CM Val San Martino e Lario Orientale: fumata nera per il presidente, 13 voti non bastano
Il successore di Carlo Greppi alla testa della Comunità Montana Val San Martino e Lario Orientale potrebbe essere ancora... Carlo Greppi. Una provocazione questa, certo, per dire che l'assemblea elettiva convocata per questa sera è andata a vuoto e si è tornati al via.
Antonio Rusconi ha incassato 13 voti, la metà esatta degli aventi diritto. Non è bastato essendo necessaria la maggioranza assoluta per l'investitura. Zero le preferenze accordate a Riccardo Fasoli, con i suoi sostenitori usciti dall'Aula prima dell'alzata di mano. Una anomalia, come rilevato nel proprio intervento dal sindaco di Pescate Dante De Capitani, schierato con l'assessore esterno di Valmadrera. Quattro gli astenuti: Ello, Suello, Valgreghentino e proprio Vercurago del presidente uscente Greppi.
Un sassolino dalla scarpa – che è un macigno - però se lo toglie, dopo aver già espresso il concetto anche in assemblea: “Ho apprezzato il sindaco Ghezzi di Calolzio che intervenendo ha detto che, nonostante le pressioni ricevute, decideva ancora lui. Mi ha fatto piacere. Per Peccati di Malgrate, ora in Fratelli d'Italia, invece, ero il “presidente ideale”. E' arrivato invece a sostenere di non essere stato coinvolto. Ma non do colpe a chi ha cambiato idea. A questi che sono usciti ho detto solo che quantomeno potevano farmi una telefonata. Così stavamo tutti a casa”.
Chissà se mai saranno raggiunti. O se dal cilindro uscirà davvero un terzo candidato “calamita”.
Antonio Rusconi ha incassato 13 voti, la metà esatta degli aventi diritto. Non è bastato essendo necessaria la maggioranza assoluta per l'investitura. Zero le preferenze accordate a Riccardo Fasoli, con i suoi sostenitori usciti dall'Aula prima dell'alzata di mano. Una anomalia, come rilevato nel proprio intervento dal sindaco di Pescate Dante De Capitani, schierato con l'assessore esterno di Valmadrera. Quattro gli astenuti: Ello, Suello, Valgreghentino e proprio Vercurago del presidente uscente Greppi.
“Io sono contento” il commento, a caldo, di Rusconi, ribadendo ancora una volta come nella partita sia entrato l'estate scorsa perché sollecitato da altri, sciogliendo le riserve dopo due mesi, ricevendo rassicurazioni circa il suo essere “il candidato di tutti”. Gli equilibri poi, con una accelerazione dopo il voto per le provinciali, sono cambiati, con spostamenti di campo, fino ad arrivare alla resa dei conti odierna. “Marco Passoni ha sostenuto che sarà ora facile trovare in una settimana un sindaco disponibile. Gli ho fatto gli auguri”, la battuta fulminea dell'ex sindaco di Valmadrera ed ex parlamentare che alla domanda secca “quindi si sfila?” ha risposto altrettanto brillantemente “non mi sfilo perché non mi sono mai candidato. Mi è stata chiesta la disponibilità... Nella mia vita – riconosce – ho fatto diverse cose a cui ambivo. Qui era solo spirito di servizio, ritenendo importante il rilancio dell'Ente. Come amministratori non abbiamo fatto una bella figura. Siamo la sola Comunità Montana in Lombardia ad non aver ancora rinnovato gli organismi. Poi, se mi dicono che era necessario mettere tutti ad un tavolo per prendere una decisione, mi aspetto che da ora in poi si faccia così per qualsiasi scelta: voglio vedere mettere a sedere 90 persone per Silea. Personalmente sono pieno di cose da fare, devo ancora scegliere se martedì prendere un volo per Palermo per andare da un importante convegno dell'AICRE. Sicuramente non cadrò in depressione. Mi spiace, e questo è il dato affettivo, perché mio papà è nato a San Tomaso e San Tomaso è la proprietà più grande della Comunità Montana. E mi dispiace perché ci sono persone che stimo anche dall'altra parte e mi sarebbe piaciuto lavorare anche con loro. Da un certo punto di vista però vado a casa più sollevato, passare con 14 voti non mi sarebbe piaciuto. Ma per chi ha un minimo di fede, le cose non accadono per caso...”.
Un sassolino dalla scarpa – che è un macigno - però se lo toglie, dopo aver già espresso il concetto anche in assemblea: “Ho apprezzato il sindaco Ghezzi di Calolzio che intervenendo ha detto che, nonostante le pressioni ricevute, decideva ancora lui. Mi ha fatto piacere. Per Peccati di Malgrate, ora in Fratelli d'Italia, invece, ero il “presidente ideale”. E' arrivato invece a sostenere di non essere stato coinvolto. Ma non do colpe a chi ha cambiato idea. A questi che sono usciti ho detto solo che quantomeno potevano farmi una telefonata. Così stavamo tutti a casa”.
“Pare evidente che astensioni e uscite sono state concordate. Un segnale importante a chi ha voluto insistere su un metodo e dei nomi non condivisi” commenta di contro Riccardo Fasoli. “Noi abbiamo messo in piedi un programma e una lista come andrebbe fatta, con equa divisione territoriale delle figure per coinvolgere tutti. Ma l'obbiettivo reale era quello di dare questo segnale: non avremmo mai voluto una maggioranza risicata, da nessuna delle due parti! Abbiamo dato disponibilità per ripartire da zero, ma serve la disponibilità di tutti (o di una buona maggioranza). Pensavamo rinviassero – ha aggiunto ancora in riferimento alla “mozione” avversaria - ma hanno chiesto loro di fissare l'assemblea e sono voluti andare lo stesso al voto, certificando che l'attuale proposta Rusconi non ha i numeri”.
Chissà se mai saranno raggiunti. O se dal cilindro uscirà davvero un terzo candidato “calamita”.
A.M.