Lecco perduta/456: l'antica festa dei cooperatori, che ritorna l'8

La festa ultracentenaria dei cooperatori che torna domenica 8 dicembre, nella solennità liturgica dell’Immacolata Concezione, presso il glorioso oratorio San Luigi di Lecco basilica, assume quest’anno un momento maggiore di riflessione storica oltre al pur importante primo incontro con il nuovo prevosto mons. Bortolo Uberti. Spicca evidente lo spessore dottrinale, formativo ed educativo che accompagna la ricorrenza.
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Settimanale lecchese del 1967

Era il settembre 1967 quando un settimanale locale pubblicava in prima pagina “La Faini diventerà un grande oratorio”. Era scritto che “la parrocchia di San Nicolò avrebbe avanzato un’offerta per l’acquisto dell’intera area su cui sorgono gli stabilimenti già di proprietà della società Riccardo Faini. Esattamente si tratta della zona tra via Parini e via San Nicolò. La proposta sarebbe stata presentata dal prevosto mons. Enrico Assi”.
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Festa delle bandiere dell'oratorio 1966

Sono trascorsi da quella data 57 anni. Il traguardo tanto atteso e auspicato di un nuovo grande oratorio è vicino. Nella memoria di una vicenda che si è allungata nel tempo per problemi e difficoltà varie, devono essere associati in doveroso pensiero di ringraziamento i prevosti Enrico Assi, Ferruccio Dugnani, Roberto Busti, Franco Cecchin e Davide Milani.
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Una recente cerimonia per i nuovi cooperatori in cappella

Nel gennaio di oltre cento anni fa, in una fredda domenica del 1907, arrivò a Lecco don Luigi Vismara, ricevuto alla stazione dalle rappresentanze del mondo cattolico. La banda San Giuseppe (detta dei paolotti) eseguì una marcia di Giuseppe Zelioli. Il suo predecessore, il prevosto Confalonieri, aveva lasciato la città rinunciando al mandato pastorale dopo roventi polemiche per le elezioni politiche del novembre 1904, culminate con i gravissimi disordini dell’assalto notturno alla canonica di San Nicolò, nell’attuale piazza Cermenati. L’incarico affidato a don Vismara era veramente impegnativo; gli ambienti radical-democratici guidavano la città, influenzando la classe dirigente, dal Comune ai gruppi imprenditoriali e professionali. Nel mondo cattolico si notavano buona volontà, impegno, ma anche divisioni per posizioni divergenti e anche contrapposte. Alcuni continuavano ad essere nostalgici della Roma papalina di Pio IX, anche se da porta Pia erano passati quasi 40 anni.
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Cooperatori anziani a una cerimonia

La città del 1907 presentava, però, istituzioni e avvenimenti che non mancavano di essere osservati con attenzione, sia in campo cattolico che in quello laico. L’epopea risorgimentale, dopo Roma capitale, volgeva a conclusione, e le generazioni cresciute con l’unità d’Italia, in una società anticlericale per motivi politici, aveva ormai la giovinezza alle spalle. Il futuro si spalancava sui giovani lungo il Novecento iniziato da pochi anni e già contrassegnato da eccezionali invenzioni.
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Cooperatori negli anni '50, con altri oratoriani, il convegno giovanile e il costituendo Coro Alpino Lecchese

Nel 1907 veniva costituito il ricreatorio laico “Giuseppe Garibaldi”, aperto ai ragazzi dagli 8 ai 18 anni, con sede presso le scuole di via Ghislanzoni. Il prevosto Vismara rispose chiedendo all’arcivescovo di Milano di poter avere un dinamico prete trentenne che aveva conosciuto nel seminario di Seveso: era don Luigi Verri. Quest’ultimo ebbe l’incarico di riorganizzare l’oratorio con iniziative nuove, sostenute da motivazioni spirituali e ideali. Il che avvenne per una storia che ha inciso profondamente nella formazione delle nuove generazioni lecchesi nella prima metà del Novecento. Certo il cambiamento non era dietro l’angolo, vi era un lungo cammino con l’ascesa di Mario Cermenati, il ventennio fascista, la tragedia della seconda guerra mondiale prima dell’aurora di pace e di libertà e dell’avvento della Repubblica. Ma il seminato sbocciò davvero.
Don Luigi Verri rimase a Lecco sino al 1940. Era sorto un oratorio dove la festa dei cooperatori a dicembre era l’appuntamento rilevante di un bilancio, di un impegno, di una rinnovata presenza delle nuove generazioni.
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Alessandro Rusconi, sindaco di Lecco dal 1962 al 1970 e cooperatore nel 1942

La festa dei cooperatori aveva assunto una posizione primaria nell’attività, proponendo anche una dedizione e una fedeltà che andavano ben oltre lo stesso oratorio. Nel 1983 l’arch. Bruno Bianchi, cooperatore e già assessore all’urbanistica del Comune di Lecco, con il sindaco Alessandro Rusconi, scriveva: “Il nuovo fabbricato inaugurato nel 1950 occupa lo spazio del vecchio porticato e ha avuto sin dalla posa della prima pietra avvenuta nel 1946 lo scopo di mettere a disposizione della gioventù degli ambienti più moderni… Da pochi anni al cortile principale si aggiunge il campo di pallavolo, pavimentato in gomma (per via delle ginocchia), e quello di pallacanestro nell’area Faini. L’acquisizione da parte della parrocchia di quest’ultima area ha assicurato non solo all’oratorio ma a tutta la città uno spazio prezioso e indispensabile per le esigenze ricreative ed educative di ragazzi e dei giovani. Anche in questo modo si riconferma il ruolo di servizio pubblico”.
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Il prevosto don Roberto Busti con due assistenti dell'oratorio:
don Filippo Dotti e il compianto don Franco Carnevali

Trent’anni fa la festa dei cooperatori diventava anche delle donne, dopo una storia tutta al maschile. Erano tredici i "nuovi" del 1994, uno in meno del numero record raggiunto di 14 nel 1940. C’erano stati anche gli anni “zero” nel 1916 e nel 1918 per ragioni belliche della prima guerra mondiale, che aveva chiamato alle armi anche i diciottenni.
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Don Giuseppe Tagliabue con il compianto Giancarlo Cagliani, cooperatore dal 1977

Nel 1966 (con il prevosto Assi e con l’assistente don Giuseppe Tagliabue che nell’estate successiva, dopo 19 anni, lascerà Lecco per divenire prevosto di Mariano Comense) c’era stata la festa delle bandiere, promossa dal non certo dimenticato prefetto cav. Giacomo Galli, con i vessilli stretti intorno alla bandiera dell’oratorio “Dio, Famiglia e Patria” e ai vari gruppi interni organizzati, dai chierichetti ai cantori, dai ginnasti alla filodrammatica. Le bandiere vennero esposte nella cappella proprio in occasione della festa per rinnovare e per rinsaldare una storia di impegno e di presenza che andava oltre le mura dell’oratorio.
Ricordi e memorie che accompagnano i cooperatori di ieri e di oggi, ma con la nuova grande struttura in arrivo è fondamentale divenire cooperatori del domani, alfieri di un rinnovato avvenire.
A.B.
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