Illusione al centro e la negativa percezione sul sindaco di Lecco
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Sotto l’albero di Natale ci sono doni per tutti. Per il centrosinistra c’è il pacchetto del federatore, del mediatore, l’uomo del monte, il buon Sammaritano, il Beato Angelico, che va a comporre la gamba protesica indispensabile per reggere il tavolo.
I tavoli a tre gambe sono poco estetici, stabili, sicuri; è necessario un tavolo a quattro gambe che cammini con un marchingegno elettronico computerizzato in grado di andare a scovare voti necessari per vincere il centrodestra. La caratteristica dell’uomo del monte è la sua bianca neve, che attenua i colori troppo accesi per festeggiare il santo Natale.
Sempre sotto l’albero c’è il Monopoli topologico della politica con il centro, la destra e la sinistra: sembra di essere in una piazza con al centro una rotonda. Tutti sono obbligati a ruotare attorno alla rotonda. La rotonda è al centro di tutte le soluzioni: Giotto, con il suo cerchio, aveva anticipato la topologia politica del ventunesimo secolo.
Il cerchio sprovvisto di angoli, di spigoli, di alto, basso, traduce l’indifferenziato in un’uguaglianza di principi. È il simbolo dello spirito e dell’immaterialità dell’anima. Il simbolismo del cerchio è duplice: magico e celeste. Il centro è il luogo sacro dove si concentrano tutte le energie materiali e spirituali. È il simbolo da cui tutto trae origine e a cui tutto ritorna.
È quindi scontato che, dentro questa logica riduzionistica e toponomastica, ci sia a governare il centro una personalità di ispirazione cattolica. Al centro ci possono stare solo i cattolici, non i laici, gli innovatori, i libertari, i repubblicani.
Il paradigma centro ha la capacità di creare allucinazioni di cui nemmeno lo psilocybe semilanceata (fungo psychedelico) è in grado di produrre. Il centro altera la percezione e la realtà; è un allucinogeno potente che sollecita delle fantasie, immagini catartiche e grandiose. È un attrattore incredibile che ipnotizza chi va a destra e chi va a sinistra. Essendo un allucinogeno così forte, è difficile coglierne la peculiarità, la caratteristica: illusione ottica. Lo psicologo Max Wertheimer mostra come sia facile confondere un’illusione con la realtà.
Un esempio di questo errore è fingere di non vedere che la metà della popolazione non va più a votare.
Lo stesso errore è affermare, da parte di un rappresentante di maggioranza del Consiglio Comunale di Lecco e del suo segretario cittadino, che per le elezioni municipali del 2026 sarà riproposto l’attuale sindaco, che è la figura giusta e non servono le primarie.
La realtà, però, è un’altra. L’attuale sindaco ha vinto, in seconda battuta, per soli trentuno voti di scarto (colpo di cu…ci vuole anche quello), con un calo altissimo dei votanti; in prima battuta aveva perso. Se si appoggia l’orecchio a terra, come sollecita Bersani, e si ascolta quello che si mormora, la quotazione dell’attuale sindaco e della Giunta non brillano di un consenso così elevato. Nella ricerca sul gradimento dei sindaci, Il Sole 24 ore, è quartultimo…vorrà dire qualcosa, oppure è solo un errore percettivo?
Le trappole percettive sono disseminate e rischiano di confondere i dati di realtà.
Inoltre, non si può accantonare il fallimento della vicenda del nuovo Municipio di Lecco, come un errore di strategia; c’è una struttura acquistata dall’amministrazione precedente inutilizzata. É poco simpatico, sentir dire che il Cinema Lariano sarà alienato con tutta la sua storia (in quelle condizioni chi lo compra). Non è piacevole registrare una chiusura così persistente del Teatro della Società e costatare che Notre-Dame è già stata ristrutturata. Per non citare l’interminabile recupero del Tribunale. L’elenco è lungo. Non si risponda che si sta sistemando il lungo lago e la viabilità. Le responsabilità sono molteplici; gestire una città è complesso.
É il momento dell’Avvento e non quello della Passione, e, come sostiene Romano Prodi nel suo ultimo libro IL dovere della Speranza, bisogna sperare, ma anche ascoltare la realtà con i suoi conflitti materiali. Né in cielo né in terra ci sono santi liberatori e risolutori. La gente, anche in tempo di Avvento, vive sulla propria pelle le disuguaglianze, il dolore, la tristezza. Non esiste un centro taumaturgico con lo zucchero a velo sopra.
