A Lecco serve una strategia elettorale più che prove di forza interne al centrodestra

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Egregio Direttore, 
a settembre, in occasione della nomina del CDA di Linee Lecco, ho avuto modo di leggere un suo commento sulle prove di forza interne al centro destra che, dopo aver espresso la preferenza per la conferma di Francesca Meles che bene aveva operato nel cda e che aveva anche una consolidata esperienza nell’ambito di detta partecipata, ha visto nominare un altro soggetto. 
Personalmente ho pensato che fosse stato uno sgarbo istituzionale ma poi la realtà ci ha detto che le cose stavano diversamente.
Poco dopo (a fine settembre) ci sono state le elezioni provinciali che inizialmente prospettavano più liste per l’area di centro destra.
Una seconda prova di forza tra Lega e FDI, stavolta fortunatamente rientrata e che ha consentito ad Alessandra Hofmann di fare conto su una maggioranza consiliare e proseguire nel proprio lavoro. 
Alla fine tutti contenti, ma i comunicati delle segreterie sembravano ancora parlare lingue diverse.
Poi (è storia più recente…) arriva l’intervista di Mauro Piazza il quale decide di chiarire il proprio pensiero sulle elezioni di Lecco e sul suo possibile impegno, evidenziando come sia necessario che chiunque venga scelto quale candidato deve avere il necessario sostegno da parte di tutte le forze politiche che compongono la coalizione. 
Diversamente sarebbe un candidato debole in partenza.
Ma di fronte a tale evidenza qual è la soluzione? A detta di qualcuno, sarebbe necessario fare le primarie.
Per usare una metafora calcistica, la partita è già iniziata da tempo ma la palla sta ancora al portiere che deve far riprendere l’azione ricorrendo ad un passaggio (le primarie) cui il centro destra è poco avvezzo e che – ma è un mio giudizio - non sempre garantiscono che al posto giusto possa andare la persona giusta.
Da ultimo – è storia di questi giorni - leggo che nel consiglio di gestione del Parco del Monte Barro entra, grazie anche al voto del Sindaco di Lecco, un rappresentante oggi in FDI, Gianluca Bezzi (un amico con il quale ho peraltro condiviso una parte della mia esperienza amministrativa…) a scapito di un possibile candidato di Fattore Lecco ovvero la lista che ha contribuito a far eleggere Gattinoni alla carica di Sindaco.
Siamo di fronte ad un autogol? Non credo. 
A me sembra più un “divide et impera”.
Personalmente ritengo che, a meno di un anno dalle elezioni amministrative di Lecco perse nel 2020 al ballottaggio per soli 31 voti (dopo l’inutile vittoria nella prima tornata), si stiano impiegando le energie in prove di forza interne che possono essere utili a consolidare una supremazia territoriale, ma poco servono alla città.
Fanno certamente parte dell’azione politica, ma non possono sostituire la più urgente strategia elettorale da contrapporre a quella che l’area di centrosinistra sta già mettendo in atto da tempo.
L’impressione è che si stia perdendo di vista quello che dovrebbe essere il primo e forse l’unico pensiero da affrontare: presentare alla città una proposta di governo che dimostri di essere capace di leggere i bisogni di chi ci vive, che miri a riorganizzare il sofferente apparato amministrativo garantendo efficienza ed efficacia, che attui scelte responsabili e di prospettiva dimenticando le percentuali nazionali che – come dimostrano anche le recenti tornate elettorali – non rappresentano uno stimolo per l’elettore ad andare a votare.
L’elettore vuole ben altro altro e, per quel poco che ho avuto modo di osservare, oggi a Lecco serve tutto meno che una prima donna.
Massimiliano Vivenzio
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