Cremeno: un'installazione a cura degli alunni per dire 'basta' alla violenza sulle donne
Anche l’Istituto Comprensivo di Cremeno ha voluto "urlare" il proprio dissenso alla violenza psicologica, fisica e verbale contro le donne. Lo ha fatto attraverso un’installazione realizzata dagli alunni di terza media, con una rosa sfiorita al centro, in parte incapace di sbocciare, che simboleggia una vita appassita, soffocata dal peso di parole che feriscono più di quanto si possa immaginare; tutto intorno delle frecce nere con scritte bianche - frasi offensive e pesanti - rivolte in direzione del fiore stesso, come fossero accuse o colpi invisibili.
Una composizione circolare, dunque, che richiama un continuo attacco fatto di parole avvelenate e distruttive, con la rosa vista come simbolo di chi soffre in silenzio e testimonia allo stesso tempo come la violenza verbale possa lasciare ferite profonde, invisibili ma devastanti.
Un messaggio chiaro quello lanciato da questi giovanissimi uomini e donne, che fanno capire come le parole abbiano un peso e dunque vadano usate con rispetto, per muovere il primo passo verso un mondo più giusto. Sulle frecce ogni alunno ha segnato anche con una X rossa le frasi offensive, trasformando l’installazione in un potente messaggio di speranza per tutti, partendo proprio dalle nuove generazioni che si ribellano e non vogliono diventare come tutto ciò che di brutto c’è nel mondo.
"La violenza contro le donne non è solo una questione di uomini che picchiano. È anche ignorare, trattare male, urlare, controllare, cose che spesso accadono dentro le case, nelle famiglie. E sapete qual è una delle cose più brutte? Che molte vittime, per paura o vergogna, non ne parlano” hanno detto gli insegnanti ai ragazzi prima di procedere con le cancellazioni dei vocaboli offensivi e interrogandosi su cosa sia possibile fare per evitare questi fatti.
Innanzitutto “imparare a rispettare tutti, sempre. Non importa se siamo maschi o femmine, grandi o piccoli. Rispettare significa trattare gli altri come vorremmo essere trattati noi. Le parole sono potenti: usatele per costruire, mai per distruggere”. Concludendo poi con la raccomandazione che "ciò vale per tutti. Se impariamo a essere gentili fin da ora, il mondo sarà un posto migliore. La lotta contro la violenza comincia da qui, da ciascuno di noi”.
Una composizione circolare, dunque, che richiama un continuo attacco fatto di parole avvelenate e distruttive, con la rosa vista come simbolo di chi soffre in silenzio e testimonia allo stesso tempo come la violenza verbale possa lasciare ferite profonde, invisibili ma devastanti.
Un messaggio chiaro quello lanciato da questi giovanissimi uomini e donne, che fanno capire come le parole abbiano un peso e dunque vadano usate con rispetto, per muovere il primo passo verso un mondo più giusto. Sulle frecce ogni alunno ha segnato anche con una X rossa le frasi offensive, trasformando l’installazione in un potente messaggio di speranza per tutti, partendo proprio dalle nuove generazioni che si ribellano e non vogliono diventare come tutto ciò che di brutto c’è nel mondo.
"La violenza contro le donne non è solo una questione di uomini che picchiano. È anche ignorare, trattare male, urlare, controllare, cose che spesso accadono dentro le case, nelle famiglie. E sapete qual è una delle cose più brutte? Che molte vittime, per paura o vergogna, non ne parlano” hanno detto gli insegnanti ai ragazzi prima di procedere con le cancellazioni dei vocaboli offensivi e interrogandosi su cosa sia possibile fare per evitare questi fatti.
Innanzitutto “imparare a rispettare tutti, sempre. Non importa se siamo maschi o femmine, grandi o piccoli. Rispettare significa trattare gli altri come vorremmo essere trattati noi. Le parole sono potenti: usatele per costruire, mai per distruggere”. Concludendo poi con la raccomandazione che "ciò vale per tutti. Se impariamo a essere gentili fin da ora, il mondo sarà un posto migliore. La lotta contro la violenza comincia da qui, da ciascuno di noi”.
M.A.