Con 'Capolavoro per Lecco' un richiamo alla città affinché la speranza non venga meno

Un messaggio di speranza. Tale vuole essere, quest’anno, il “Capolavoro per Lecco”, l’iniziativa natalizia ideata sei anni fa dall’ex prevosto don Davide Milani e già tradizione consolidata per la nostra città. perugino__9_.jpg (233 KB)Quest’anno, come già annunciato, il quadro al centro della “riflessione” è la cosiddetta Pala Tezi – dal nome del committente - opera del Perugino. Raffigura una Madonna col Bambino attorniata dai santi Nicola da Tolentino, Bernardino da Siena, Girolamo e Sebastiano. Realizzata nell’anno 1500 per la cappella della famiglia Tezi nella chiesa di Sant’Agostino a Perugia è ora conservata nella Galleria nazionale dell’Umbria. Sarà esposta a Palazzo delle paure da oggi fino al 2 marzo. Ad affiancare la tavola del Perugino, dal 20 dicembre arriverà anche la Madonna lignea di Giovanni Antonio da Giordano realizzata nello stesso periodo.
La mostra lecchese si è aperta ufficialmente ieri sera con un incontro allo stesso Palazzo delle paure.
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“In grembo la speranza” è il titolo della rassagna. E appunto di speranza ha parlato don Bortolo Uberti, il nuovo prevosto che ha raccolto l’eredità di don Milani anche in qualità di presidente dell’Associazione culturale Madonna del Rosario che promuove l’iniziativa in collaborazione con il Comune.
«L’iniziativa “Capolavoro per Lecco” – ha detto il sacerdote – è un’occasione per dialogare con la città. La cultura elimina le distanze ed è quindi momento di incontro tra credenti e non credenti, ma anche tra generazioni diverse. Un ringraziamento va a don Davide Milani per l’intuizione e allo staff che cura l’organizzazione e il cui ruolo è fondamentale. Con questa iniziativa diventano vere le parole di Paolo VI, quando ormai quarant’anni fa si rivolse agli artisti e disse loro: “Vogliamo tornare amici?”. Oggi di speranza abbiamo un estremo bisogno, dobbiamo trovare la speranza che ci consenta di non soffocare, perché oggi troppo spesso ci sentiamo schiacciati dagli avvenimenti. E davanti al quadro del Perugino c’è una sensazione di quiete, di aria fresca, di bellezza: si ritrova il respiro della bellezza, della speranza. In grembo la speranza, dunque. Il grembo è quello di Maria, ma la speranza è nel grembo di tutti. La speranza l’abbiamo dentro, ma abbiamo paura della gestazione. Ma se una comunità fa crescere questa speranza e poi la fa venire al mondo, è qualcosa che viene condiviso con tutti e significa la voglia di appassionarsi assieme, di guardare avanti assieme e di guardare alle nuove generazioni come a qualcosa di generativo. Ci sono molti giovani volontari che collaborano alla mostra: in questo modo, i giovani si appassionano non solo alle opere d’arte, ma anche per loro essere guida ad altre persone. C’è poi il tema della perfezione. Oggi, più che di vivere, ci preoccupiamo di funzionare bene. E invece l’opera del Perugino si rivela imperfetta: non annulla la realtà, mi ci sta dentro cercando un’armonia. Quella di “Capolavoro per Lecco” non è dunque una mostra da visitare, ma un’esperienza da condividere».
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Anche il sindaco Mauro Gattinoni ha parlato di come la nitidezza dei colori della pala trasmetta serenità «e allora c’è speranza». 
Ed è dunque un richiamo alla città affinché la speranza non venga meno, un richiamo a guardare ai giovani, spesso magari criticati, ma che non ci possiamo permettere di smarrire proprio guardando al futuro. L’intuizione di don Milani – ha continuato il sindaco – è stato una sorta di esperimento sociale: proporre un momento di riflessione nel periodo natalizio in cui regna la frenesia. Se, dopo la visita, esci e sei cambiato diventi un motore di cambiamento, un motore di speranza.
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Dello stesso tenore le parole dell’assessore alla cultura Simona Piazza che ha parlato della mostra come momento di riflessione e di Palazzo delle paure come luogo di incontro e di confronto. E il coinvolgimento di volontari, sponsor e aziende nell’organizzazione del “Capolavoro” sono testimonianza di una comunità attiva.Hanno portato il loro saluto anche il sottosegretario regionale Mauro Piazza («Questo momento quasi intimo nel caos del Natale arricchisce il percorso del farsi bella della nostra città»); la presidente della Fondazione comunitaria del Lecchese Maria Grazia Nasazzi («Il titolo dell’evento è geniale: il grembo di Maria che accoglie Gesù ma anche ciascuno di noi» e quanta serenità nel volto di «una Madonna che guarda oltre»); la delegata dell’amministrazione provinciale Silvia Bosio («L’arte va incontro alla provincia», va incontro a chi non può spostarsi); il rappresentante della Camera di commercio Fabio Dadati («Lecco sta ritrovando un’identità, un’identità che ancora poggia sulla manifattura, ma ora hanno sempre più importanza la cultura, l’università: è possibile guardare a uno sviluppo differente. La cultura è centrale per uno sviluppo sostenibile e integrato con la comunità»); il prefetto Sergio Pomponio (che ha parlato di botteghe degli artisti rinascimentali come uno spunto per l’oggi: avere una grande idea che cammina sulle gambe di una produzione intellettuale e che diventa momento per la riproduzione di idee, dicendosi anch’egli orgoglioso per l’iniziativa del “Capolavoro per lecco” che ogni anno si rinnova); Matteo Ferretti del Mollificio Sant’Ambrogio, principale sponsor («Un contributo alla crescita della nostra città, un esempio dei risultati che si possono ottenere con la collaborazione tra pubblico e privato»).

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Infine, da remoto, è intervenuto il curatore della mostra, Alessandro Delpriore che ha parlato di un progetto virtuoso e cioè rimettere al centro dell’attenzione l’opera d’arte come un messaggio per raccontare la contemporaneità con l’occhio del passato. Inoltre, «siete riusciti a portare nel ducato di Milano un quadro del Perugino. Neppure Ludovico il Moro era riuscito a convincerlo…». Delpriore ha poi presentato la pala e ha approfondito la figura del Perugino, ai suoi tempi il grande pittore nazionale, forse il primo, il pittore che ha creato uno stile nazionale: ai suoi tempi la sua bottega era una vera e propria azienda, lui dettava la linea, dalla sua bottega i suoi quadri partivano per tutta l’Italia e dove arrivavano i pittori locali ne imitavano lo stile.
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L’inaugurazione si è conclusa con una visita alla mostra accompagnata musicalmente dall’esibizione di Edoardo Giana (flauto) e Cecilia Moschetti (arpa) del liceo scientifico musicale “Grassi”.
Da qui a natale sono in programma altre iniziative. Il 12 dicembre alle 20,30 l’esibizione del gruppo corale “Ad Libitum” (“Lasciar cantare il cuore”: la devozione nella musica e nella poesia dell’umanesimo), il 14 dicembre alle 17 dell’Ensemnle di musica antica “Assisi” e il 20 dicembre alle 17,30 la presentazione della Madonna lignea di Giovanni Antonio di Giordano che appunto affiancherà la Pala del Perugino.
Le opere, come detto, saranno esposte fino al 2 marzo (il martedì dalle 10 alle 14; da mercoledì a domenica dalle 10 alle 18; fino al 6 gennaio, nella giornata di sabato la mostra chiuderà alle 19). Ingresso, 2 euro.
Info: www.capolavoroperlecco.it
D.C.
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