Calolzio, 25 novembre: una installazione per confrontarsi con la propria responsabiità
È un'installazione “che ti sfida a guardarti nello specchio” quella patrocinata quest'anno dal Comune di Calolzio in occasione del 25 Novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
Visibile già da sabato nel cortile alle spalle del Municipio, l'opera, commissionata dal consigliere Silvia Bosio, è stata realizzata dalla giovane artista Roberta Gatto che già aveva affiancato l'esponente dell'amministrazione Ghezzi quale curatrice della mostra dedicata ai talenti emergenti allestita al Monastero di Santa Maria del Lavello. Proprio dinnanzi al Santuario, tra l'altro, ieri, su iniziativa dell'assessore Cristina Valsecchi è stato proposto anche un flash mob a tema, ideato da Francesca Corti e realizzato con ragazze e ragazzi, donne e uomini, dell’Associazione Albero Blu.
"SE L'È CERCATA" il titolo dato all'installazione, composta da un manichino in parte intriso di pittura rossa e da tre specchi. Un'istallazione che "non è solo un'opera da osservare, ma un'esperienza che coinvolge chi guarda" come spiega Roberta stessa.
"In questo spazio, l'osservatore diventa parte integrale dell'opera immerso in un contesto che giudica, alimenta e distrugge. La figura è circondata da una barriera di silenzio, che trova voce attraverso lo sguardo. I monoliti non rappresentano solo un riflesso: sono il giudizio che la società spesso riversa su chi subisce la violenza di genere, come se fosse in qualche modo complice. Ma la domanda è: ci si riconosce in questo giudizio?” è scritto nel testo di presentazione.“Ogni volta che lo spettatore si avvicina all'opera, il proprio riflesso invita a confrontarsi con la propria responsabilità, con il proprio ruolo in un sistema che perpetua stereotipi, disuguaglianzee violenza. Non c'è distacco tra chi guarda e ciò che si guarda; l'osservatore è coinvolto direttamente, diventa l'opera stessa, diventa la società stessa”.
Ed ancora: “ogni gesto, ogni parola che alimenta il pregiudizio, ogni silenzio che giustifica l'ingiustizia, contribuisce a rafforzare il meccanismo distruttivo. E lo spettatore? Qual è il suo ruolo? Fa parte di chi giudica, di chi accusa, di chi giustifica? E' pronto a sfidare queste convenzioni e a cambiare? Quest'opera sfida a fare una scelta: restare spettatori passivi di un sistema che tace quando dovrebbe parlare, o diventare parte attiva nel cambiare il corso della storia, nel rifiutare il giudizio che colpevolizza la vittima e nel combattere questa (e ogni) forma di violenza".
Questa mattina, diverse classi delle scuole secondarie di primo grado e del Rota di Calolzio hanno raggiunto il cortile, per essere aiutate, partendo dall'opera, a riflettere sul tema al centro del 25 novembre. Non sono mancati nemmeno il sindaco e diversi esponenti della Giunta. Alto l'apprezzamento, dopo la già originale proposta dello scorso anno.
"Con questa installazione - ha chiarito il consigliere Bosio - vogliamo far capire che ogni denuncia mancata, ogni volta che qualcuno minimizza il problema, diventa una responsabilità diretta. Perchè non dobbiamo essere spettatori di violenza, non possiamo rimanere immobili dinnazi ai numeri in crescita esponenziale, dobbiamo essere uniti su un unico fronte, quello dell'aiuto verso chi subisce violenza. Molte volte le donne si sentono sole, abbandonate, piccole piccole, come l'installazione dimostra. Dobbiamo tendere loro la mano. Guardandoci allo specchio. Per dire, non siamo spettatori ma siamo parte che vuole interagire, offrire un valido aiuto. Per farlo - ha aggiunto ancora - bisogna esporsi, a casa, con le associazione e si devono esporre anche le amministrazioni. Con questa installazione - che abbiamo deciso oltretutto insieme all'amministrazione di lasciare visibile fino a giovedì, prolungandola visto l'apprezzamento - siamo contenti di aver poi stimolato anche i ragazzi. Oggi le scuole si sono fermate più a lungo del previsto, gli alunni hanno esposto i loro sentimenti, hanno posto molte domande, hanno voluto soffermarsi a guardare, a partire dalle scuole medie. Il problema del resto, colpisce già le fasce molto giovani".
