Lecco perduta/457: quando Eraldo Monzeglio è stato bluceleste
E’ passata anche da Lecco, sia pure per un solo semestre nel 1967, l’eccezionale carriera sportiva di Eraldo Monzeglio, calciatore nel ruolo di difensore, poi allenatore dopo essere stato campione del mondo due volte con la nazionale italiana nel 1934 e nel 1938 e vincitore di scudetti tricolori.
Il recente libro “Il terzino ed il duce” di Alessandro Fulloni, giornalista del Corriere della Sera, è dedicato al “romanzo di una vita dai mondiali del 1934 ai misteri di Salò”. Inevitabili, come erano prevedibili, le polemiche, considerato il periodo affrontato ed i riflessi sull’attività successiva.
Eraldo Monzeglio è stato anche tra i blucelesti del Lecco, nel semestre che corre dal giugno 1967 al novembre dello stesso anno. Il Lecco del presidentissimo Mario Ceppi era tornato in serie B dopo quello che è stato sinora l’ultimo campionato di serie A.
Monzeglio era arrivato a Lecco dopo aver allenato squadre come il Napoli e la Juventus, guidate rispettivamente da prestigiosi presidenti come Achille Lauro e Gianni Agnelli. In occasione del mondiale in Italia del 1938 conobbe Benito Mussolini, assumendo anche l’incarico di allenatore personale dei figli. Dopo la seconda guerra mondiale è stato allenatore di calcio, iniziando dal Como.
L’estate 1967 segna per il Calcio Lecco l’inizio di una parabola calante, dopo l’esaltante stagione avviata dieci anni prima, nel 1956/1957 con la prima promozione in serie B a girone unico nazionale. La società bluceleste era guidata dal presidentissimo Mario Ceppi; era vice presidente Alessandro Rusconi, vice sindaco di Lecco che poi divenne sindaco.
Nell’estate 1967 Mario Ceppi manifestò segni di stanchezza e di insoddisfazione per gli ultimi risultati ottenuti e dichiarò che erano anche possibili le sue dimissioni. Incerta era divenuta anche la posizione del vice Rusconi per crescenti impegni professionali. E’ stato in quella estate che si fece per la prima volta il nome del noto industriale Mambretti, disponibile ad assumere la presidenza dei blucelesti. Anche Rusconi era sempre più impegnato nella carica di primo cittadino. Quando Ceppi cambiò idea circa le sue dimissioni e rimase alla carica di presidente, è stato Rusconi a rassegnare il mandato da vice dove subentrò Mambretti.
Il campionato del Lecco in serie B iniziò nell’ormai tradizionale raduno di preparazione nel verde delle Terme di Tartavalle a Taceno, in Valsassina. L’avvio campionato non fu certamente dei migliori, con risultati inferiori all’attesa rispetto ad una squadra che puntava a ritornare nella massima serie nazionale. E così avvenne che, tra alti e bassi, tra risultati inferiori alle previsioni, pur con qualche vittoria ritenuta importante, il Lecco si trovò non nelle posizioni di alta classifica ma in quelle quasi all’opposto. Monzeglio presentò le dimissioni dopo polemiche anche accese con un settimanale locale, dove non mancarono riferimenti ai trascorsi fascisti, e tornò a Como dove risiedeva.Per quanto riguarda il libro di Alessandro Fulloni, deve essere sottolineato quanto lo stesso evidenzia nel capitolo “In automobile attraverso l’insurrezione”. Fulloni, quando scrive di Salvatore Guastoni, sottolinea “A quasi 80 anni da quelle vicende il ruolo e la figura di questo agente segreto continuano ad essere un mistero”. Secondo le dichiarazioni rese a suo tempo dal commendator Vismara, il titolare del famoso salumificio a Casatenovo in Brianza, Guastoni aveva un incarico di copertura; si divideva tra americani e tedeschi, tra inglesi, partigiani e repubblichini di Salò ed altro ancora. Voci fra le tante riferivano di un colloquio segretissimo tra Guastoni e Vittorio Mussolini per trattare l’eventuale consegna del duce e del suo seguito al comando USA.
Insomma un’attività molto polivalente, difficilmente ricostruibile ancora oggi. Per alcuni i misteri di Guastoni potrebbero essere anche conservati nel museo “dimenticato” della Brianza lecchese, la sala Lazzarini nel palazzo civico Manzoni di Merate. Una documentazione eccezionale pervenuta grazie al compianto sindaco Luigi Zappa che nel 1975 ottenne tutto il carteggio da Giacinto Lazzarini, italo americano dei servizi segreti USA, paracadutato nottetempo ai Piani Resinelli, accolto con falò di segnalazione a terra da rocciatori (i futuri Ragni) guidati da Riccardo Cassin. Nella missione segreta USA c’era anche il radiotelegrafista “Ciccio”.
Lazzarini, deceduto nel 1990, era nato a Milano ma da ragazzo aveva seguito la famiglia per ragioni di lavoro del padre all’estero. La sala di Merate torna attuale con un riferimento concreto per costruire fatti e protagonisti di quelle memorabili giornate della primavera 1945 che hanno portato alla libertà. Sicuramente Guastoni nelle giornate intorno al 25 aprile 1945 era sulle strade lariane per un’operazione non ben definita e tanto meno precisata, con atterraggio di un aereo sulla Como-Lecco, nella zona di Erba.
Chi avrebbe pensato che nella straordinaria carriera sportiva di Eraldo Monzeglio ci fossero anche questi risvolti? Monzeglio è deceduto a Torino all’età di 75 anni, nel novembre 1981. E’ sepolto nel cimitero di Casale Monferrato, la sua terra natale, vicino alla tomba di Umberto Caligaris, un altro grande del calcio nazionale.
