Sciopero generale: un migliaio di persone in corteo a Lecco con CGIL e UIL
Trombette e fischietti. Qualche fumogeno. E i tamburi a scandire, dalle retrovie, dinnanzi all'immancabile striscione "Orgoglio metalmeccanico", il passo. Un lungo serpentone, prevalentemente rosso, con una nuvola azzurra in testa, ha attraversato questa mattina Lecco.
Almeno un migliaio i partecipanti alla manifestazione promossa da CGIL e UIL in occasione dello sciopero generale proclamato per quest'oggi 29 novembre 2024. Più, secondo le organizzazioni sindacali, di quelli scesi in piazza lo scorso anno. Del resto, ad essere aumentato, negli ultimi 12 mesi è anche lo scontento, sottolineano tanto i pensionati quanti i lavoratori del comparto dei servizi, con tutte le articolazioni del mondo del lavoro oggi rappresentante nel corteo che, dal piazzale del Centro Commerciale La Meridiana si è snodato nel "salotto buono cittadino" fino a ricompattarsi in piazza Diaz, all'ombra del Palazzo municipale, dove sono state esposte le ragioni della protesta.
"Siamo preoccupati. Non c'è solo il problema della Legge di Bilancio, ma il rischio che questo Paese non ce la faccia ad affrontare le sfide dei prossimi mesi e anni" ha risposto Diego Riva, Segretario generale della CGIL Lecco alla domanda "perchè questo sciopero?".
"C'è una situazione grave, la Legge risponde alle multinazionali, alle grandi banche e non ai lavoratori e ai pensionati. C'è sempre più Cassa integrazione perché non c'è una visione strategica, per un programma industriale capace di portare il Paese in una situazione di eccellenza".
"Al Governo Meloni - gli ha fatto eco Dario Esposito, suo omologo per la UIL del Lario - chiediamo di portare in Italia quello che già sta succedendo in Europa. Nella vicina Spagna in questi anni si è riusciti a rendere strutturale l'assunzione a tempo indeterminato, lasciando quella a termine solo in alcuni casi. Chiediamo inoltre una detassazione completa, totale dei rinnovi contrattuali, perché devono andare in busta paga ai lavoratori e non devono diventare buoni regalo per gli extra profitti di banche e multinazionali. Chiediamo infine che ci sia una vera sensibilità nei confronti delle esigenze dei cittadini perché si andrà a reintrodurre il turnover sugli enti locali, che vorrà dire maggiori file per gli utenti e maggiori carichi di lavoro per chi sarà in servizio, quindi maggiore attenzione per le comunità".
Aumento di salari e pensioni, finanziamenti alla sanità, all’istruzione e ai servizi pubblici, investimenti nelle politiche industriali: queste le richieste che si sono levate anche dalla piazza lecchese, con i partecipanti allo sciopero arrivati a incrociare le braccia - sacrificando dunque un giornata di paga - non solo per contestare il Governo ma anche e soprattutto per chiedere il riconoscimento di diritti, in un momento in cui lavoratori e pensionati continuano inesorabilmente a perdere potere d'acquisto, precarietà e lavoro sommerso crescono e si assiste a continui tagli.
Riscontri concreti circa il successo dell'iniziativa, sostenuta anche dai sindacti minori ma non dalla CISL, arrivano dalle aziende del territorio. Alla Itla Bonati e alla Puricelli come alle Officine Lafranconi e alla Calvi l'adesione all'estensione è stata del 90%. Stessa percentuale alla Novacart, alla Adda ondulati e per il turno mattutino alla Fiocchi Munizioni, dove si pensa di toccare il 100% per il pomeridiano e il notturno, come già alla Prym Fashion. Dell'80% invece alla Gilardoni Vittorio come alla IHI e alla Carcano. Scioperano anche il 75% dei lavoratori della Cooperativa San Martino della Sprefico frutta.
Almeno un migliaio i partecipanti alla manifestazione promossa da CGIL e UIL in occasione dello sciopero generale proclamato per quest'oggi 29 novembre 2024. Più, secondo le organizzazioni sindacali, di quelli scesi in piazza lo scorso anno. Del resto, ad essere aumentato, negli ultimi 12 mesi è anche lo scontento, sottolineano tanto i pensionati quanti i lavoratori del comparto dei servizi, con tutte le articolazioni del mondo del lavoro oggi rappresentante nel corteo che, dal piazzale del Centro Commerciale La Meridiana si è snodato nel "salotto buono cittadino" fino a ricompattarsi in piazza Diaz, all'ombra del Palazzo municipale, dove sono state esposte le ragioni della protesta.
"Siamo preoccupati. Non c'è solo il problema della Legge di Bilancio, ma il rischio che questo Paese non ce la faccia ad affrontare le sfide dei prossimi mesi e anni" ha risposto Diego Riva, Segretario generale della CGIL Lecco alla domanda "perchè questo sciopero?".
"C'è una situazione grave, la Legge risponde alle multinazionali, alle grandi banche e non ai lavoratori e ai pensionati. C'è sempre più Cassa integrazione perché non c'è una visione strategica, per un programma industriale capace di portare il Paese in una situazione di eccellenza".
"Al Governo Meloni - gli ha fatto eco Dario Esposito, suo omologo per la UIL del Lario - chiediamo di portare in Italia quello che già sta succedendo in Europa. Nella vicina Spagna in questi anni si è riusciti a rendere strutturale l'assunzione a tempo indeterminato, lasciando quella a termine solo in alcuni casi. Chiediamo inoltre una detassazione completa, totale dei rinnovi contrattuali, perché devono andare in busta paga ai lavoratori e non devono diventare buoni regalo per gli extra profitti di banche e multinazionali. Chiediamo infine che ci sia una vera sensibilità nei confronti delle esigenze dei cittadini perché si andrà a reintrodurre il turnover sugli enti locali, che vorrà dire maggiori file per gli utenti e maggiori carichi di lavoro per chi sarà in servizio, quindi maggiore attenzione per le comunità".
Aumento di salari e pensioni, finanziamenti alla sanità, all’istruzione e ai servizi pubblici, investimenti nelle politiche industriali: queste le richieste che si sono levate anche dalla piazza lecchese, con i partecipanti allo sciopero arrivati a incrociare le braccia - sacrificando dunque un giornata di paga - non solo per contestare il Governo ma anche e soprattutto per chiedere il riconoscimento di diritti, in un momento in cui lavoratori e pensionati continuano inesorabilmente a perdere potere d'acquisto, precarietà e lavoro sommerso crescono e si assiste a continui tagli.
A.M.