Primaluna: l'addio a Margherita Colombo, 'la sua vita spezzata sarà custodica nel cuore di Gesù'
Una bara chiara con appoggiata l'immagine della donna in un'espressione serena e dei fiori bianchi e rosa. È giunto poco prima delle 14 in chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Primaluna il feretro di Margherita Colombo, trovata morta lunedì scorso, con il figlio accanto in gravi condizioni, nella sua abitazione di Cassina Valsassina. Non particolarmente partecipata la cerimonia. Assente anche Corrado stesso, ora accusato dell'omicidio della madre. Si trova in carcere.
Don William Abbruzzese nella sua omelia ha parafrasato il brano del Vangelo di Giovanni in cui Gesù consola Marta e Maria per la morte di Lazzaro. Spiegando come tutti si rimanga sconvolti dalla fine di una esistenza, come questi "amici di Gesù", che lo hanno mandato a chiamare per evitare che il fratello si spegnesse.
Agli occhi di Dio la morte "raccoglie ciò che Margherita è stata e ciò che ha compiuto, che ha vissuto nel suo profondo, anche là dove non riusciva a dimostrarlo", in quanto - ha aggiunto il sacordote - il cuore degli uomini lo conosce solo il Signore, "che sa cosa pensa una persona".
Le scritture scelte per il rito, hanno ricordato come la vita sia nelle mani di Dio, "anche se noi pensiamo di essere padroni della nostra vita o di quella altrui, agli occhi del Signore la vita è sua". Una garanzia che nessuno può essere sottratto dalla mano di Dio, come anche la garanzia che nessuna vita finisca nel dimenticatoio "perché abbiamo dalla nostra parte il Dio della vita".
Il parroco ha poi ricordato come chiunque creda in Gesù "non morirà in eterno". Una "vita sprezzata come quella di Margherita, sarà custodita nel cuore di Gesù, dove nessuna mano può strapparla dalla sua bontà e dal suo amore".
La fese, come "stile di vita", ci dovrebbe dare la forza di amare sempre la vita e difenderla, ovunque. Anche la capacità di "accorgersi dell'altro" dovrebbe diventare consuetudine secondo il sacerdote che spiega come "tante volte non ci si accorge della sofferenza di chi ci sta vicino", si sofferma sulla solitudine delle persone che a volte fa dimenticare la fede, anche se questa "vince ogni solitudine".
Al termine della funzione religiosa la salma della 73enne ha raggiunto la tomba di famiglia, al cimitero, per la sepoltura.
Don William Abbruzzese nella sua omelia ha parafrasato il brano del Vangelo di Giovanni in cui Gesù consola Marta e Maria per la morte di Lazzaro. Spiegando come tutti si rimanga sconvolti dalla fine di una esistenza, come questi "amici di Gesù", che lo hanno mandato a chiamare per evitare che il fratello si spegnesse.
Agli occhi di Dio la morte "raccoglie ciò che Margherita è stata e ciò che ha compiuto, che ha vissuto nel suo profondo, anche là dove non riusciva a dimostrarlo", in quanto - ha aggiunto il sacordote - il cuore degli uomini lo conosce solo il Signore, "che sa cosa pensa una persona".
Le scritture scelte per il rito, hanno ricordato come la vita sia nelle mani di Dio, "anche se noi pensiamo di essere padroni della nostra vita o di quella altrui, agli occhi del Signore la vita è sua". Una garanzia che nessuno può essere sottratto dalla mano di Dio, come anche la garanzia che nessuna vita finisca nel dimenticatoio "perché abbiamo dalla nostra parte il Dio della vita".
Il parroco ha poi ricordato come chiunque creda in Gesù "non morirà in eterno". Una "vita sprezzata come quella di Margherita, sarà custodita nel cuore di Gesù, dove nessuna mano può strapparla dalla sua bontà e dal suo amore".
La fese, come "stile di vita", ci dovrebbe dare la forza di amare sempre la vita e difenderla, ovunque. Anche la capacità di "accorgersi dell'altro" dovrebbe diventare consuetudine secondo il sacerdote che spiega come "tante volte non ci si accorge della sofferenza di chi ci sta vicino", si sofferma sulla solitudine delle persone che a volte fa dimenticare la fede, anche se questa "vince ogni solitudine".
Al termine della funzione religiosa la salma della 73enne ha raggiunto la tomba di famiglia, al cimitero, per la sepoltura.