Colico: ricordato il partigiano Adamo Baruffaldi a 80 anni dalla morte

Cerimonia molto partecipata sabato a Colico per l’80° anniversario della morte del partigiano Adamo Baruffaldi, con le rappresentanze degli Istituti scolastici Galileo Galilei e Marco Polo, oltre alle autorità e alle associazioni locali come Auser, ANA, Croce Rossa Italiana, ANC, la sezione ANPI di Lecco, il comandante dei carabinieri Fabrizio Carboni, il sindaco Monica Gilardi e il colonnello Luigi Bernardi che ha diretto la manifestazione.
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Il luogo in cui Baruffaldi fu impiccato – piazza Garibaldi -, non essendo dotato di bandiera, ha fatto da cornice agli onori con l’inno di Mameli, eseguito dal Corpo Musicale di Villatico a cui si è unito il coro dei presenti.
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A seguire la deposizione di una corona di alloro sotto la targa dedicata al partigiano da parte di un rappresentante dell’ANPI e di ANA Colico, sulle note del Piave e poi del Silenzio, che hanno reso il momento molto toccante e significativo. 
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Dopo la benedizione impartita da don Lucio Fasoli, il ricordo del partigiano è poi passato dalle parole del sindaco Monica Gilardi, che ha brevemente ricordato la figura dell’uomo dicendo che “è importante fare memoria della Resistenza e della Liberazione in quelle pagine decisive e fondamentali per la storia del nostro Paese, con donne e uomini coraggiosi che parteciparono attivamente alla costruzione di quella storia, resistendo all’oppressione e rischiando per tutti la vita, come lo stesso Baruffaldi. Furono questi i valori fondamentali alla base di quelle azioni, la libertà, la giustizia e la coesione”. 
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Valori che per il primo cittadino devono essere “il segno di quello che è il nostro impegno per una società che scaccia l’individualismo e pensa all’altro, a quello che incontriamo tutti i giorni, a partire dal banco di scuola nel caso dei nostri ragazzi” ha concluso.
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La parola è poi passata ad Angelo De Battista dell'ANPI, che ha prima ha spiegato, soprattutto rivolgendosi ai giovani, quella che è stata la storia locale negli anni della guerra, e dunque di come Adamo Baruffaldi, nato a Premana il 9 maggio 1912 e residente a Vestreno, alpino in congedo, dopo l’8 settembre 1943 fosse libero dagli obblighi militari e avrebbe potuto stare tranquillo ad attendere gli eventi, cosa che invece non fece.
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Infatti, appena i primi gruppi di ribelli si radunarono in Valvarrone, Baruffaldi “si mise a disposizione per tenere collegamenti tra i gruppi partigiani e portare informazioni e rifornimenti, fino a quando nei mesi successivi si unì alle formazioni combattenti e nel luglio 1944 venne arrestato e torturato dalle milizie fasciste”; il 31 luglio dello stesso anno, poi, venne impiccato proprio nella piazza della commemorazione, che ora riporta una targa a ricordo del suo sacrificio. 
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Un sacrificio che non è stato vano, “perché grazie alla Resistenza gli italiani hanno riavuto la libertà e la pace, e il nostro Paese ha trovato il suo posto tra le grandi democrazie” ha detto De Battista. Libertà e pace che ora "sono sotto attacco perché la guerra, che purtroppo non è mai stata assente dal mondo, è tornata anche in Europa” ha aggiunto facendo riferimento al conflitto russo–ucraino e anche "all’inaccettabile attacco compiuto da Hamas il 7 ottobre 2023, cui Israele sta dando una risposta che va molto al di là della difesa e sta colpendo in modo gravissimo la popolazione civile palestinese”.
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Sempre De Battista ha poi spiegato come l’Italia sotto il regime fascista sia stato un “Paese aggressore” e che le guerre hanno portato il Paese sul baratro e sono costate la vita a centinaia di migliaia di giovani soldati: "L’ANPI, rendendo onore a Baruffaldi, ribadisce il proprio impegno per la pace e torna a chiedere che si cambi finalmente strada, perché i quasi 110 milioni di morti, in grandissima parte civili, che i conflitti mondiali e le altre guerre del Novecento hanno provocato, sono un tributo più che sufficiente alla logica sbagliata di regolare le questioni politiche con la forza delle armi”.
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De Battista ha concluso citando la frase che molti pronunciano “Se vuoi la pace prepara la guerra”, negandola e rispondendo “Se vuoi la pace, prepara la pace”. A concludere la cerimonia alcuni inni partigiani cantati dai presenti.
M.A.
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