L’alleanza per la Medicina Riabilitativa: convegno al Politecnico. Con sguardo attento al mondo della filantropia

L’innovazione tecnologica, con il bisogno di mettere a punto dispositivi che siano al servizio del paziente e disponibili su larga scala: è questo il tema principale del convegno che si tiene oggi al Polo Territoriale di Lecco del Politecnico di Milano, alla presenza di clinici, neuroscienziati e manager provenienti da tutto il mondo, compresi Stati Uniti, Canada, Francia, Belgio e Arabia Saudita.
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“Sono convinta che il giusto modo di procedere sia rappresentato da una significativa alleanza e unità di intenti fra il mondo della ricerca scientifica e dell’innovazione con tutti coloro che, sia attraverso l’industria tecnologica e farmaceutica e sia la filantropia, ritengono di poter offrire un contributo tangibile alla promozione e all’avanzamento delle cure, nonché al miglioramento del benessere e dello stile di vita delle persone, che siano pazienti da curare o meno” dice Mariella Enoc, Procuratrice Speciale dell’Ospedale Valduce.
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“La Medicina Riabilitativa oggi è in fortissimo sviluppo e il Centro di Riabilitazione Villa Beretta, eccellenza clinica e scientifica della Congregazione delle Suore Infermiere dell’Addolorata di Valduce, anche grazie alla collaborazione con il Politecnico di Milano, in particolare con la sua sede territoriale di Lecco, è e sarà in grado di fornire un contributo significativo in questa sfida”.
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Al centro del dibattito, le tecnologie che giocano un ruolo sempre più importante nel facilitare il recupero di pazienti con disabilità che derivano da malattie e danni del Sistema Nervoso Centrale, come ictus cerebrale, lesioni del midollo spinale e lesioni cerebrali.
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La Medicina Riabilitativa, infatti, si sta rivelando come una scienza sempre più complessa, in cui gli algoritmi di Intelligenza Artificiale, i robot collaborativi, la realtà aumentata e virtuale e i nuovissimi sistemi di monitoraggio Internet of Bodies (IoB) sono strumenti indispensabili per promuovere la neuroplasticità.
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“In un momento storico come questo, caratterizzato dalla paura che le macchine si sostituiscano all’uomo, dobbiamo evitare accuratamente qualsiasi forma di onnipotenza tecnologica, e in questo senso la filantropia può fare da motore per uno progresso etico e bilanciato, che metta sempre il paziente al centro” dice Franco Molteni, Direttore Scientifico del Villa Beretta Rehabilitation Research Innovation Institute (VBRRII).
“Ma il ruolo delle associazioni filantropiche va ben oltre: sono il perno di un ecosistema che comprende anche l’industria e le istituzioni scientifiche e accademiche. Queste componenti della società civile devono collaborare mantenendo un equilibrio tra loro, nella consapevolezza che ciascuna non può prescindere dall’altra, e che unite possono ottenere risultati in termini di avanzamento delle cure neuroriabilitative che non sarebbero raggiungibili singolarmente”. 1129_Poli_5724.jpg (115 KB)
Non a caso, l’idea di questo convegno nasce da una storia di successo che ha visto protagonista Fondazione Cariplo, che dal 2004, in collaborazione con UniverLecco, ha investito a Lecco 15 milioni di euro per supportare diversi progetti di ricerca in Medicina Riabilitativa. Alcuni di questi sono stati portati avanti congiuntamente dal Villa Beretta Rehabilitation Research Innovation Institute (VBRRII) e da Institution de Lavigny, in Svizzera: per esempio, Incognito 1 e Incognito 2, rivolti all’analisi delle alterazioni della percezione del corpo dopo un ictus cerebrale. Questo modello di collaborazione tra filantropia e ricerca scientifica ha gettato le basi per espandere la rete di partnership oltre il territorio, volgendo lo sguardo allo scenario internazionale.
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“Il distretto della riabilitazione, che si è sviluppato nel lecchese, è l’esempio concreto di ciò che intendiamo per ecosistema locale: è il frutto dell’intuizione di chi lo ha promosso, di chi ci opera con passione e competenza, della collaborazione tra tante realtà pubbliche e private” dice Giovanni Azzone, Presidente della Fondazione Cariplo.
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“Fondazione Cariplo, fin dall’inizio, investe su questo progetto e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Chi ha una disabilità, ma anche chi ha bisogno di riabilitazione per un periodo di tempo circoscritto, qui trova l’eccellenza frutto della ricerca scientifica e tecnologica all’avanguardia, che coinvolge molti giovani ricercatori, portata avanti con approccio multidisciplinare; unita al supplemento d’anima e all’umanità di chi sa stare vicino a chi soffre e che si trova ad affrontare problemi che spesso segnano l’esistenza delle persone e delle loro famiglie. È un luogo unico e un esempio per tutta Italia, che può e deve essere replicato, e che ormai allarga i suoi confini anche all’estero, per nuove collaborazioni o per essere preso come caso da imitare. Un pezzo importante del motore di questa macchina è rappresentato dall’impegno di chi, come Fondazione Cariplo, ha donato risorse economiche, non solo per spirito filantropico: prima di investire abbiamo studiato a fondo il modello, l’innovazione e i benefici che avrebbero potuto derivarne. Una scommessa vinta, un successo non dei singoli ma di un’intera comunità. Il territorio di Lecco deve esserne orgoglioso, farne tesoro e continuare ad investire risorse e competenze”.
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