I tavoli a tre gambe sono poco estetici, stabili, sicuri; è necessario un tavolo a quattro gambe che cammini con un marchingegno elettronico computerizzato in grado di andare a scovare voti necessari per vincere il centrodestra. La caratteristica dell’uomo del monte è la sua bianca neve, che attenua i colori troppo accesi per festeggiare il santo Natale.
Sempre sotto l’albero c’è il Monopoli topologico della politica con il centro, la destra e la sinistra: sembra di essere in una piazza con al centro una rotonda. Tutti sono obbligati a ruotare attorno alla rotonda. La rotonda è al centro di tutte le soluzioni: Giotto, con il suo cerchio, aveva anticipato la topologia politica del ventunesimo secolo.
Il cerchio sprovvisto di angoli, di spigoli, di alto, basso, traduce l’indifferenziato in un’uguaglianza di principi. È il simbolo dello spirito e dell’immaterialità dell’anima. Il simbolismo del cerchio è duplice: magico e celeste. Il centro è il luogo sacro dove si concentrano tutte le energie materiali e spirituali. È il simbolo da cui tutto trae origine e a cui tutto ritorna.
È quindi scontato che, dentro questa logica riduzionistica e toponomastica, ci sia a governare il centro una personalità di ispirazione cattolica. Al centro ci possono stare solo i cattolici, non i laici, gli innovatori, i libertari, i repubblicani.
Il paradigma centro ha la capacità di creare allucinazioni di cui nemmeno lo psilocybe semilanceata (fungo psychedelico) è in grado di produrre. Il centro altera la percezione e la realtà; è un allucinogeno potente che sollecita delle fantasie, immagini catartiche e grandiose. È un attrattore incredibile che ipnotizza chi va a destra e chi va a sinistra. Essendo un allucinogeno così forte, è difficile coglierne la peculiarità, la caratteristica: illusione ottica. Lo psicologo Max Wertheimer mostra come sia facile confondere un’illusione con la realtà.
Un esempio di questo errore è fingere di non vedere che la metà della popolazione non va più a votare.
Lo stesso errore è affermare, da parte di un rappresentante di maggioranza del Consiglio Comunale di Lecco e del suo segretario cittadino, che per le elezioni municipali del 2026 sarà riproposto l’attuale sindaco, che è la figura giusta e non servono le primarie.
La realtà, però, è un’altra. L’attuale sindaco ha vinto, in seconda battuta, per soli trentuno voti di scarto (colpo di cu…ci vuole anche quello), con un calo altissimo dei votanti; in prima battuta aveva perso. Se si appoggia l’orecchio a terra, come sollecita Bersani, e si ascolta quello che si mormora, la quotazione dell’attuale sindaco e della Giunta non brillano di un consenso così elevato. Nella ricerca sul gradimento dei sindaci, Il Sole 24 ore, è quartultimo…vorrà dire qualcosa, oppure è solo un errore percettivo?
Le trappole percettive sono disseminate e rischiano di confondere i dati di realtà.
Inoltre, non si può accantonare il fallimento della vicenda del nuovo Municipio di Lecco, come un errore di strategia; c’è una struttura acquistata dall’amministrazione precedente inutilizzata. É poco simpatico, sentir dire che il Cinema Lariano sarà alienato con tutta la sua storia (in quelle condizioni chi lo compra). Non è piacevole registrare una chiusura così persistente del Teatro della Società e costatare che Notre-Dame è già stata ristrutturata. Per non citare l’interminabile recupero del Tribunale. L’elenco è lungo. Non si risponda che si sta sistemando il lungo lago e la viabilità. Le responsabilità sono molteplici; gestire una città è complesso.
É il momento dell’Avvento e non quello della Passione, e, come sostiene Romano Prodi nel suo ultimo libro IL dovere della Speranza, bisogna sperare, ma anche ascoltare la realtà con i suoi conflitti materiali. Né in cielo né in terra ci sono santi liberatori e risolutori. La gente, anche in tempo di Avvento, vive sulla propria pelle le disuguaglianze, il dolore, la tristezza. Non esiste un centro taumaturgico con lo zucchero a velo sopra.
Dr. Enrico Magni