A processo per truffa, una 38enne campana è assolta

Il vice procuratore onorario Mattia Mascaro ne aveva chiesto la condanna a un anno di reclusione, oltre al pagamento di una multa pari a 800 euro. E' stata invece assolta dal giudice in ruolo monocratico Bianca Maria Bianchi, la 38enne di origini campane finita a giudizio con l'accusa di truffa.
La vicenda giudiziaria risale al maggio di due anni fa, quando un uomo residente a Varenna credeva di aver rinnovato, online, l'assicurazione del proprio motociclo.
Dopo aver contattato la compagnia attraverso un numero di telefono reperito in rete, la parte offesa aveva provveduto al pagamento di 135 euro, recandosi in una tabaccheria di Bellano. Non ricevendo alcuna comunicazione, nè il tagliandino assicurativo, il varennese si era insospettito. ''Ho provato a ricontattare quel numero, ma non rispondeva più nessuno e quando mio figlio ha fatto lo stesso, dall'altro capo del telefono una persona gli ha detto che ero stato truffato per poi agganciare la cornetta'' le parole pronunciate dalla vittima nel corso della precedente udienza, svoltasi lo scorso 15 ottobre in Tribunale a Lecco.
Formalizzata la querela alla Polizia di Stato, erano stati gli agenti a ricostruire quanto accaduto, identificando il presunto responsabile della truffa. La parte offesa aveva infatti versato i 135 euro su una carta prepagata Mooney risultata intestata ad una donna classe 1986 residente nel casertano, seppur il numero di telefono registrato in fase di apertura del conto fosse invece riconducibile ad un soggetto straniero, sconosciuto alla banca dati della Polizia. Anche l'utenza telefonica utilizzata dalla vittima per mettersi in contatto con la (falsa) assicurazione era intestata ad un individuo non italiano, pure lui inesistente.
''Abbiamo acquisito la movimentazione e l'estratto conto della carta, sulla quale non erano state presentate denunce di furto o smarrimento'' aveva precisato in aula l'esponente della Questura cittadina che si era occupato degli accertamenti. ''A carico dell'intestataria invece, risultavano precedenti specifici per lo stesso tipo di reato''.
Ultimata l'istruttoria dibattimentale, stamani il giudice Bianchi ha dato la parola alle parti per la sentenza. Se il PM ha chiesto la condanna della 38enne, considerata responsabile del reato a lei ascritto, si è invece battuto per l'assoluzione l'avvocato Luigi Tancredi del Foro di Lecco, sostituto del penalista di fiducia dell'imputata, ritenendo non raggiunta la prova in ordine alla colpevolezza della propria assistita. La donna, mai sentita dagli inquirenti rispetto all'episodio lecchese, risulterebbe indagata da più procure dello stivale per fatti analoghi, legati a fantomatici contratti e polizze assicurative stipulati a carico di ignare vittime.
Ritiratasi in camera di consiglio, il giudice Bianchi ha assolto la donna per non aver commesso il fatto. 
G.C.
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