indispensabile trovare una persona che riesca a svolgere questo compito al meglio, perché oggettivamente le sfide sono tante, anche in relazione alla Medicina del prossimo triennio: avremo sicuramente ambiti che non sono soltanto dell'ospedale, ma se vogliano assicurare un sistema che stia in piedi, dobbiamo garantire le possibilità di cure nel territorio e quindi nelle case di comunità, negli studi dei medici associati, in tutti gli ambienti dove si fa sanità. Sono convinto che anche le farmacie possano avere un ruolo importante, di presidio di primo livello. Penso si debba ragionare sempre di più in reti di attività sanitarie diffuse e non centralizzare tutto su un ospedale. Quindi un compito anche di questi giovani colleghi sarà accogliere questi incontri tra medici che operano su piani diversi: medici ospedalieri e della medicina generale non devono essere due mondi distinti, ma sempre più vicini.

Se proprio proprio deve trovare un neo del Manzoni di Lecco...
La sua solidità e centralità del sistema sanitario provinciale lo rendono in qualche modo non raffrontabile con chi gli sta vicino e non avere un competitor "sotto casa" è un po' un limite. Ma è anche un punto di forza: sono convinto che il Manzoni riesce ad adempiere a quel compito di salute che è il suo mandato principale, dà quelle risposte ai cittadini che necessitano di cure in maniera esaustiva e precisa. Oggi è difficile trovare motivazioni di "mobilità". Siamo, è vero, vicini a Milano, Bergamo, Monza però il Manzoni ha tutte le caratteristiche per fare bene e continuare a farlo.

A.M.
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