Lecco: a giudizio per tentata rapina, ma manca la querela. Prosciolto

Il vice procuratore onorario Mattia Mascaro ne aveva chiesto la condanna a tre anni e cinque mesi di reclusione, oltre al pagamento di una multa di 650 euro. E' stato invece disposto il non doversi procedere - dal giudice in ruolo monocratico Paolo Salvatore - nei confronti di I.Z., giovane tunisino finito a processo per tentata rapina e minaccia aggravata.
I fatti al centro dell'udienza celebrata ieri in tribunale a Lecco, risalivano al 26 agosto 2022 quando il giovane - già noto alle cronache - aveva raggiunto il supermercato Iperal di Viale Montegrappa. Qui aveva riempito lo zaino che portava con sè, di generi alimentari, per un valore di quasi 80 euro. Fermato in prossimità delle casse da un addetto alla sicurezza, aveva iniziato ad inveirgli contro, proferendo insulti e minacce. A bloccarlo erano stati gli agenti delle Volanti della Polizia di Stato, intervenuti sul posto dopo l'allarme scattato appunto al 112. Fatti ripercorsi in Aula dai testimoni citati dalla Procura: dal vigilantes ad una commessa, passando infine per uno degli operanti, ancora oggi in servizio presso la Questura di Corso Promessi Sposi. Quest'ultimo in particolare ha ricordato lo stato di forte agitazione in cui versava il giovane. ''Al nostro arrivo in posto lo trovammo a torso nudo ed era privo di documenti'' ha detto l'agente, ricordando di averlo poi - insieme ai colleghi - accompagnato in sede per le procedure di identificazione. ''Ricordo che a nostra precisa domanda ci disse di aver rubato per fame''.
Un aspetto quest'ultimo, evidenziato anche dall'avvocato Marilena Guglielmana, difensore di fiducia del tunisino che, nella sua arringa, ha espresso non poche perplessità rispetto alla contestazione di tentata rapina a carico del proprio assistito, battendosi per la riqualificazione del capo di imputazione. ''Qui vedo al massimo un tentato furto'' ha affermato in aula il legale, mettendo in evidenza la volontà del giovane magrebino di riempire lo zaino per mangiare. ''Il suo atteggiamento era tremolante, non voleva fare del male a nessuno. Aveva fame''.
Dopo essersi ritirato in camera di consiglio, il giudice Salvatore ha sentenziato il non doversi procedere nei confronti del tunisino per mancanza di querela, aspetto emerso nelle battute finali dell'istruttoria odierna.
G.C.
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