Non può essere dimenticata una “curiosità” conclusiva che si collega a Monzeglio, a Lecco con i blucelesti; ad una cronista locale che al termine di una breve intervista sul campionato del Lecco aggiunse “Mi permetta, mister, una domanda di curiosità: è vero che lei giocava a tennis con il duce?”. Monzeglio risposte con l’abituale gentilezza “Si, è vero, ma il gioco si chiamava pallacorda”.
Il recente libro “Il terzino ed il duce” di Alessandro Fulloni, giornalista del Corriere della Sera, è dedicato al “romanzo di una vita dai mondiali del 1934 ai misteri di Salò”. Inevitabili, come erano prevedibili, le polemiche, considerato il periodo affrontato ed i riflessi sull’attività successiva.
Eraldo Monzeglio è stato anche tra i blucelesti del Lecco, nel semestre che corre dal giugno 1967 al novembre dello stesso anno. Il Lecco del presidentissimo Mario Ceppi era tornato in serie B dopo quello che è stato sinora l’ultimo campionato di serie A.
Monzeglio era arrivato a Lecco dopo aver allenato squadre come il Napoli e la Juventus, guidate rispettivamente da prestigiosi presidenti come Achille Lauro e Gianni Agnelli. In occasione del mondiale in Italia del 1938 conobbe Benito Mussolini, assumendo anche l’incarico di allenatore personale dei figli. Dopo la seconda guerra mondiale è stato allenatore di calcio, iniziando dal Como.
Nell’estate 1967 Mario Ceppi manifestò segni di stanchezza e di insoddisfazione per gli ultimi risultati ottenuti e dichiarò che erano anche possibili le sue dimissioni. Incerta era divenuta anche la posizione del vice Rusconi per crescenti impegni professionali. E’ stato in quella estate che si fece per la prima volta il nome del noto industriale Mambretti, disponibile ad assumere la presidenza dei blucelesti. Anche Rusconi era sempre più impegnato nella carica di primo cittadino. Quando Ceppi cambiò idea circa le sue dimissioni e rimase alla carica di presidente, è stato Rusconi a rassegnare il mandato da vice dove subentrò Mambretti.
Il campionato del Lecco in serie B iniziò nell’ormai tradizionale raduno di preparazione nel verde delle Terme di Tartavalle a Taceno, in Valsassina. L’avvio campionato non fu certamente dei migliori, con risultati inferiori all’attesa rispetto ad una squadra che puntava a ritornare nella massima serie nazionale. E così avvenne che, tra alti e bassi, tra risultati inferiori alle previsioni, pur con qualche vittoria ritenuta importante, il Lecco si trovò non nelle posizioni di alta classifica ma in quelle quasi all’opposto. Monzeglio presentò le dimissioni dopo polemiche anche accese con un settimanale locale, dove non mancarono riferimenti ai trascorsi fascisti, e tornò a Como dove risiedeva.Per quanto riguarda il libro di Alessandro Fulloni, deve essere sottolineato quanto lo stesso evidenzia nel capitolo “In automobile attraverso l’insurrezione”. Fulloni, quando scrive di Salvatore Guastoni, sottolinea “A quasi 80 anni da quelle vicende il ruolo e la figura di questo agente segreto continuano ad essere un mistero”. Secondo le dichiarazioni rese a suo tempo dal commendator Vismara, il titolare del famoso salumificio a Casatenovo in Brianza, Guastoni aveva un incarico di copertura; si divideva tra americani e tedeschi, tra inglesi, partigiani e repubblichini di Salò ed altro ancora. Voci fra le tante riferivano di un colloquio segretissimo tra Guastoni e Vittorio Mussolini per trattare l’eventuale consegna del duce e del suo seguito al comando USA.
Insomma un’attività molto polivalente, difficilmente ricostruibile ancora oggi. Per alcuni i misteri di Guastoni potrebbero essere anche conservati nel museo “dimenticato” della Brianza lecchese, la sala Lazzarini nel palazzo civico Manzoni di Merate. Una documentazione eccezionale pervenuta grazie al compianto sindaco Luigi Zappa che nel 1975 ottenne tutto il carteggio da Giacinto Lazzarini, italo americano dei servizi segreti USA, paracadutato nottetempo ai Piani Resinelli, accolto con falò di segnalazione a terra da rocciatori (i futuri Ragni) guidati da Riccardo Cassin. Nella missione segreta USA c’era anche il radiotelegrafista “Ciccio”.
Lazzarini, deceduto nel 1990, era nato a Milano ma da ragazzo aveva seguito la famiglia per ragioni di lavoro del padre all’estero. La sala di Merate torna attuale con un riferimento concreto per costruire fatti e protagonisti di quelle memorabili giornate della primavera 1945 che hanno portato alla libertà. Sicuramente Guastoni nelle giornate intorno al 25 aprile 1945 era sulle strade lariane per un’operazione non ben definita e tanto meno precisata, con atterraggio di un aereo sulla Como-Lecco, nella zona di Erba.
Chi avrebbe pensato che nella straordinaria carriera sportiva di Eraldo Monzeglio ci fossero anche questi risvolti? Monzeglio è deceduto a Torino all’età di 75 anni, nel novembre 1981. E’ sepolto nel cimitero di Casale Monferrato, la sua terra natale, vicino alla tomba di Umberto Caligaris, un altro grande del calcio nazionale.
Non può essere dimenticata una “curiosità” conclusiva che si collega a Monzeglio, a Lecco con i blucelesti; ad una cronista locale che al termine di una breve intervista sul campionato del Lecco aggiunse “Mi permetta, mister, una domanda di curiosità: è vero che lei giocava a tennis con il duce?”. Monzeglio risposte con l’abituale gentilezza “Si, è vero, ma il gioco si chiamava pallacorda”.
A.B.