Visibile già da sabato nel cortile alle spalle del Municipio, l'opera, commissionata dal consigliere Silvia Bosio, è stata realizzata dalla giovane artista Roberta Gatto che già aveva affiancato l'esponente dell'amministrazione Ghezzi quale curatrice della mostra dedicata ai talenti emergenti allestita al Monastero di Santa Maria del Lavello. Proprio dinnanzi al Santuario, tra l'altro, ieri, su iniziativa dell'assessore Cristina Valsecchi è stato proposto anche un flash mob a tema, ideato da Francesca Corti e realizzato con ragazze e ragazzi, donne e uomini, dell’Associazione Albero Blu.
"In questo spazio, l'osservatore diventa parte integrale dell'opera immerso in un contesto che giudica, alimenta e distrugge. La figura è circondata da una barriera di silenzio, che trova voce attraverso lo sguardo. I monoliti non rappresentano solo un riflesso: sono il giudizio che la società spesso riversa su chi subisce la violenza di genere, come se fosse in qualche modo complice. Ma la domanda è: ci si riconosce in questo giudizio?” è scritto nel testo di presentazione.“Ogni volta che lo spettatore si avvicina all'opera, il proprio riflesso invita a confrontarsi con la propria responsabilità, con il proprio ruolo in un sistema che perpetua stereotipi, disuguaglianzee violenza. Non c'è distacco tra chi guarda e ciò che si guarda; l'osservatore è coinvolto direttamente, diventa l'opera stessa, diventa la società stessa”.
Ed ancora: “ogni gesto, ogni parola che alimenta il pregiudizio, ogni silenzio che giustifica l'ingiustizia, contribuisce a rafforzare il meccanismo distruttivo. E lo spettatore? Qual è il suo ruolo? Fa parte di chi giudica, di chi accusa, di chi giustifica? E' pronto a sfidare queste convenzioni e a cambiare? Quest'opera sfida a fare una scelta: restare spettatori passivi di un sistema che tace quando dovrebbe parlare, o diventare parte attiva nel cambiare il corso della storia, nel rifiutare il giudizio che colpevolizza la vittima e nel combattere questa (e ogni) forma di violenza".
Questa mattina, diverse classi delle scuole secondarie di primo grado e del Rota di Calolzio hanno raggiunto il cortile, per essere aiutate, partendo dall'opera, a riflettere sul tema al centro del 25 novembre. Non sono mancati nemmeno il sindaco e diversi esponenti della Giunta. Alto l'apprezzamento, dopo la già originale proposta dello scorso anno.
"Con questa installazione - ha chiarito il consigliere Bosio - vogliamo far capire che ogni denuncia mancata, ogni volta che qualcuno minimizza il problema, diventa una responsabilità diretta. Perchè non dobbiamo essere spettatori di violenza, non possiamo rimanere immobili dinnazi ai numeri in crescita esponenziale, dobbiamo essere uniti su un unico fronte, quello dell'aiuto verso chi subisce violenza. Molte volte le donne si sentono sole, abbandonate, piccole piccole, come l'installazione dimostra. Dobbiamo tendere loro la mano. Guardandoci allo specchio. Per dire, non siamo spettatori ma siamo parte che vuole interagire, offrire un valido aiuto. Per farlo - ha aggiunto ancora - bisogna esporsi, a casa, con le associazione e si devono esporre anche le amministrazioni. Con questa installazione - che abbiamo deciso oltretutto insieme all'amministrazione di lasciare visibile fino a giovedì, prolungandola visto l'apprezzamento - siamo contenti di aver poi stimolato anche i ragazzi. Oggi le scuole si sono fermate più a lungo del previsto, gli alunni hanno esposto i loro sentimenti, hanno posto molte domande, hanno voluto soffermarsi a guardare, a partire dalle scuole medie. Il problema del resto, colpisce già le fasce molto giovani".
A.M.