CM Val San Martino e Lario Orientale: si 'negozia' per la Giunta, tra quadranti e prescelti. Con il commissario alla porta
Qualcuno inizia già a dire che, alla fine, il commissariamento potrebbe anche essere il minore dei mali, se non addirittura un'opportunità per vedere l'ente gestito da un tecnico che, libero da "schemi", potrebbe riassestarlo, portando a compimento una fusione rimasta per buona parte solo sulla carta. Qualcun altro invece, vista l'ormai manifesta incapacità degli amministratori di fare squadra, provocatoriamente - forse - ha già proposto di affidare la questione ai partiti. "Se la vedano loro", insomma.
Gli incontri nel mentre continuano, con il ragionamento che, da entrambe le parti, ruota attorno alla rappresentatività territoriale, declinata però, evidentemente, in maniera non concorde.
Ieri sera, le delegazioni sono tornate a incontrarsi per provare a fare sintesi. Fallendo, come facilmente intuibile da tutta questa ampia premessa, di nuovo.
La quadra attorno alla Giunta della Comunità Montana Val San Martino e Lario Orientale non si trova. Un nome alternativo ai due già sul tavolo, non è saltato fuori. Si sta lavorando per confezionate un "pacchetto" attorno ad Antonio Rusconi, il cui mandato potrebbe durare 5 anni mentre, come noto, puntare su Riccardo Fasoli vorrebbe dire, rimettersi nuovamente al tavolo nella primavera 2026 quando, con la convocazione delle amministrative, in teoria, decadrebbe anche quale Presidente, indipendentemente dall'esito poi delle elezioni.
La composizione delle Giunta parrebbe essere il nuovo scoglio, insormontabile apparentemente. Una prima "offerta" era già stata fatta giorni fa: lo schieramento civico-leghista avrebbe chiesto, appunto, la presidenza della Comunità Montana Lario Orientale e Val San Martino, confermando Antonio Rusconi quale portabandiera, cedendo alla formazione dem-meloniana due assessori e la guida dell'Assemblea comunitaria. Per accettare quale vertice dell'Ente il valmadrerese, i negoziatori di PD-FdI avrebbero chiesto 3 posti, riportando la partita in una posizione di stallo.
Ieri sera si è provato a ragionare seguendo lo schema attuale. Oggi infatti ogni assessore della Giunta Greppi eletto nel territorio dove è amministratore, "incarna" uno dei 4 spicchi in cui la CM è idealmente suddivisa, occupandosi di fatto dei rapporti con i 6-7 comuni del proprio quadrante: Marina Calegari per Calolziocorte, Garlate, Olginate, Pescate, Valgreghentino, Vercurago; Annibale Casati per Caprino Bergamasco, Carenno, Cisano Bergamasco, Erve, Monte Marenzo, Pontida, Torre dè Busi; Marco Piazza per Abbadia Lariana, Ballabio, Lierna, Malgrate, Mandello del Lario, Oliveto Lario, Valmadrera; Simone Scola per Cesana Brianza, Civate, Colle Brianza, Ello, Galbiate, Suello.
Mantenendo tale ripartizione, sulla base dei voti espressi all'Assemblea del 22 novembre scorso, due quadranti - quelli della "vecchia" Lario Orientale - sarebbero ad appannaggio dei rusconiani e quelli della "vecchia" Val San Martino dei fasoliani, con una situazione di pareggio interna allo "spicchio" con Calolzio, per essere precisissimi. Parrebbe abbastanza facile, dunque, in nome della "rappresentatività territoriale" fatta espressione guida dai dem-meloniani nelle prime fasi dello scontro, indicare i 4 nominativi, lasciando libero arbitrio ai sindaci.
Se non fosse che PD-FdI vorrebbe porre come condizione di base per il passo indietro di Fasoli, l'indicazione in ogni caso di un mandellese. Ma Mandello è in uno "settore" rusconiano. La precondizione diventerebbe dunque imporre al gruppo di Comuni del Lago, per lo più civico-leghisti, un delegato meloniano... privo quindi di delega. Inutile chiedere di spostare tale pedina in un settore già fasoliano, perché chiaramente la Val San Martino (piddina) non vuole essere rappresentata da un mandellese, ma vorrebbe sindacare comunque in casa d'altri... per tessera.
