Campanari (Confindustria): 'le nostre basi sono solide'. In arrivo il masterplan di area vasta e il corso di meccatronica a Merate
La vocazione manifatturiera del nostro territorio è asset fondamentale in mari mossi come quelli attuali: ci permette non solo di galleggiare, ma anche, tutto sommato, di continuare a navigare abbastanza bene. Seppur a vista, come ovunque lungo lo Stivale, visto il quadro macro, così instabile e mutevole, da non consentire, ormai da tempo, di improntare ragionamenti sul medio-lungo periodo, rendendo perfino inutile, sul finire del 2024, ipotizzare cosa potrà accadere nel 2025 ormai alle porte. Per ora, anche se il consuntivo dell'ultimo trimestre evidenzierà anche sul nostro territorio una flessione, il sistema italiano, nel suo complesso, sta tenendo, in una situazione disastrosa con una locomotiva come la Germania in crisi. Le nostre basi sono dunque solide, per merito degli imprenditori, più che delle politiche governative, con l'esecutivo Meloni comunque apprezzato per “ispirare un senso di stabilità” che, a livello d'immagine, fa molto bene.
Questa l'ossatura dell'analisi proposta dal Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, in chiusura del suo primo anno alla guida dell'associazione, un anno che, in realtà, con l'investitura arrivata a metà maggio e le ferie agostane di mezzo, si riduce a qualche, intenso, mese. Un lasso di tempo comunque sufficiente per far prendere appieno a Marco Campanari le redini, forte anche di un'esperienza pregressa, matura a più livelli nell'ambito confindustriale e dunque con una conoscenza già acquisita della macchina associativa, “una gran bella macchina”, parole sue, attiva, capace di progettualità e visione. E' quindi “estremamente positiva” l'impressione legata a questo avvio di mandato, caratterizzato anche dall'istituzione dei gruppi tecnici fortemente voluti dal nuovo Presidente per cercare di aprire al contributo degli associati, in continuità con quanto annunciato durante l'assemblea elettiva.
In primavera poi verrà presentato lo Studio Strategico Territoriale commissionato a The European House Ambrosetti con Confindustria Como. “E' un qualcosa che auspichiamo diventi masterplan di sviluppo di un territorio che abbiamo chiamato area vasta” ha asserito Campanari, parlando delle due province lariane e del sondriese, un “unicum, pur con sue differenze, avendo tanti punti in comune”. Oggetto dell’iniziativa è la produzione di un Documento di indirizzo strategico contenente lo scenario per lo sviluppo e la competitività dei tre territori e le linee di indirizzo per le imprese e le istituzioni locali per ottimizzare le scelte, le politiche e le iniziative di sistema.
Uno strumento che contenta di esercitarsi a “ragionare come area vasta, capace di combattere battaglie unitarie, perché i punti di contatto sono davvero tantissimi” e ancora uno “studio importante che ci permesso di misurarci in collaborazione virtuosa con Confindustria Como e delineare tale collaborazione sul piano pratico”, sempre per mutuare la descrizione data da Campanari, ben consapevole di come la sfida sia poi “far si che non rimanga solo carta, ma diventi qualcosa in più”, con il concorso di tutti, coinvolgendo dunque gli stakeholder i cui contributi “sono non solo ben accetti, ma doverosi: nessuno – l'invito del Presidente - si tiri indietro, ne beneficeremo tutti”.
“Tema dei temi” per Confindustria, poi, resta l'educational, con l'orientamento e, da settembre 2025 l'avvio, all'Istituto Viganò di Merate, del corso quinquennale di meccatronica. Una operazione, quest'ultima “che ci impegna molto, anche dal punto di vista economico: dovremo costruire aule e laboratori, riempiendoli di strumenti idonei” ha sottolineato il numero uno dell'Associazione, spiegando le due spinte di fondo che hanno portato a fare il grande passo in questo senso. Da una parte la necessità di far qualcosa di concreto per rimediare al disallineamento tra domanda e offerta, in un territorio che – come detto – deve la sua fortuna al manifatturiero, ma che può contare solo su due scuole – una a Lecco e una Colico – che “sfornano” ogni anni meno di una settantina di periti meccatronici, di cui solo la metà entra poi direttamente, dopo il diploma, nel mondo del lavoro (al netto dunque di chi si iscrive all'università o a altri corsi). Numeri risicatissimi, dunque. “Un paradosso dei nostri tempi, in un'area come la nostra che fonda sul manifatturiero”.
Dall'altra, la necessità di colmare, anche geograficamente, il vuoto che c'è tra Vimercate e Lecco. “Andiamo ad aumentare sensibilmente la possibilità di avere profili, in un'area che ne è priva. Diamo segno non solo concreto ma anche importante: le cose si possono fare. In passato, connubi virtuosi scuola-impresa hanno dato vita a scuole come Fiocchi e Badoni. Ora era un po' che non avveniva, abbiamo voluto dare un segno importante”.
