Amarcord: già 25 anni fa si parlava del lupo a Pasturo
Era il mese di Luglio del 1999, quindi venticinque anni or sono, quando a Pasturo, in Valsassina, un’affollata assemblea ed una mostra del WWF di Lecco portarono alla ribalta un esemplare da tempo assente dai nostri monti: il lupo.
Il salone del Cinema Teatro “Bruno Colombo” di Pasturo era gremito di pubblico per la serata promossa dalla Sezione Lario Orientale WWF di Lecco sul possibile ritorno del leggendario predatore sulle montagne lecchesi. Venne presentato il filmato di quaranta minuti girato in Italia, in località dell’Appennino dove il lupo era ben presente in branchi. Per quanto riguarda le Alpi lombarde, la catena montana del territorio lecchese non segnalava la presenza di lupi che pure erano stati visti in Val d’Ossola, nell’Alto Verbano, lungo l’arco alpino piemontese che confina con le montagne di Lombardia. Il lupo, venne detto, può camminare 40 chilometri al giorno; il percorso diventa inferiore se si muove con il branco. Venne ampiamente citato il noto storico valsassinese Giuseppe Arrigoni, che nel 1858 aveva scritto: “Da otto anni sono scomparsi totalmente i lupi, che nella mia gioventù venivano nell’inverno a trovarci nei paesi e fino nelle case”.
Una mostra venne inaugurata dal WWF presso le scuole elementari di Via IV Novembre, in Pasturo, e rimase aperta sino all’8 Agosto. Il lupo venne indicato come meno selvaggio ed affamato rispetto a cento anni prima, in quanto l’urbanizzazione estesa nel territorio anche ad alte quote concede la possibilità di riserve alimentari. Venne indicato come un animale divenuto molto timido dell’uomo e, quindi, meno selvaggio ed aggressivo del predatore dei tempi trascorsi. Il lupo in compagnia delle aquile era chiamato a rappresentare gli animali feroci nel futuro del nostro territorio. Era previsto il suo ritorno entro tre anni, con vantaggi dell’ecosistema alpino. Il commento della stampa era: “La mostra di Pasturo, con pannelli e documentazioni varie, intende far conoscere ai visitatori tutti i segreti del lupo, in modo che sia proprio il benvenuto”.
C’è, però, da aggiungere che è sicuramente diverso trovare un lupo solitario nel bosco ed invece vederne ben sette spuntare da una fitta boscaglia durante una passeggiata nel verde. Quindi, sempre attenti al lupo!
Il salone del Cinema Teatro “Bruno Colombo” di Pasturo era gremito di pubblico per la serata promossa dalla Sezione Lario Orientale WWF di Lecco sul possibile ritorno del leggendario predatore sulle montagne lecchesi. Venne presentato il filmato di quaranta minuti girato in Italia, in località dell’Appennino dove il lupo era ben presente in branchi. Per quanto riguarda le Alpi lombarde, la catena montana del territorio lecchese non segnalava la presenza di lupi che pure erano stati visti in Val d’Ossola, nell’Alto Verbano, lungo l’arco alpino piemontese che confina con le montagne di Lombardia. Il lupo, venne detto, può camminare 40 chilometri al giorno; il percorso diventa inferiore se si muove con il branco. Venne ampiamente citato il noto storico valsassinese Giuseppe Arrigoni, che nel 1858 aveva scritto: “Da otto anni sono scomparsi totalmente i lupi, che nella mia gioventù venivano nell’inverno a trovarci nei paesi e fino nelle case”.
Una mostra venne inaugurata dal WWF presso le scuole elementari di Via IV Novembre, in Pasturo, e rimase aperta sino all’8 Agosto. Il lupo venne indicato come meno selvaggio ed affamato rispetto a cento anni prima, in quanto l’urbanizzazione estesa nel territorio anche ad alte quote concede la possibilità di riserve alimentari. Venne indicato come un animale divenuto molto timido dell’uomo e, quindi, meno selvaggio ed aggressivo del predatore dei tempi trascorsi. Il lupo in compagnia delle aquile era chiamato a rappresentare gli animali feroci nel futuro del nostro territorio. Era previsto il suo ritorno entro tre anni, con vantaggi dell’ecosistema alpino. Il commento della stampa era: “La mostra di Pasturo, con pannelli e documentazioni varie, intende far conoscere ai visitatori tutti i segreti del lupo, in modo che sia proprio il benvenuto”.
C’è, però, da aggiungere che è sicuramente diverso trovare un lupo solitario nel bosco ed invece vederne ben sette spuntare da una fitta boscaglia durante una passeggiata nel verde. Quindi, sempre attenti al lupo!
A.B.