Comprensibile, in tale ginepraio, che qualcuno voglia alzare bandiera bianca. "Se la vedano loro", per l'appunto. Che siano i partiti o il commissario.
Gli incontri nel mentre continuano, con il ragionamento che, da entrambe le parti, ruota attorno alla rappresentatività territoriale, declinata però, evidentemente, in maniera non concorde.
Ieri sera, le delegazioni sono tornate a incontrarsi per provare a fare sintesi. Fallendo, come facilmente intuibile da tutta questa ampia premessa, di nuovo.
La quadra attorno alla Giunta della Comunità Montana Val San Martino e Lario Orientale non si trova. Un nome alternativo ai due già sul tavolo, non è saltato fuori. Si sta lavorando per confezionate un "pacchetto" attorno ad Antonio Rusconi, il cui mandato potrebbe durare 5 anni mentre, come noto, puntare su Riccardo Fasoli vorrebbe dire, rimettersi nuovamente al tavolo nella primavera 2026 quando, con la convocazione delle amministrative, in teoria, decadrebbe anche quale Presidente, indipendentemente dall'esito poi delle elezioni.
La composizione delle Giunta parrebbe essere il nuovo scoglio, insormontabile apparentemente. Una prima "offerta" era già stata fatta giorni fa: lo schieramento civico-leghista avrebbe chiesto, appunto, la presidenza della Comunità Montana Lario Orientale e Val San Martino, confermando Antonio Rusconi quale portabandiera, cedendo alla formazione dem-meloniana due assessori e la guida dell'Assemblea comunitaria. Per accettare quale vertice dell'Ente il valmadrerese, i negoziatori di PD-FdI avrebbero chiesto 3 posti, riportando la partita in una posizione di stallo.
Ieri sera si è provato a ragionare seguendo lo schema attuale. Oggi infatti ogni assessore della Giunta Greppi eletto nel territorio dove è amministratore, "incarna" uno dei 4 spicchi in cui la CM è idealmente suddivisa, occupandosi di fatto dei rapporti con i 6-7 comuni del proprio quadrante: Marina Calegari per Calolziocorte, Garlate, Olginate, Pescate, Valgreghentino, Vercurago; Annibale Casati per Caprino Bergamasco, Carenno, Cisano Bergamasco, Erve, Monte Marenzo, Pontida, Torre dè Busi; Marco Piazza per Abbadia Lariana, Ballabio, Lierna, Malgrate, Mandello del Lario, Oliveto Lario, Valmadrera; Simone Scola per Cesana Brianza, Civate, Colle Brianza, Ello, Galbiate, Suello.
Mantenendo tale ripartizione, sulla base dei voti espressi all'Assemblea del 22 novembre scorso, due quadranti - quelli della "vecchia" Lario Orientale - sarebbero ad appannaggio dei rusconiani e quelli della "vecchia" Val San Martino dei fasoliani, con una situazione di pareggio interna allo "spicchio" con Calolzio, per essere precisissimi. Parrebbe abbastanza facile, dunque, in nome della "rappresentatività territoriale" fatta espressione guida dai dem-meloniani nelle prime fasi dello scontro, indicare i 4 nominativi, lasciando libero arbitrio ai sindaci.
Se non fosse che PD-FdI vorrebbe porre come condizione di base per il passo indietro di Fasoli, l'indicazione in ogni caso di un mandellese. Ma Mandello è in uno "settore" rusconiano. La precondizione diventerebbe dunque imporre al gruppo di Comuni del Lago, per lo più civico-leghisti, un delegato meloniano... privo quindi di delega. Inutile chiedere di spostare tale pedina in un settore già fasoliano, perché chiaramente la Val San Martino (piddina) non vuole essere rappresentata da un mandellese, ma vorrebbe sindacare comunque in casa d'altri... per tessera.
Comprensibile, in tale ginepraio, che qualcuno voglia alzare bandiera bianca. "Se la vedano loro", per l'appunto. Che siano i partiti o il commissario.
A.M.