Ha sortito effetto, poi, la presa di posizione sulla viabilità: l'auspicato coinvolgimento ha ricevuto in risposta la messa a disposizione dei diversi soggetti toccati dal problema, con la Camera di Commercio che si è sentita a sua volta di mettere in atto meccanismi per fare da punto di raccolta delle istanze. “Era necessario confrontarsi, anche magari per arrivare poi alla conclusione che non ci si può fare molto”, la chiosa di Campanari affiancato dal direttore Giulio Sirtori, auspicando poi di riuscire a trovare il modo per continuare a portare a casa qualcosa anche dopo gli investimenti per le Olimpiadi, senza dover aspettare una prossima edizione dei Giochi per vedere altre risorse messe a terra in un territorio che a livello infrastrutturale ha bisogno di ingenti investimenti, nell'interesse non solo delle imprese ma del singolo cittadino.
Questa l'ossatura dell'analisi proposta dal Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, in chiusura del suo primo anno alla guida dell'associazione, un anno che, in realtà, con l'investitura arrivata a metà maggio e le ferie agostane di mezzo, si riduce a qualche, intenso, mese. Un lasso di tempo comunque sufficiente per far prendere appieno a Marco Campanari le redini, forte anche di un'esperienza pregressa, matura a più livelli nell'ambito confindustriale e dunque con una conoscenza già acquisita della macchina associativa, “una gran bella macchina”, parole sue, attiva, capace di progettualità e visione. E' quindi “estremamente positiva” l'impressione legata a questo avvio di mandato, caratterizzato anche dall'istituzione dei gruppi tecnici fortemente voluti dal nuovo Presidente per cercare di aprire al contributo degli associati, in continuità con quanto annunciato durante l'assemblea elettiva.
In primavera poi verrà presentato lo Studio Strategico Territoriale commissionato a The European House Ambrosetti con Confindustria Como. “E' un qualcosa che auspichiamo diventi masterplan di sviluppo di un territorio che abbiamo chiamato area vasta” ha asserito Campanari, parlando delle due province lariane e del sondriese, un “unicum, pur con sue differenze, avendo tanti punti in comune”. Oggetto dell’iniziativa è la produzione di un Documento di indirizzo strategico contenente lo scenario per lo sviluppo e la competitività dei tre territori e le linee di indirizzo per le imprese e le istituzioni locali per ottimizzare le scelte, le politiche e le iniziative di sistema.
Uno strumento che contenta di esercitarsi a “ragionare come area vasta, capace di combattere battaglie unitarie, perché i punti di contatto sono davvero tantissimi” e ancora uno “studio importante che ci permesso di misurarci in collaborazione virtuosa con Confindustria Como e delineare tale collaborazione sul piano pratico”, sempre per mutuare la descrizione data da Campanari, ben consapevole di come la sfida sia poi “far si che non rimanga solo carta, ma diventi qualcosa in più”, con il concorso di tutti, coinvolgendo dunque gli stakeholder i cui contributi “sono non solo ben accetti, ma doverosi: nessuno – l'invito del Presidente - si tiri indietro, ne beneficeremo tutti”.
“Tema dei temi” per Confindustria, poi, resta l'educational, con l'orientamento e, da settembre 2025 l'avvio, all'Istituto Viganò di Merate, del corso quinquennale di meccatronica. Una operazione, quest'ultima “che ci impegna molto, anche dal punto di vista economico: dovremo costruire aule e laboratori, riempiendoli di strumenti idonei” ha sottolineato il numero uno dell'Associazione, spiegando le due spinte di fondo che hanno portato a fare il grande passo in questo senso. Da una parte la necessità di far qualcosa di concreto per rimediare al disallineamento tra domanda e offerta, in un territorio che – come detto – deve la sua fortuna al manifatturiero, ma che può contare solo su due scuole – una a Lecco e una Colico – che “sfornano” ogni anni meno di una settantina di periti meccatronici, di cui solo la metà entra poi direttamente, dopo il diploma, nel mondo del lavoro (al netto dunque di chi si iscrive all'università o a altri corsi). Numeri risicatissimi, dunque. “Un paradosso dei nostri tempi, in un'area come la nostra che fonda sul manifatturiero”.
Dall'altra, la necessità di colmare, anche geograficamente, il vuoto che c'è tra Vimercate e Lecco. “Andiamo ad aumentare sensibilmente la possibilità di avere profili, in un'area che ne è priva. Diamo segno non solo concreto ma anche importante: le cose si possono fare. In passato, connubi virtuosi scuola-impresa hanno dato vita a scuole come Fiocchi e Badoni. Ora era un po' che non avveniva, abbiamo voluto dare un segno importante”.
Ha sortito effetto, poi, la presa di posizione sulla viabilità: l'auspicato coinvolgimento ha ricevuto in risposta la messa a disposizione dei diversi soggetti toccati dal problema, con la Camera di Commercio che si è sentita a sua volta di mettere in atto meccanismi per fare da punto di raccolta delle istanze. “Era necessario confrontarsi, anche magari per arrivare poi alla conclusione che non ci si può fare molto”, la chiosa di Campanari affiancato dal direttore Giulio Sirtori, auspicando poi di riuscire a trovare il modo per continuare a portare a casa qualcosa anche dopo gli investimenti per le Olimpiadi, senza dover aspettare una prossima edizione dei Giochi per vedere altre risorse messe a terra in un territorio che a livello infrastrutturale ha bisogno di ingenti investimenti, nell'interesse non solo delle imprese ma del singolo cittadino.
A.M.